Aviazione

La Russia vuole cavarsela da sola, ma i suoi aerei ora costano di più

La sostituzione dei velivoli occidentali, già difficoltosa, presenta un conto salato, se non salatissimo: il prezzo di listino per un MC-21 è cresciuto del 65%
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Marcello Pelizzari
04.07.2025 18:00

«L'Occidente? Tutti noi dovremmo usare aerei russi». A inizio giugno, l'amministratore delegato di Aeroflot, Sergey Alexandrovsky, era uscito allo scoperto. Affermando che uso di aerei di fabbricazione occidentale, in Russia, andrebbe limitato. Nello specifico, il massimo dirigente del vettore aveva spiegato al quotidiano economico Kommersant che le compagnie aeree della Federazione dovrebbero essere tenute, per legge, ad avere una quota di velivoli russi nelle rispettive flotte. Una mossa, questa, annunciata per stimolare la produzione nazionale e, al contempo, consentire al settore di uscire dall'impasse attuale, con le sanzioni internazionali che hanno azzoppato i vettori obbligandoli a reperire pezzi di ricambio e aggiornamenti di software per i loro Airbus e Boeing tramite terze parti o sfruttando il mercato nero.

Visto l’attuale stato delle linee produttive, l'obiettivo di Alexandrovsky pare difficilmente realizzabile. Anche perché, scrive il quotidiano Izvestia, ripreso da aeroTELEGRAPH, il costo per produrre velivoli al 100% russi nel frattempo è aumentato. Quantomeno, è ciò che emerge dal verbale di un recente incontro fra i rappresentanti del Ministero dei Trasporti, dell'Autorità aeronautica Rosaviatsiya, del costruttore statale United Aicraft Corporation e della sua società madre, il conglomerato attivo nella Difesa Rostec. Secondo il verbale, l'aereo a corto e medio raggio Yakovlev MC-21– ora – dovrebbe costare 7,6 miliardi di rubli. Parliamo, circa, di 81 milioni di euro o 95 milioni di dollari. Un prezzo comunque inferiore rispetto a quello di listino del Boeing 737 MAX e dell'Airbus A320 NEO. Eppure, i 7,6 miliardi di rubli rappresentano un clamoroso +65% rispetto a quanto annunciato due anni fa. Ahia. Nell'estate del 2023, per intenderci, il lessor statale GTLK aveva stimato il costo fra i 4,3 e i 4,6 miliardi di rubli. Prima ancora, in primavera, si parlava addirittura di 3 miliardi di rubli grazie all'introduzione di un sussidio statale.

Che cosa è successo, dunque, perché il prezzo aumentasse così tanto? È vero che, nel 2017, quando la Russia auspicava di poter vendere l'MC-21 anche sul mercato internazionale e, soprattutto, in Occidente, United Aircraft Corporation aveva parlato di un prezzo di listino fra i 91 e i 96 milioni di dollari. Il tasso di cambio, però, all'epoca era differente, con il dollaro che si è apprezzato in maniera significativa sul rublo da allora. Izvestia, poi, ha pure riferito di un problema tecnico non indifferente: le prestazioni dell'MC-21, a oggi, non sono soddisfacenti. Di qui le lungaggini per la certificazione, che non avverrà prima del 2026. 

Non finisce qui: anche l'Ilyushin Il-114-300, un bimotore turboelica per il corto raggio, subirà un ritocco di prezzo verso l'alto. Dai circa 1,44 miliardi di rubli del 2023 ai 2,6 miliardi di oggi (28 milioni di euro). Il ministro dell'Industria, Anton Alikhanov, ha riferito che i primi tre velivoli costeranno addirittura 4 miliardi di rubli, mentre dal quarto in poi il prezzo sarà appunto di 2,6 miliardi. La certificazione del velivolo regionale dovrebbe essere prevista entro la fine del 2025. Pure il monomotore LMS-901 Baikal, infine, costerà di più: fra i 315 e i 320 milioni di rubli, niente a che vedere con i 178 milioni del 2023. GTLK, dal canto suo, ha spiegato di essere già al lavoro con le compagnie aeree su modelli di finanziamento basati sui nuovi prezzi. 

Dicevamo, perché il prezzo dei velivoli è aumentato in maniera così marcata? Rostec, al riguardo, ha spiegato che i prezzi di materiali, elettronica e componenti sono cresciuti sensibilmente, così come i tassi di interesse chiave e i costi di investimento. Volendo ricorrere a una frase fatta: l'attuale congiuntura economica è tutto fuorché rosea. Va anche detto che, in passato, la sostituzione dei componenti occidentali con quelli russi non era mai stata davvero presa in considerazione. Rostec ha pure chiarito che, all'inizio di ogni linea produttiva, i costi sono spesso, se non sempre, elevati. Diminuiranno, a detta del conglomerato, non appena accelererà la produzione in serie. Dal 2030...