La storia

La terribile situazione degli sfollati siriani

Costretti a scappare nel Nord del Paese a causa della guerra civile, sono stati colpiti da un terremoto devastante: il disperato appello dei medici
© Copyright 2023 The Associated Press. All rights reserved
Red. Online
06.02.2023 19:30

L’ospedale di Darkush, nel Nordovest della Siria, oggi era sovraffollato come riferisce l’Associated Press. La città è controllata dai ribelli che combattono il regime di Bashar al Assad. Ora, è stata travolta da un sisma violentissimo. Della serie: non bastava la guerra civile… Caos e sofferenza, da anni, sono una realtà quotidiana per chi vive in questo angolo di mondo. A proposito di ospedali, anche quello di Idlib ha vissuto uno dei suoi giorni più tormentati.

«Sto letteralmente togliendo un paziente dal ventilatore per dare una possibilità a un altro paziente» ha dichiarato alla citata Associated Press Shajul Islam, un medico britannico impegnato con l’ong Medical Aid Syria. L’ospedale per cui lavora, da anni, è alle prese con infrastrutture fatiscenti e tagli ai finanziamenti. Non solo, con altri ospedali fuori uso a causa del terremoto, ma anche della guerra civile, ha dovuto sopportare un afflusso incredibile di pazienti.

Il terremoto ha colpito quella che viene considerata l’ultima enclave siriana controllata dai ribelli, martoriata e distrutta da anni e anni di combattimenti e bombardamenti. Per tutto questo tempo, ha ospitato milioni di sfollati siriani fuggiti dalle loro abitazioni allo scoppio della guerra civile.

Il sisma ha provocato danni parziali e totali agli edifici in una sessantina di villaggi, paesi e città nel Nordovest della Siria, stando all’Osservatorio siriano per i diritti umani. Il bilancio dei morti fra Turchia e Siria, 2.500 persone mentre scriviamo queste righe, è destinato purtroppo a salire. «Questo disastro peggiorerà le sofferenze dei siriani già alle prese con una grave crisi umanitaria», ha dichiarato in una nota Carsten Hansen, direttore per il Medio Oriente presso il Consiglio norvegese per i rifugiati. «Milioni di persone sono già state costrette a fuggire dalla guerra e ora molti altri saranno sfollati a causa del disastro».

Nell’ospedale di Darkush, testimoni hanno parlato di case e palazzi che crollavano loro addosso. I medici hanno lanciato un appello, disperato, al mondo intero: «Abbiamo bisogno di aiuto urgente» ha detto Majdi al-Ibrahim, chirurgo generale del nosocomio. Facendo capire che sì, un evento del genere va ben al di là delle capacità dello staff. La Syrian American Medical Society, che gestisce ospedali nel Nord della Siria e nel Sud della Turchia, a tal proposito ha dichiarato che le sue strutture sono «sommerse di pazienti che riempiono i corridoi» e ha chiesto urgentemente «forniture traumatologiche e una risposta di emergenza globale per salvare vite umane e curare il ferito».

La zona, dicevamo, da anni è interessata dai combattimenti fra i ribelli e le forze governative siriane, capaci – grazie al sostegno della Russia – di riconquistare ampie porzioni di Paese. Il potere, in ogni caso, è molto frammentato: una fazione dei ribelli, ad esempio, è legata ad al-Qaida mentre altre parti di territorio sfuggito alle forze siriane si trova sotto un’amministrazione sostenuta dalla Turchia.

A complicare le cose, oltre al terremoto, il fatto che in questi giorni il Nord della Siria sia stato colpito da fortissime tempeste invernali. «C’è pioggia e fa molto freddo, c’è neve in alcune aree», ha detto all’Associated Press Abdel Hakim al-Masri, ministro dell’Economia della citata amministrazione regionale sostenuta dalla Turchia. Al-Masri ha affermato che sono iniziati gli sforzi per trovare un rifugio temporaneo per le persone «doppiamente» sfollate a causa del terremoto: l’entità della risposta richiesta, però, va ben oltre le risorse locali disponibili. «C'è un’enorme quantità di sofferenza. Il terremoto richiede un’azione rapida da parte di tutti i Paesi del mondo».

In questo articolo: