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La denuncia delle ONG: «A Gaza una carestia di massa, anche i nostri operatori in fila per la fame»

In una dichiarazione, i 111 firmatari chiedono un cessate il fuoco «immediato e negoziato», l'apertura di tutti i valichi di frontiera e il libero flusso di aiuti attraverso i meccanismi guidati dalle Nazioni Unite – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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La denuncia delle ONG: «A Gaza una carestia di massa, anche i nostri operatori in fila per la fame»
Red. Online
23.07.2025 06:28
19:44
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Onu, 145mila sfollati dopo gli scontri nel sud della Siria

Secondo l'Onu sono 145mila i civili siriani sfollati a causa degli scontri nel sud della Siria verificatisi dal 13 al 19 luglio scorsi tra governativi, ausiliari beduini e loro rivali miliziani drusi. La maggior parte di questi sfollati sono beduini originari dei villaggi attorno a Sweida e che sono stati costretti a scappare dopo le rappresaglie da parte dei miliziani drusi sotto attacco da parte di forze tribali e governative di Damasco.

19:43
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Ong, 1.339 uccisi negli scontri in Siria

Sale a circa 1.400 uccisi il bilancio degli scontri armati nel sud della Siria verificatisi dal 13 al 19 luglio nella regione di Sweida tra militari governativi, loro ausiliari beduini e miliziani drusi. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui si tratta di un bilancio non definitivo perché ci sono ancora una serie di corpi non identificati e di dispersi.

Dei 1.339 uccisi totali, 198 sono civili, in larghissima parte drusi, giustiziati sommariamente dai governativi. L'Osservatorio conta due donne e un bambino uccisi dai miliziani drusi.

Dei 1.339 uccisi totali, inoltre, 657 drusi, di cui 125 civili, sono invece stati uccisi negli scontri e non giustiziati sul posto. Nei combattimenti sono morti dieci bambini e 24 donne drusi.

In questi scontri è stato ucciso un giornalista di Sweida. Negli scontri sono stati uccisi 464 militari del ministero della difesa e dell'interno. Tra questi, 40 sono i beduini filo-governativi. Tra questi beduini, uno è di nazionalità libanese, giunto dalla regione di Wadi Khaled, confinante con la Siria, per sostenere le forze tribali contro i drusi.

Nei raid israeliani su Damasco, su Daraa e su Sweida sono stati uccisi 15 membri delle forze governative, una donna e due maschi adulti ancora non identificati.

15:54
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«Nessuno può chiedere alla Germania di abbandonare Israele»

«Nessuno può chiedere alla Germania di abbandonare Israele, che è minacciato dall'Iran, dagli Houthi, da Hezbollah e da Hamas», lo ha detto il ministro degli Affari Esteri Johann Wadephul nell'intervista al settimanale Die Zeit in edicola da domani.

Wadephul ha ribadito che «tutti i governi tedeschi da Adenauer in poi hanno inviato armi ad Israele» e che l'invio di armi ad Israele è sempre sotto costante monitoraggio e possono esserci delle «limitazioni» ma non ha voluto dare dettagli in merito alle decisioni del Consiglio nazionale di Sicurezza, che si occupa proprio dell'invio di armi all'estero.

Il ministro degli Esteri ha anche affermato: «Non si deve permettere che funzioni il gioco perfido di Hamas, che continua a usare sia gli ostaggi che la popolazione palestinese di Gaza come merce di scambio». Wadephul ha ribadito che molti Stati arabi apprezzano l'influenza che la Germania può avere su Israele e che nessuno di loro ha mai criticato le forniture di armi.

Il ministro tedesco vede un miglioramento negli aiuti di emergenza nella Striscia di Gaza «ma è lungi dall'essere sufficiente». «Lavoriamo per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Questo deve consentire di nuovo il pieno accesso alle forniture umanitarie».

15:42
15:42
La Francia: il «rischio di carestia» a Gaza è «il risultato del blocco israeliano»

Il ''rischio di carestia'' a Gaza è ''il risultato del blocco israeliano'': è quanto denuncia il ministero degli Esteri della Francia.

''La Francia - si legge in una nota diffusa dal Quai d'Orsay - condanna fermamente l'ampliamento dell'offensiva israealiana nel centro di Gaza dove gli ordini di evacuazione hanno indotto lo sfollamento di decine di migliaia di persone a Deir el-Balah e ostacolato il lavoro di numerose agenzie delle Nazioni Unite e Ong internazionali«.

Questa nuova operazione, denunciano le autorità di Parigi, ''accelera il deteriorarsi della situazione umanitaria, segnata dalla malnutrizione e il rischio di carestia. Questa situazione è il risultato del blocco imposto da Israele'', sottolinea la diplomazia francese, aggiungendo che ''la Francia condanna con la più grande fermezza gli spari israeliani contro palestinesi di Gaza che tentano di ottenere aiuto umanitario, che avrebbero ucciso oltre mille persone negli ultimi due mesi, secondo l'Onu.

La Francia invita nuovamente Israele a conformarsi alle misure della Corte internazionale di Giustizia e ai propri obblighi in termini di diritto internazionale umanitario e a revocare immediatamente tutte le restrizioni imposte all'accesso dell'aiuto umanitario a Gaza, al fine di consentire la sua consegna immediata, massiccia e senza ostacoli».

Parigi invita inoltre le autorità israeliane a ''consentire il lavoro delle agenzie Onu e cessare le pressioni sui loro agenti. Deplora la revoca del visto al direttore dell'Ufficio di coordinamento per gli affari umanitari delle Nazioni Unite nei Territori palestinesi. Infine, come richiesto dal ministro, la Francia chiede di lasciar entrare a Gaza la stampa libera e indipendente affinché possa mostrare e documentare quanto sta accadendo«.

06:28
06:28
Il punto alle 06.00

Dopo la dichiarazione firmata da Ignazio Cassis, altri 24 ministeri degli Esteri e dal Commissario UE per la Parità che chiede la fine della guerra a Gaza, oltre 100 organizzazioni umanitarie hanno denunciato che una «carestia di massa» si sta diffondendo nella Striscia e che anche i loro operatori stanno soffrendo gravemente a causa della carenza di cibo.

In una dichiarazione, i 111 firmatari, tra cui Medici Senza Frontiere (MSF), Save the Children e Oxfam, hanno avvertito che «i nostri colleghi e coloro che assistiamo stanno morendo». «Mentre l'assedio del governo israeliano affama la popolazione di Gaza, gli operatori umanitari si uniscono alle stesse file per il cibo, rischiando di essere colpiti solo per sfamare le loro famiglie», si legge nella dichiarazione. 

Le ong chiedono un cessate il fuoco «immediato e negoziato», l'apertura di tutti i valichi di frontiera e il libero flusso di aiuti attraverso i meccanismi guidati dalle Nazioni Unite.

Ieri le Nazioni Unite hanno affermato che le forze israeliane hanno ucciso più di 1.000 palestinesi che cercavano di ottenere aiuti alimentari da quando la Fondazione Umanitaria per Gaza, sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha iniziato le operazioni a fine maggio, mettendo di fatto da parte l'attuale sistema guidato dalle Nazioni Unite.

Israele afferma che gli aiuti umanitari sono autorizzati a entrare a Gaza e accusa Hamas di sfruttare le sofferenze dei civili, anche rubando cibo per venderlo a prezzi gonfiati o sparando a chi è in attesa di aiuti.