Guerra

«Le armi dei russi? Il Poseidon è solo propaganda, il Kinzhal fa davvero paura»

Con il generale Paolo Capitini, esperto di scienze strategiche e di storia militare, parliamo dei missili e i siluri mostrati dai russi: «Un ordigno nucleare non avrebbe senso, il Sarmat è stato costruito per non essere utilizzato mai»
Michele Montanari
06.05.2022 16:00

I russi hanno effettuato alcune esercitazioni con attacchi simulati di missili in grado di trasportare testate nucleari nell'exclave occidentale di Kaliningrad, tra la Polonia e la Lituania. Lo ha comunicato negli scorsi giorni il Cremlino, riaccendendo il timore per un possibile impiego di bombe atomiche. Mosca, da quando le truppe di Putin hanno invaso l’Ucraina, sta mettendo in mostra le sue spaventose «bocche da fuoco». Alcune di queste sono state effettivamente utilizzate in Ucraina, mentre altre, pubblicizzate sui media filo-governativi, sembrano uscite da un film di fantascienza. Quali sono dunque le armi che Europa e USA dovrebbero veramente temere? Quali invece vengono sbandierate a fini propagandistici? Ne abbiamo parlato con il generale Paolo Capitini, esperto di scienze strategiche e di storia militare, che ha prestato servizio presso il Comando Operativo di Vertice Interforze a Roma, il Corpo di Reazione Rapida della NATO a Lille e la Scuola Sottufficiali Esercito a Viterbo.

Il messaggio dei russi: rincuorare e spaventare

Prima di parlare dei missili russi, il generale Capitini sottolinea come sia opportuno innanzitutto capire perché Mosca mette in mostra armi così devastanti: «Tutto quello che viene fatto vedere ha fini propagandistici. Mosca intende lanciare un messaggio a due direzioni: da una parte serve a rincuorare chi vive in Russia, dall’altra a spaventare chi è fuori dal Paese. Ma il target principale di queste comunicazioni sono proprio i russi, che si sentono dire: "Siamo forti e facciamo paura al mondo intero"». Capitini aggiunge: «Poi c’è un aspetto realistico quando parliamo di missili strategici. L’Occidente e la Russia sanno tutto l’uno dell’altra: dal numero di missili, ai luoghi in cui sono dispiegati, sino alle potenzialità di queste armi. Oggi si assiste al ritorno dei fantasmi del passato, quando ai tempi di Brežnev tutte queste cose erano all’ordine del giorno: l’equilibrio del terrore o il far sfilare sulla piazza Rossa i nuovi missili balistici. Sono tutti messaggi indirizzati agli USA a cui si cerca di dire: "Nel bilanciamento tra noi due siamo ancora alla pari"».

Sarmat: un missile da non utilizzare mai

Tra le diavolerie mostrate dai russi ci sono il missile Saramat (o Satan 2), il siluro Poseidon e i missili Kinzhal. Partiamo dal Sarmat: «Dal punto di vista pratico, queste armi sono costruite per non essere utilizzate mai: vengono prodotte proprio con questo principio», spiega l’esperto, che aggiunge: «Con un missile a testate multiple come questo è possibile colpire gli USA e annientare le città prese di mira: anche solo parlarne ad alta voce è qualcosa che va al di fuori del concetto stesso di guerra, perché significa andare incontro all’estinzione. Per quanto si possa essere megalomani, nessuno ha nel proprio background cerebrale l’idea di estinguersi. Queste armi servono solo a intimorire l’avversario, ma non possono essere utilizzate».

I russi hanno già usato due missili Kinzhal in Ucraina, per lanciare un messaggio forte e chiaro alla NATO: "Vi siete accorti che li abbiamo lanciati? No? Ecco, non potete vederli arrivare"

Poseidon: il siluro che non esiste

 Poi c’è il Poseidon, recentemente mostrato sulla tv Rossija 1 e, secondo il conduttore Dmitry Kiselyov, in grado di «innescare uno tsunami radioattivo di 500 metri che potrebbe spazzare via il Regno Unito». Capitini non ha dubbi: «Il Poseidon non esiste, è una baggianata dei russi. Sono stati fatti degli studi, ma i problemi tecnologici che stanno dietro a un’arma del genere sono enormi, perché un siluro deve avere anche un sottomarino in grado di portarlo e i russi non solo non ce l’hanno, ma neanche lo stanno costruendo. Concretamente, che senso avrebbe investire una marea di miliardi per questo siluro? Cosa ci vuoi fare? Ci sono già sottomarini con siluri nucleari tattici, questo lo sappiamo benissimo: hanno lo scopo di tirare una piccola bomba atomica sotto un gruppo da battaglia (portaerei, caccia, sottomarini, ecc..) per distruggere tutta la flotta. Gli ordigni nucleari tattici ce li hanno sia USA che Russia».

Kinzhal: un'arma che fa davvero paura

Secondo il generale, l’arma da temere maggiormente è il Kinzhal, il missile balistico aviolanciato ipersonico: «Questi sono i missili che devono fare davvero paura, perché, a differenza dei Sarmat, possono essere utilizzati. Faccio una premessa: la tecnologia russa è leggermente indietro rispetto a quella occidentale, specialmente nel campo elettronico e della miniaturizzazione. In questo secondo campo lo si vede subito: hanno radar, radome e antenne più grandi. Però sono molto avanti, insieme ai cinesi, sulle armi ipersoniche. I Kinzhal sono missili balistici temibili, perché eludono qualsiasi tipo di difesa aerea, i radar non li vedono, sono troppo veloci». Capitini entra nei dettagli: «Si definisce ipersonica un’arma che quando va lenta viaggia a Mach 5, ossia 5 volte la velocità del suono, e quando va veloce viaggia a Mach 25, ossia 30 mila chilometri all’ora. È difficile anche solo da immaginare un’arma in grado di muoversi a questa velocità. Alcuni di questi missili non portano neanche il carico esplosivo, perché il solo impatto cinetico causa un disastro. I russi hanno già usato due missili Kinzhal in Ucraina, per lanciare un messaggio forte e chiaro alla NATO: "Vi siete accorti che li abbiamo lanciati? No? Ecco, non potete vederli arrivare"».

Mi auguro che non vengano fatti sfilare i prigionieri ucraini: è dai tempi di Giulio Cesare che non si vedono sfilare i prigionieri dietro al carro del vincitore

«Non ha nessun senso usare ordigni nucleari»

Tornando alle esercitazioni citate all’inizio dell’articolo, i russi potrebbero arrivare ad usare un ordigno tattico nucleare? Il generale Capitini dice la sua: «Una certezza che non lo usino non c’è, non si può essere sicuri al 100%. Ma proviamo a ragionare: tirano l’ordigno nucleare tattico, e poi? Cioè, la fase successiva quale sarebbe? Ci sarebbero immediati risvolti militari, seguiti da uno strascico che andrebbe avanti per anni. Non credo che la Russia voglia diventare l’unico Paese ad aver tirato una bomba atomica dopo Hiroshima e Nagasaki. Mosca al momento può sempre puntare il dito contro gli USA e accusare: "Gli unici al mondo che hanno tirato una bomba atomica contro gli esseri umani siete voi!". Non credo che i russi vogliano perdere questa posizione nei confronti degli Stati Uniti. Per cosa poi? Per conquistare una città ucraina? È fuori dalla razionalità, i russi non ne hanno proprio bisogno».

Verso il 9 maggio

Il 9 maggio la Russia celebrerà l’anniversario della vittoria della Grande guerra patriottica (la Seconda guerra mondiale, ndr). Il timore di molti è che le truppe di Putin, in quella data, possano compiere un’azione militare in grado di lasciare il segno. È uno scenario realistico? «Io credo di no», dichiara il nostro interlocutore, spiegando: «La Pasqua ortodossa, che è una festa importante come il Natale, è passata liscia, non credo che i russi vogliano fare qualcosa di militarmente eclatante legato a una data simbolica. Starei piuttosto attento al discorso che Putin terrà il 9 maggio, o se farà vedere qualche arma particolare. Mi aspetto dei segnali da quella parata, sul tipo di discorsi che verranno fatti e sulle armi che sfileranno». Il generale Capitini conclude: «Mi auguro che non vengano fatti sfilare i prigionieri ucraini: è dai tempi di Giulio Cesare che non si vedono sfilare i prigionieri dietro al carro del vincitore. Questa è una cosa da non fare e mi auguro di non vederla».

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