Le emissioni provocate dagli incendi in Grecia

Gli incendi che stanno devastando e divorando la Grecia, finora, hanno immesso nell'atmosfera un milione di tonnellate di carbonio in pochi giorni. Un dato pesante, se non pesantissimo. A dirlo è il servizio di monitoraggio atmosferico di Copernicus (CAMS). Ovvero, la missione basata sulla flotta di satelliti Sentinel cogestita dalla Commissione Europea e dall'ESA, l'Agenzia spaziale europea. L'immissione di un quantitativo così elevato di carbonio da incendio è preoccupante per due motivi, essenzialmente: innanzitutto, testimonia la distruzione di ampissime porzioni di aree boschive; in secondo luogo, l'impatto sull'effetto serra, catalizzatore del riscaldamento globale, è importante.
La vegetazione in fiamme è un grosso guaio, insomma. Tanto per chi, nei boschi, vive – gli animali – quanto per la qualità dell'aria. Venendo alla questione climatica, gli alberi sono fra i principali accumulatori di carbonio. La loro distruzione arreca un doppio danno: la perdita di questa capacità di assorbimento e, parallelamente, il rilascio nell'atmosfera di ingenti quantità di anidride carbonica o, meglio, CO2. Sta succedendo in Grecia, come detto, ma anche nel Sud Italia. Ma è quanto avviene, purtroppo, su base più o meno regolare nella Foresta Amazzonica.
Il carbonio rilasciato dagli incendi, spiegano gli esperti, si accumula nell'alta atmosfera creando uno strato che intrappola il calore scaturito dalla radiazione solare, impedendogli così di disperdersi nello spazio. Con tutte le conseguenze del caso in termini di cambiamento climatico. L'immissione di 1 milione di tonnellate di carbonio da un singolo evento, di fatto, alimenta il fenomeno – di origine antropica – sebbene stiamo parlando di una goccia rispetto all'enormità di CO2 equivalente che immettiamo ogni anno in atmosfera, qualcosa come 50-55 miliardi di tonnellate.
Se non faremo nulla per abbattere al più presto le emissioni di carbonio, andremo incontro a un disastro senza precedenti. Un disastro, soprattutto, irreversibile. Restano pochi anni, sei circa, prima che venga superata una prima soglia critica: quella di +1,5 gradi di riscaldamento rispetto all'epoca preindustriale. Si tratta(va) del traguardo più virtuoso, e ambizioso, fissato grazie all'Accordo di Parigi sul Clima. Un traguardo che, tuttavia, difficilmente riusciremo a raggiungere come umanità nell'insieme.