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Le false notizie su Zohran Mamdani, il neo sindaco di New York

Dai post sulla violenza domestica al presunto sostegno dell'Isis, ecco le fake news che sono state diffuse sia durante la campagna elettorale sia nelle ore successive alla vittoria del 34.enne
©SARAH YENESEL
Facta.News
08.11.2025 14:09

Il 4 novembre 2025 i newyorkesi si sono recati alle urne per eleggere il nuovo sindaco della città. L’elezione ha visto la vittoria di Zohran Kwame Mamdani, musulmano e candidato ufficiale del Partito democratico. 

Durante la campagna elettorale, il 34enne ha creato scalpore tanto tra i repubblicani quanto tra i democratici per le sue idee politiche, per il suo orientamento – si definisce “democratico socialista” – ma anche per la sua biografia. Nato in Uganda da genitori indiani, e naturalizzato statunitense nel 2018, Mamdani ha rivendicato le sue origini migranti e la sua fede islamica, il che ha ulteriormente fatto parlare di sé soprattutto negli ambienti conservatori.

Questi aspetti hanno dato vita alla diffusione di svariate notizie false, di stampo razzista e islamofobo, che sono state diffuse sia durante la campagna elettorale sia nelle ore successive alla vittoria di Mamdani.

La violenza domestica

Nei giorni precedenti le elezioni, è circolato sui social lo screenshot di un articolo del New York Post secondo cui Mamdani avrebbe dichiarato che la polizia non dovrebbe intervenire nei casi di violenza domestica. Il post era accompagnato da un commento che collegava questa presunta posizione alla fede musulmana di Mamdani.

La notizia, però, è stata presentata in maniera fuorviante. L’articolo originale del New York Post, pubblicato a luglio 2025, citava un’intervista del 2020 in cui Mamdani sosteneva che la polizia non dovrebbe essere l’organo principale a rispondere a situazioni delicate come la violenza domestica, le crisi di salute mentale o i casi che coinvolgono le persone senza fissa dimora. Secondo Mamdani, tali interventi dovrebbero essere gestiti in particolare da professionisti specializzati e non da agenti armati con una formazione limitata in queste situazioni, per evitare escalation violente. A tal fine, aveva proposto la creazione di un dipartimento per la sicurezza della comunità, con un budget di 1 miliardo di dollari, incaricato di gestire queste situazioni in modo più sicuro ed efficace.

La «globalizzazione dell’intifada»

Subito dopo il risultato delle elezioni, è circolata sui social la notizia secondo cui il neo eletto sindaco di New York fosse un «musulmano radicale» che vuole «globalizzare l’intifada», le rivolte popolari palestinesi ccontro l’occupazione di Israele.

È una notizia falsa. Le accuse infondate derivano dall’interpretazione fuorviante di un’intervista del giugno 2025 al podcast politico FYPod, in cui il conduttore Tim Miller aveva chiesto a Mamdani cosa pensasse dell’espressione “globalizzare l’intifada” utilizzata durante le proteste contro Israele. Il politico aveva spiegato che il suo impegno è radicato nella difesa dei diritti umani universali e nella lotta contro l’antisemitismo, ma non è a suo agio nel censurare parole o slogan. L’intervista era poi stata ripresa mediaticamente e commentata in maniera fuorviante per accusare Mamdani di antisemitismo. Successivamente, in diverse occasioni, il politico aveva ribadito che non era quello il linguaggio che da lui utilizzato (come l’espressione “globalizzare l’intifada”), sottolineando che il suo modo di comunicare e le sue azioni da sindaco si baseranno sull’inclusione e sul contrasto ai crimini d’odio.

Il presunto sostegno dell’Isis

Un’altra notizia circolata subito dopo l’elezione di Zohran Mamdani ha riguardato i suoi presunti collegamenti con il terrorismo islamico. Sui social circola un presunto comunicato dell’organizzazione terroristica paramilitare ISIS che celebra la vittoria di Mamdani e la rivendicava con il nome di “Operazione Manhattan”. 

Il comunicato, però, è falso. L'immagine e il testo non sono stati condivisi dall’Amaq, ritenuta l’organo di stampa ufficiale dell’organizzazione terroristica, né da altri account social legati all'ISIS. Inoltre, a luglio 2025 l’organizzazione no-profit Middle East Media Research Institute (Memri) aveva riferito che l’ISIS, su Telegram, aveva affermato di non supportare Mamdani per via della sua lealtà verso i «non credenti» e gli «omosessuali».