Stati Uniti

Le pressioni di Trump sul Senato: «Vuole impedire il voto sui migranti per incolpare Biden»

Il tema, caldissimo in campagna elettorale, è dibattuto al Congresso – Biden è disposto a scendere a patti per una regolamentazione che faccia felici i conservatori: in cambio, il loro via libera all'invio di aiuti in Ucraina
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Red. Online
26.01.2024 21:48

Il tema era già caldo, anzi: caldissimo. Ma nelle scorse ore, negli Stati Uniti, il dibattito sull'immigrazione si è definitivamente infiammato. Caucus e primarie di Iowa e New Hampshire, due Stati lontani migliaia di chilometri dal confine, lo avevano già dimostrato: la questione preoccupa tutti gli americani. Tanto che nei sondaggi pre-voto eseguiti dai media statunitensi, gli elettori avevano attribuito all'immigrazione quasi la stessa importanza dell'economia. Secondo fonti citate da ABC News, il numero di migranti intercettati al confine tra Stati Uniti e Messico ha raggiunto un picco mensile record di 302.000 a dicembre. Record anche per gli arresti su scala annuale, arrivati a 2,2 milioni nell'anno fiscale 2022 (il periodo che va dal 1. ottobre 2022 al 3 settembre 2023). A rendere la questione un tema così sentito anche al Nord, il fatto che centinaia di migliaia di migranti siano stati suddivisi anche fra i grandi centri settentrionali, quali New York, Chicago, Washington.

Ma torniamo alle ultime ore. Mentre Biden cerca una stretta al confine passando per un accordo con i repubblicani al Congresso, Trump starebbe effettuando pressioni sui senatori del Grand Old Party (GOP) affinché blocchino l'intesa. Lo scontro per la Casa Bianca, insomma, sta già influenzando la politica statunitense.

Un argomento delicato

«Costruiremo un muro». Sin dal 2016, ai tempi della sua campagna contro Hillary Clinton, Trump ha puntato molto sul tema dell'immigrazione e della sicurezza alle frontiere, usando spesso e volentieri termini incendiari. Durante il suo mandato, tale strategia si è tradotta (ufficialmente, a partire da aprile 2018) in un approccio di tolleranza zero all'immigrazione illegale che, di fatto, ha dato il via a una politica di separazione familiare: migliaia e migliaia di bambini e neonati sono stati separati dai genitori non appena entrati negli Stati Uniti: gli adulti perseguiti e detenuti in carcere o espulsi. I minori sottoposti alla supervisione del Dipartimento della Salute e dei Servizi umani. Messa in pratica con estremo rigore per alcuni mesi, la politica è stata talmente criticata a livello nazionale e internazionale, da convincere Trump a un passo indietro, sancito dall'ordine esecutivo del 20 giugno 2018. Ma nel 2022 migliaia di famiglie si trovavano ancora divise da centinaia – migliaia – di chilometri.

Lato Biden

In campagna elettorale e nei primi mesi di mandato, Biden si è presentato in modo antitetico. «Restituire umanità e valori americani al sistema di immigrazione»: questo lo slogan della proposta di legge presentata a inizio insediamento. Ma con le presidenziali alle porte (quanto farebbero comodo i voti di indipendenti e repubblicani moderati preoccupati per l'immigrazione) e a caccia di consensi, Biden è pronto per un compromesso. «Cambiamenti massicci» per risolvere, insieme ai repubblicani, il problema al confine (comprese riforme sulle leggi d'asilo) ottenendo, in cambio, lo sblocco degli aiuti urgenti all'Ucraina. 

La mossa, fanno notare però gli analisti, rischia di alienare i membri più progressisti del partito democratico e le crepe hanno già cominciato a manifestarsi negli appelli di alcuni deputati al Congresso, che hanno chiesto a Biden di non rimangiarsi la parola data.

Casa Trump

Nonostante tutto, Biden tira dritto. E nelle scorse ore, la Casa Bianca ha annunciato di non aver intenzione di arretrare sulle trattative riguardanti l'accordo sull'immigrazione.  L'amministrazione Biden – ha fatto sapere Washington in una nota – continua a essere impegnata nelle trattative e chiede ai repubblicani di fare lo stesso. Biden «è un presidente consapevole della necessità di agire e sta lavorando in buona fede. Non vediamo motivi per la politica di intromettersi». Un riferimento, questo, alle contromisure adottate da Trump.

L'apertura di Biden a una soluzione a metà strada, evidentemente, preoccupa il tycoon. Se un accordo che fa felici i conservatori dovesse essere approvato, le accuse di inazione rivolte costantemente al democratico non avrebbero più senso. Di qui l'appello di Trump ai deputati GOP al Congresso, denunciato nelle scorse ore dal senatore repubblicano Mitt Romney: «Trump sta comunicando ai senatori che non vuole risolvere il problema perché vuole continuare a dare la colpa a Joe Biden». Un fatto, questo, definito dallo stesso Romney come «sconcertante».

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