Le voci sulla conversazione fra Elon Musk e Vladimir Putin

Elon Musk. Ancora lui. Sempre lui. A questo giro, l’eccentrico miliardario è al centro di indiscrezioni pesanti, anzi pesantissime: avrebbe parlato con Vladimir Putin prima di pubblicare la famosa, e famigerata, proposta di pace su Twitter. Di più, il leader del Cremlino gli avrebbe detto che, se l’Ucraina avesse rivendicato la Crimea, la Russia avrebbe fatto uso di armi nucleari.
Una volta, 18 mesi fa
Musk, va da sé, ha smentito quanto affermato, in particolare, da Ian Bremmer, presidente di un’azienda che fornisce consulenza ai governi sui rischi globali. La Casa Bianca, dal canto suo, per il momento nicchia.
Secondo le indiscrezioni emerse finora, Putin avrebbe detto a Musk di essere «pronto a negoziare» con Kiev a patto che la penisola di Crimea, annessa da Mosca nel 2014, rimanga in mani russe e, ancora, che l’Ucraina accetti uno status formale di neutralità. Di qui, secondo i più, la sparata via Twitter dello stesso Musk, la cui proposta è apparsa subito palesemente pro-Russia.
Musk, 51 anni, sudafricano di nascita ma cittadino statunitense, come dicevamo ha negato ogni coinvolgimento diretto con Putin. È vero, ha detto, ho parlato con il presidente russo. Ma una sola volta, diciotto mesi fa, e per tematiche legate allo spazio.
Le parole di John Kirby
John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, parlando della presunta telefonata fra Musk e Putin ha tagliato corto: ovviamente, il patron di Tesla e SpaceX «non rappresenta il governo degli Stati Uniti in quelle conversazioni».
Musk, dicevamo, si è autoproclamato ambasciatore per la pace proponendo, a mo’ di sondaggio, una soluzione al conflitto. Una soluzione, appunto, fortemente filo-russa con tanto di referendum nelle quattro regioni annesse sotto la supervisione delle Nazioni Unite. Musk, fra le altre cose, ha pure spinto per una Crimea formalmente riconosciuta come parte della Federazione Russa, chiedendo anche che l’approvvigionamento idrico nella regione fosse assicurato e che l’Ucraina rimanesse neutrale. Una linea, mettiamola così, molto putiniana.
La proposta
La proposta di Musk, evidentemente, è stata accolta con rabbia (e ironia) da Kiev, con Volodymyr Zelensky che a sua volta su Twitter ha proposto un sondaggio, chiedendo quale versione del miliardario preferissero gli utenti: quella che sostiene la Russia o quella, vedi consegne di terminali Starlink, che fa il gioco dell’Ucraina. Dall’altra parte, a Mosca, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha salutato con piacere e soddisfazione quanto scritto dal miliardario statunitense, specificando che «è molto positivo che qualcuno come Elon Musk stia cercando una via d’uscita pacifica da questa situazione».
Ora, appunto, si mormora che Musk abbia avuto un contatto personale con Putin. Indizi, in questo senso, li aveva sparsi proprio Musk rispondendo a chi gli chiedeva se fosse stato in contatto con qualsiasi altra parte coinvolta nella guerra. Una risposta affermativa, con tanto di motivazione: «Sto cercando di fare la cosa giusta». E non è evidente, ha aggiunto.
Il ruolo di Starlink
Proprio questa risposta ha spinto Bremmer a rivelare di aver parlato, a sua volta, con Musk. E di aver saputo, dal miliardario, della conversazione con Putin.
Di più, secondo il fondatore dell’Eurasia Group, fra le altre cose editorialista di affari esteri nonché collaboratore per Time e Financial Times, Musk avrebbe pure respinto una richiesta ucraina per l’utilizzo dei terminali Starlink in Crimea. Lo stesso Financial Times ha pubblicato un articolo, la scorsa settimana, che riportava le lamentele delle forze ucraine al fronte, alle prese con problemi di connettività nelle aree riconquistate a est e nord-est.
Musk, domenica, aveva allontanato ogni desiderio di venire coinvolto, politicamente ma non solo, nella guerra. Il tutto, però, ribadendo il suo timore per l’utilizzo di nucleari.