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L'Inghilterra scopre il caldo: ora il clima rientra in agenda

Raggiunta nel Sud della Gran Bretagna la temperatura record di 40,2°C: Boris Johnson ribadisce l’impegno preso: zero emissioni entro il 2050, ma c’è chi non ci crede
Nicol Degli Innocenti
Nicol Degli Innocenti
20.07.2022 06:00

La verde Inghilterra assomiglia di più alla savana africana in questi giorni, con prati gialli bruciati dal sole e poche persone in giro. La temperatura ieri ha toccato i 40,2°C, il massimo storico mai raggiunto in Gran Bretagna.Il record precedente, che risale al 2019, era di 38,7 gradi, mentre negli ultimi decenni la temperatura media nel mese di luglio è stata di 21 gradi. L’ondata di caldo, per quanto prevista, ha colto impreparato un Paese che non è abituato a temperature estreme. L’Ufficio meteorologico nazionale ha dichiarato il primo allarme rosso della storia e, da giorni, i media ripetono ai cittadini di restare a casa, non viaggiare se non indispensabile e bere molta acqua. I supermercati hanno finito le scorte di gelato e i ventilatori vanno a ruba. Il caldo estremo dopo giornate senza pioggia ha pure causato parecchi incendi. A Londra e dintorni centinaia di vigili del fuoco sono dovuti intervenire per estinguere le fiamme in diverse zone e sono sotto «immensa pressione», ha detto ieri Sadiq Khan, il sindaco della capitale, che ha chiesto il sostegno di altri servizi di emergenza dato che le fiamme hanno raggiunto anche zone abitate. I vigili del fuoco hanno avvertito che i numerosi parchi londinesi sono diventati «polveriere» a causa della siccità.

L’asfalto ha ceduto

Alcuni incendi sono stati causati dal crollo dei cavi elettrici sopra i binari della ferrovia, che hanno ceduto a causa del caldo. Il sistema dei trasporti, che non è stato progettato per reggere temperature così elevate, è in crisi. Numerose stazioni sono chiuse del tutto e diversi collegamenti ferroviari con la capitale sono stati sospesi ieri per il timore che i binari distorti dal caldo potessero far deragliare i treni. In tutta la Gran Bretagna i convogli che sono partiti hanno viaggiato a velocità ridotta per lo stesso motivo. Gravi ritardi e sospensione dei servizi anche per la metropolitana londinese, mentre le autorità cittadine hanno consigliato alla gente di non usare la “tube” a causa delle temperature pericolosamente elevate nei tunnel sotterranei. Altrettanto compromessi i trasporti aerei, con decolli e atterraggi rinviati o sospesi a causa delle condizioni delle piste. Le temperature più elevate si sono registrate all’aeroporto londinese di Heathrow, dove l’asfalto ha ceduto in più punti. «Se la temperatura dell’aria è di 40 gradi vuol dire che sul terreno raggiunge i 50, 60 o anche i 70 gradi», ha spiegato ieri il ministro dei Trasporti Shapps, che ha avvertito che gran parte dell’infrastruttura britannica risale all’Ottocento «e non è stata studiata per reggere a temperature di questo tipo». Secondo Shapps ci vorranno «decenni» prima di poterla adeguare alle nuove esigenze.

Nei prossimi anni sarà peggio

Gli esperti avvertono che adeguarsi è indispensabile perchè il riscaldamento globale continuerà a far aumentare le temperature in Gran Bretagna nei prossimi anni. Le probabilità di raggiungere i 40 gradi sono aumentate di dieci volte rispetto a 150 anni fa, quando gli ingegneri vittoriani nell’era dell’impero avevano le risorse per realizzare grandi progetti infrastrutturali. Raggiungere i 40 gradi è «pressochè impossibile» in condizioni climatiche normali, ha detto ieri il professor Stephen Belcher, scienziato-capo dell’Ufficio meteorologico nazionale. Tali temperature estreme sono causate dal riscaldamento globale e, senza interventi decisi, «vedremo situazioni simili ogni tre anni», ha avvertito. «L’unico modo per stabilizzare il clima è raggiungere emissioni zero il prima possibile», ha detto Belcher. «La Gran Bretagna ha già fatto grandi passi avanti in quella direzione, ma dobbiamo proseguire».

La politica discute

Ieri il premier Boris Johnson ha dichiarato che l’ondata di caldo dimostra che il Governo conservatore ha avuto ragione a impegnarsi a raggiungere emissioni zero entro il 2050. L’impegno legale era stato preso nel 2019. Il problema, ora, è rispettare l’impegno preso, compito che spetta al successore di Johnson. Nonostante lo stato di emergenza nazionale, infatti, si è parlato poco di ambiente nella campagna in corso. Ieri, al penultimo round di votazioni, i deputati conservatori hanno eliminato Kemi Badenoch, lasciando in lizza tre candidati: l’ex cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, l’ex ministro della Difesa Penny Mordaunt e il ministro degli Esteri Liz Truss. Sia Mordaunt che Truss hanno espresso riserve sui tempi, dichiarando che l’obiettivo emissioni zero potrebbe essere rinviato al 2060 o anche al 2070 per non danneggiare l’economia in un periodo di crisi e inflazione in aumento. Solo Sunak ha ribadito l’impegno a ridurre le emissioni nei tempi previsti, che ha definito «un nostro dovere verso le generazioni future». Intanto, la Gran Bretagna potrebbe passare da un’emergenza a un’altra: il Met Office ha avvertito del rischio di allagamenti in seguito alle piogge torrenziali previste nelle prossime ore dopo l’ondata di caldo. L’unica consolazione è che le temperature dovrebbero calare.