Stati Uniti

Lo shutdown si abbatte sugli aeroporti: cancellati quasi mille voli nazionali, disagi e ritardi

L'ordine di emergenza della FAA: ridurre del 4% i voli in 40 aeroporti a livello nazionale e aumentare gradualmente la riduzione al 10% entro venerdì prossimo
© KEYSTONE (AP Photo/Lindsey Wasson)
Red. Online
07.11.2025 22:30

Milioni di americani in possesso di un biglietto aereo potrebbero dover modificare i loro piani. Iniziano infatti a farsi sentire sempre più forti le ripercussioni provocate dallo shutdown statunitense – già il più lungo di sempre –: da oggi l'amministrazione Trump ha ridotto del 4% i voli in 40 aeroporti a livello nazionale e aumenterà gradualmente la riduzione al 10% entro venerdì prossimo, se il blocco dovesse continuare. L'ordine di emergenza arriva dalla Federal Aviation Administration (FAA).

Perché lo shutdown causa carenza di personale? La situazione attuale ha lasciato decine di migliaia di controllori di volo, personale di sicurezza aeroportuale e altri senza stipendio. Ieri, secondo i dati di FlightAware, oltre 6.400 voli statunitensi hanno subito ritardi, con circa 200 cancellazioni. E i passeggeri «confermati» hanno dovuto affrontare lunghe code ai varchi di sicurezza.

I voli cancellati oggi sono stati, finora, 960, e quelli in ritardo più di 3.500. Le cancellazioni, per le compagnie, «avranno un impatto simile a quello di una giornata di maltempo», ha dichiarato un funzionario alla CNN. Ma, «a differenza di una tempesta, saranno distribuite su più città anziché su un'unica area geografica».

I democratici hanno presentato nelle ultime ore un'offerta per mettere fine allo shutdown che prevedeva un'estensione dei sussidi all'Obamacare di un anno, ma i repubblicani l'hanno bocciata.

Aeroporti «ad alto impatto»

Il segretario dei Trasporti Sean Duffy ha spiegato che i tagli sono necessari per mantenere i livelli di sicurezza richiesti a causa della continua pressione sul Sistema nazionale dello Spazio Aereo (NAS). I controllori del traffico aereo e gli altri dipendenti della FAA che supportano il NAS lavorano senza retribuzione dall'inizio dello shutdown, all'inizio di ottobre.

La FAA ha designato 40 scali negli Stati Uniti come «aeroporti ad alto impatto». Tra questi figurano gli aeroporti più trafficati del Paese sia in termini di movimenti aerei che di flusso passeggeri. Le compagnie aeree hanno ricevuto l'ordine di ridurre entro oggi il 4% del loro programma di voli, il 6% entro l'11 novembre, l'8% il 13 novembre e il 10% il 14 novembre.

Se la situazione dovesse trascinarsi ulteriormente, il taglio del traffico aereo negli aeroporti americani potrebbe superare le previsioni del 10% e raggiungere, addirittura, il 20%, ha avvertito Duffy in un'intervista a Fox.

Lo shutdown, lo ricordiamo, implica il congelamento del 27% della spesa pubblica federale. Senza l’approvazione dei fondi che servono a finanziare parte dei servizi governativi, si rischia il blocco parziale di agenzie federali e dipartimenti (come ad esempio quello della Difesa), ma anche musei, parchi pubblici e servizi di assistenza ai più fragili. In mancanza di un accordo inoltre, il Congresso è costretto a navigare a vista approvando solo i rifinanziamenti che presentino gli stessi livelli di spesa dell’anno precedente. L'ultimo shutdown durante la presidenza Trump (prima di quello attuale) «si concluse perché i controllori del traffico aereo federali, che lavoravano senza stipendio, iniziarono a rimanere a casa, minacciando di creare gravi disagi al traffico aereo statunitense», spiega l'ISPI, Istituto per gli studi di politica internazionale. «Situazioni simili, infatti, possono essere imprevedibili. E mentre entrambe le parti sembrano determinate ad andare allo scontro, non si sa quando o come finirà questa battaglia i cui effetti non si fermano ai servizi e ai consumi. I mercati finanziari sono in agitazione e si rischia un aumento dei tassi di interesse sui titoli di Stato, considerati più rischiosi, e questo aggraverebbe i timori di un default entro la fine del 2025».


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