Guerra

L'Ucraina ha colpito la fabbrica dei bombardieri Tupolev Tu-22M e Tu-160M

È quanto sostiene RBC-Ucraina facendo affidamento su fonti all'interno dei servizi speciali – L'attacco è avvenuto nel Tatarstan, a oltre 1.000 chilometri dal confine, ed è stato effettuato con droni
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Red. Online
17.04.2024 15:30

I droni del GUR, il servizio di intelligence militare ucraino, stamane hanno attaccato una fabbrica di aerei nel Tatarstan, una delle repubbliche della Federazione Russa. L'obiettivo, nello specifico, era lo stabilimento Gorbunov di Kazan, dove Mosca produce (e ripara) i bombardieri strategici Tu-22M e Tu-160M. È quanto afferma RBC-Ucraina, forte di fonti all'interno dei servizi speciali.

Secondo i media russi e alcuni utenti dei social network, la fabbrica è stata evacuata. Per precauzione, Rosaviatsiya – l'Agenzia federale per il trasporto aereo – ha spiegato che gli aeroporti di Kazan, Nizhnyokamsk e Nizhny Novgorod sono chiusi al traffico. Le prime foto dell'attacco, inoltre, sono state distribuite online. 

Lo stabilimento Gorbunov è legato alla holding Tupolev KB. Negli anni, questa struttura si è specializzata nella produzione e nella riparazione di aerei militari russi, in particolare i bombardieri strategici Tu-22M e Tu-160M. Modelli, questi, che Mosca ha usato e continua a usare per effettuare i suoi attacchi missilistici contro l'Ucraina.

La capacità dei droni ucraini è stata più volte sottolineata in questi anni, mentre le incursioni nel Tatarstan non sono una novità assoluta. Un primo attacco, al sito di assemblaggio Shakhediv, risale infatti agli inizi di aprile. Lo sforzo di Kiev, in questo senso, è importante considerando che questa repubblica dista oltre mille chilometri dal confine ucraino. Quanto alla paternità dell'attacco odierno, RBC-Ucraina ha riferito che le fonti consultate hanno ribadito che si è trattato di un'operazione del GUR. Rimanendo agli obiettivi militari, giorni fa la Russia aveva subito altre ondate di attacchi con droni alle sue basi di Engels-2, Yejsk e Morozovsk.

L'Ucraina, d'altro canto, da tempo sta andando sempre più in profondità nel territorio russo. Con l'obiettivo di colpire le raffinerie di petrolio, in più regioni. Gli attacchi subiti, stando all'intelligence britannica, hanno ridotto e non di poco le capacità di esportazione di oro nero della Russia. Non solo, a causa delle sanzioni occidentali le raffinerie russe impiegheranno più tempo a tornare a pieno regime. L'Occidente, scrive RBC Ucraina, non vedrebbe di buon occhio queste operazioni poiché il rischio, con le raffinerie russe tutto fuorché a pieno regime, è che il prezzo del petrolio subisca un aumento a livello globale. Kiev, dal canto suo, confida che attraverso questa strategia si interrompano i rifornimenti all'esercito russo e, di riflesso, il Cremlino venga costretto a ritirarsi.

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