L'analisi

Ma davvero l'Italia scivolerà verso una democratura?

Diversi esperti temono che il nuovo governo di centrodestra assuma posizioni autoritarie, «imitando» modelli come l'Ungheria o la Polonia
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Marcello Pelizzari
26.09.2022 16:30

Democratura. Il termine, invero piuttosto conosciuto, è tornato di strettissima attualità dopo il risultato delle elezioni politiche italiane. O, meglio, dopo il netto successo di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. Rappresenta, di fatto, un timore. Quello che una democrazia possa scivolare verso l’autoritarismo.

Per democratura, leggiamo sul dizionario Treccani, si intende un «regime politico improntato alle regole formali della democrazia, ma ispirato nei comportamenti a un autoritarismo sostanziale». Lo scrittore, giornalista e saggista uruguaiano Eduardo Galeano, in particolare, coniò la parola democratura per descrivere la convivenza di elementi democratici e autoritari all’interno di un modello che potremmo definire come «democrazia ristretta» o, se preferite, «dittatura costituzionale».

Fatte le spiegazioni, la domanda è d’obbligo: anche l’Italia, con questa coalizione al governo, finirà per trasformarsi in una democrazia del genere? Molto, evidentemente, dipenderà dalle dinamiche parlamentari. Ma diversi analisti, anche stranieri, sottolineano come le basi per un’Italia sempre più vicina a Paesi come l’Ungheria, la Polonia o, ancora, alla Serbia siano presenti e pure forti. A cominciare dalla candidata presidente del Consiglio, etichettata come post-fascista. Per anni, d’altronde, l’Europa è stata attraversata da nazionalismi e populismi, con tanto di riduzioni (anche marcate) dei diritti civili e rovesciamenti dell’assetto istituzionale.

Non è un caso, spiegano sempre gli esperti, che il Cremlino tramite Dmitry Peskov abbia già mostrato una certa soddisfazione. Lo stesso dicasi per il leader ungherese Viktor Orbán. «Bravo, Giorgia!» il messaggio, via social, a Meloni. Con tanto di foto assieme.

Pochi giorni fa, la stessa Unione Europea aveva denunciato «il crollo della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali» in Ungheria, un Paese che agli occhi di Bruxelles ora propone «un regime ibrido di autocrazia elettorale». Secondo l’indice di democrazia V-Dem dell’Università di Göteborg, in Svezia, l’Ungheria nel 2019 era diventato – di fatto – il primo membro autoritario nella storia dell’UE. Addirittura, Ungheria e Polonia nel 2022 figurano tra le principali nazioni autocratiche del mondo.

D’accordo, ma l’Italia? L’estrema destra, negli anni, ha abbassato la voce. Ma le radici politiche e culturali del fascismo sono ancora presenti. Come, dunque, il pericolo (seppur remoto) di una democratura.

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