9 maggio

Ma dov'erano gli aerei?

Niente «formazione a Z» e nemmeno l'ombra del Doomsday Plane: il Cremlino, all'ultimo momento, ha rinunciato alla sfilata «fra le nuvole»
Marcello Pelizzari
09.05.2022 17:30

Ma gli aerei? Già, gli aerei. I grandi, grandissimi assenti della parata. «Vedrete, alcuni velivoli sorvoleranno Mosca formando una Z» dicevano i beneinformati o, meglio, tutti quelli che, alzando gli occhi al cielo, avevano assistito alle prove dell’evento. Un trait d’union, nelle intenzioni russe, fra la sconfitta del nazifascismo ai tempi della Seconda guerra mondiale e l’invasione dell’Ucraina.  

E invece, appunto, è stato un 9 maggio in tono minore. Quasi dimesso. La dimostrazione di potenza, lassù, non c’è stata. E anche il discorso di Vladimir Putin è stato (quasi) monocorde. Il leader del Cremlino, semplicemente, ha ribadito una narrazione che promuove da settimane, anzi mesi. Senza aggiungere alcunché.

Le autorità, dicevamo, hanno optato per una parata senza aerei. All’ultimo minuto. Complice il maltempo, recita il comunicato ufficiale, sebbene le condizioni a Mosca non fossero particolarmente brutte. E poi, leggiamo, sono state cancellate pure esibizioni a Ekaterinburg, Novosibirsk e Samara, città fra l’altro molto attiva nell’industria aerospaziale e nei materiali per l’aviazione.

L'ipotesi del sabotaggio

Subito, beh, è avanzata un’ipotesi: la Russia temeva un sabotaggio ucraino o, ancora, interno. Nelle scorse settimane, d’altronde, gli attacchi a siti militari o industriali nel territorio della Federazione Russa sono aumentati.

L’assenza di una sfilata fra le nuvole, per contro, è andata ad aggiungersi al vuoto, pneumatico, del discorso pronunciato da Putin. Nessuna «guerra totale a Kiev», di riflesso nessuna mobilitazione di massa anche se, inevitabilmente, l’opzione rimane sul tavolo.

Un sabotaggio, o meglio un ciberattacco, in effetti si è verificato prima della copertura in diretta della parata. I nomi dei programmi sono stati temporaneamente cambiati per evidenziare i crimini di guerra commessi dai russi in Ucraina.

Sul primo canale, ad esempio, sono comparse le seguenti frasi: «Sulle vostre mani c’è il sangue di migliaia di ucraini e delle loro centinaia di bambini assassinati. La TV e le autorità mentono. No alla guerra».

Ventotto città

Benché dimessa, la parata di Mosca ha coinvolto battaglioni e battaglioni di soldati. Eventi minori si sono svolti in altre ventotto città del Paese, con un totale di 60 mila partecipanti. Avrebbe, questo sì, dovuto essere più sfarzosa e imponente. Almeno queste erano le intenzioni di Putin e dell’establishment.

Addirittura, stando ad alcuni analisti il Cremlino aveva in mente di organizzare una parata perfino a Kiev, nella convinzione che la capitale ucraina sarebbe caduta in pochi giorni e che, oggi, al posto di Zelensky vi sarebbe stata una figura vicina a Mosca. Al contrario, perfino nelle repubbliche separatiste, Lugansk e Donetsk, le manifestazioni sono state annullate. Troppi rischi, già, mentre a Mariupol l’annullamento verosimilmente va ricercato nello scenario apocalittico attorno alla sfilata di soldati. Uno scenario poco adatto al pubblico televisivo russo, edulcorato dalla propaganda.

E il Doomsday Plane?

Niente aerei, dunque. E dire che il ministero della Difesa russo, pochi giorni fa, aveva confermato e pure pubblicizzato la presenza del cosiddetto «Doomsday Plane», un Ilyushin Il-80 progettato per trasportare il presidente Putin e gli alti papaveri russi in caso di guerra nucleare. Ne aveva dato notizia perfino Reuters, ribadendo che quel velivolo di comando non solcava i cieli di Mosca per la parata dal 2010.

Il 7 maggio, ancora, un gruppo di caccia aveva attraversato la capitale formando la lettera Z, famoso e famigerato simbolo di attaccamento alla guerra e di sostegno alle truppe russe in Ucraina.

Oggi, del mega aereo come dei MiG e dei Sukhoi non vi era traccia. Solo a causa del maltempo?

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