Il caso

Ma gli USA hanno comprato aerei da combattimento sovietici?

È quanto afferma il Kyiv Post, spiegando che Washington potrebbe «girare» all'Ucraina i MiG-31, MiG-27, MiG-29 e Su-24 acquistati dal Kazakistan
Un MiG-31 in forza alla Russia. © Wikipedia
Red. Online
29.04.2024 09:01

E così, gli Stati Uniti avrebbero acquistato 81 aerei da combattimento di epoca sovietica. Dal Kazakistan, secondo quanto riferisce il Kyiv Post. Astana, desiderosa di potenziare la propria flotta aerea, lo scorso ottobre aveva messo all'asta – in totale – 117 fra aerei da combattimento e bombardieri. Tutti, appunto, risalenti all'epoca in cui il Kazakistan faceva parte dell'Unione Sovietica. Nel lotto c'erano intercettori MiG-31, cacciabombardieri MiG-27, caccia MiG-29 e bombardieri Su-24. Prodotti fra gli anni Settanta e Ottanta, leggiamo.

Il valore, totale, di vendita era di un miliardo di tenge kazaki, circa 2,26 milioni di dollari. Tradotto: ogni aereo aveva un valore medio di 19.300 dollari. Il Kyiv Post ha citato, quale fonte, il canale Telegram ucraino Insider UA. Detto che Washington, al momento, non ha confermato quanto trapelato, una domanda si impone: perché mai gli Stati Uniti dovrebbero acquistare vecchi aerei sovietici? Difficile a dirsi. Secondo il quotidiano ucraino, tuttavia, questi aerei potrebbero venire «dirottati» proprio a Kiev. Reporter, un sito indipendente russo in lingua inglese, ha riferito che la vendita è stata effettuata tramite società offshore. Detto di un possibile loro impiego in Ucraina, come esche, questi velivoli secondo il Kyiv Post potrebbero servire anche come fonte di pezzi di ricambio.

Di che aerei stiamo parlando?

Nomi e sigle, dicevamo, risalgono all'URSS. Il Mikoyan MiG-31, ad esempio, era un intercettore supersonico progettato per difendere lo spazio aereo sovietico. Svolse un ruolo fondamentale durante la Guerra Fredda. Derivato direttamente dal MiG-23, il MiG-27 invece era un aereo da attacco al suolo e venne impiegato in azione in conflitti come la guerra sovietico-afghana. Il MiG-29, dal canto suo, eccelleva nel combattimento aria-aria. Fu ampiamente esportato e, a oggi, rimane in servizio presso alcune forze aeree. Nonostante la sua età, infine, il Su-24 – un bombardiere tattico con ali a geometria variabile – rimane in servizio con diverse forze aeree, tra cui le Forze aerospaziali russe e l'Aeronautica militare ucraina.

Ma con chi sta il Kazakistan?

Parte dell'Unione Sovietica dal 1936 al 1991, quando dichiarò la propria indipendenza, il Kazakistan negli anni ha mantenuto una forte alleanza e stretti legami con la Russia. Sia a livello commerciale sia, soprattutto, in termini politici. Dopo l'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia, due anni fa, Astana ha cambiato strategia. Allontanandosi sempre di più da Mosca e attirandosi anche non poche antipatie da parte del Cremlino. Gli attuali sforzi del Paese centroasiatico per migliorare le proprie capacità militari, d'altro canto, vanno inquadrate proprio in un crescente impegno con l'Occidente. 

Il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, aveva visitato il Kazakistan nel marzo del 2023, dichiarando che Washington sostiene fortemente l'indipendenza e l'integrità territoriale del Paese. Dopo la svolta filo-occidentale dei kazaki, alcuni propagandisti russi hanno preso di mira Astana affermando che, dopo l'Ucraina, il Kazakistan dovrebbe essere la prossima ex Repubblica sovietica a essere invasa. Così, ad esempio, il presentatore televisivo Vladimir Solovyov: «La Russia deve prestare attenzione al fatto che il Kazakistan è il prossimo problema, perché lì possono iniziare gli stessi processi nazisti dell'Ucraina».

Astana, detto del Cremlino, deve anche affrontare le sfide geopolitiche di altri attori regionali e globali come Afghanistan, Cina e Iran.