Ma quanto sono vecchi aerei ed elicotteri iraniani?

Le autorità iraniane, al momento, si sono limitate a parlare di un guasto tecnico. Al di là delle solite fake news e teorie del complotto, circolate con forza in queste ore. Il fatto che l'elicottero su cui viaggiava il presidente Ebrahim Raisi fosse vecchio, molto vecchio – per contro – potrebbe aver avuto un ruolo nello schianto. Al riguardo, il Financial Times scrive che gran parte della flotta iraniana ha un «disperato bisogno» di pezzi di ricambio. Pezzi che Teheran, viste le sanzioni occidentali in vigore, non ha potuto acquistare negli anni. Se non aggirando il sistema. Un discorso, questo, valido anche per il Bell 212 di fabbricazione statunitense su cui stava volando, appunto, Raisi.
La flotta aerea iraniana, ha spiegato al Financial Times Ali Ansari, fondatore dell'Istituto di studi iraniani presso l'Università di St Andrews, «è una metafora del regime nel suo insieme». Tradotto: i mezzi sono vecchi e non dovrebbero più volare. Come in quella storiella, peraltro falsa, del calabrone che non potrebbe volare ma non lo sa e vola lo stesso, anche aerei ed elicotteri della Repubblica Islamica rimangono in servizio. Finché non cadono, verrebbe da dire. Molto, evidentemente, hanno fatto e stanno facendo le sanzioni. Che hanno ostacolato, e non poco, gli sforzi dell'Iran per rinnovare la propria flotta o accedere, parallelamente, ai pezzi di ricambio e ai contratti di manutenzione con aziende occidentali.
Fra gli aerei di linea iraniani, per dire, troviamo ancora degli Airbus A300. Velivoli che il costruttore europeo ha smesso di produrre nel 2007. Secondo Cirium, società di analisi attiva nell'aviazione, l'età media degli apparecchi attivi nella flotta passeggeri, in Iran, ha quasi 28 anni. Parliamo del doppio dell'età media globale. Non solo, la compagnia di bandiera Iran Air ha un A300 con quasi quarant'anni di servizio alle spalle. Troppi, già.
Alcune sanzioni occidentali, è vero, erano state ritirate dopo che l'Iran, nel 2015, aveva accettato l'accordo sul nucleare. All'epoca, Teheran aveva stretto accordi importanti con Airbus e Boeing per ricostruire la sua flotta. Parliamo di oltre 40 miliardi di dollari. Tre anni più tardi, per contro, l'amministrazione Trump uscì dall'accordo e impose centinaia di altre sanzioni. Sanzioni che il Financial Times, oggi, definisce paralizzanti. Il risultato? Gli accordi con Airbus e Boeing, banalmente, saltarono.
Le cose, pensando all'età e all'invecchiamento della flotta, non vanno meglio nell'Aeronautica militare. L'Iran, al momento, «mette assieme» alcuni aerei statunitensi, molti dei quali acquistati negli anni Settanta, diversi mezzi di fabbricazione sovietica e alcuni Mirage F1 francesi. Stando ad alcuni funzionari di intelligence, la Russia avrebbe portato avanti accordi in gran segreto per rifornire Teheran di moderni Su-35. Di prove, però, non ce ne sono. Gli analisti dell'Istituto internazionale per gli studi strategici, circa lo stato in cui versa la flotta dell'Aeronautica, affermano che l'Iran sta lottando con «attrezzature sempre più obsolete». Di qui la conclusione che l'età del Bell 212 governativo su cui viaggiava Raisi, beh, potrebbe rappresentare un fattore importante. Se non decisivo, al di là di condizioni meteorologiche avverse.
Storicamente, il Bell 212 è considerato un mezzo affidabile. Venne sviluppato negli anni Sessanta e fu largamente adoperato dagli Stati Uniti in Vietnam. Oggi, è impiegato fra gli altri dall'Aeronautica austriaca, dalla Guardia costiera giapponese, dalle forze di polizia thailandesi e, ancora, dai Vigili del Fuoco statunitensi. Detto, e ribadito, che questi elicotteri sono generalmente ritenuti sicuri e affidabili, «di fronte a un incidente è sempre necessario tenere conto delle condizioni operative» ha dichiarato al Financial Times Carlos Cesnik, professore di ingegneria aerospaziale all'Università del Michigan. Detto in altri termini: «Le condizioni meteorologiche e la manutenzione sono in cima alla lista». Secondo Cirium, l'Iran ha oltre sessanta elicotteri Bell in servizio. Inclusi tredici Bell 212. Alcuni analisti ritengono che quello precipitato nella provincia dell'Azerbaigian orientale avesse il seguente numero di registrazione: 6-9207. Sarebbe quindi stato consegnato all'Aeronautica militare nel 1994. Trent'anni fa. È verosimile pensare che le parti di ricambio e gli aggiornamenti del software di bordo siano sotto sanzioni occidentali. Bell Trexton, la società statunitense che produce questi elicotteri, dal canto suo ha precisato che non conduce «alcuna attività in Iran né supporta la loro flotta di elicotteri».
Detto che gli incidenti di elicottero, di per sé, sono più probabili rispetto a quelli aerei, l'Iran – proprio per il suo status di Paese sanzionato – ha una storia movimentata, per dirla con il Financial Times. Complice la sua storia recente, fatta di parti contrabbandate e ingegneria inversa. Prima di Raisi, due presidenti erano stati coinvolti con un elicottero governativo. Non solo, l'anno scorso l'elicottero che trasportava il ministro dello Sport Hamid Sajjadi si schiantò mentre cercava di atterrare su un campo di calcio. Il ministro se la cavò senza conseguenze, mentre il suo assistente morì e altre dodici persone rimasero ferite. L'ex ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, ha colto la palla al balzo attribuendo proprio alle sanzioni statunitensi la morte di Raisi: «Questo incidente sarà registrato nella lista dei crimini americani contro il popolo iraniano».