Magdeburgo, «le falle nella sicurezza erano note da tre settimane»

Ma blocchi e dissuasori dov'erano? Ce lo eravamo domandati all'indomani dell'attentato al mercatino di Natale di Magdeburgo, in Germania, lo scorso 20 dicembre. Un 50.enne saudita ha fatto irruzione a bordo di un'auto falciando la folla, uccidendo cinque persone, fra cui un bambino di 9 anni, e ferendone 230. La novità? È emerso che la falla nella sicurezza che ha permesso al (presunto) attentatore Taleb A. di arrivare sul posto a bordo di una BMW presa a noleggio era nota in anticipo. Lo dimostra un'e-mail a cui il quotidiano tedesco Volksstimme ha avuto accesso.
Il mercatino di Magdeburgo era circondato da blocchi di cemento. Una misura comune a molti mercatini, in Germania ma non solo, volta a impedire a terroristi e malintenzionati di irrompere con un mezzo sulla folla. Per evitare quanto accaduto a Berlino nel 2016, ma anche a Nizza e Barcellona. Ma nel punto in cui Taleb A. è entrato con l'automobile «c’è uno spazio abbastanza largo da permettere a un’auto di entrare nel mercatino di Natale», è emerso nelle ore successive alla tragedia. Ed è proprio quello che è successo.
Le autorità di Magdeburgo hanno spiegato davanti ai media che l'autore è entrato con la BMW sfruttando un varco, quindi ha accelerato e ha continuato a guidare attraverso il mercatino. Quindi, ha svoltato a sinistra verso la strada principale, ha svoltato una volta ancora e proseguito verso la stazione ferroviaria salvo poi essere fermato da alcuni agenti che si trovavano a sorvegliare il mercatino. Tutto è successo in tre minuti. Il capo della polizia Tom-Oliver Langhans ha precisato che il sospetto dovrebbe aver raggiunto la piazza principale del mercatino di Natale attraverso un ingresso riservato ai mezzi di salvataggio. Un ingresso privo di barricate. «Le linee guida per la sicurezza verranno aggiornate», aveva quindi aggiunto.
Ma torniamo all'email di cui riferisce Volksstimme. Dalla quale emerge che gli organizzatori e la polizia erano a conoscenza del varco. Il 29 novembre l'organizzatore ha infatti informato la polizia che il varco, che avrebbe dovuto servire come corsia di soccorso, era «aperto». Mentre lui sollevava la necessità che fosse «sorvegliato e chiuso» da auto e agenti di polizia. «Nell'area di Hartstrasse, alcuni veicoli sono stati ripetutamente parcheggiati nel posto sbagliato [...]», vi si legge. «Ho parlato con i miei colleghi e mi hanno informato che non hanno "alcuna informazione su un'operazione" nella zona». Alla mail non ha fatto seguito alcuna risposta.
Stiamo parlando, facciamo notare, di tre settimane prima dell'attacco.
«Rimpallo di responsabilità»
La Bild aggiunge inoltre che «c'era stata un'ispezione in loco il giorno prima dell'apertura del mercatino di Natale». «Nessuno ha notato la strada di accesso larga sei metri?», si domanda il quotidiano. La sera precedente all'attentato c'era stata un'operazione per un tentato omicidio nel vicino distretto di Stendal, motivo per cui gli agenti erano stati sostituiti con poco preavviso. In seguito, c'erano stati colloqui tra la polizia e gli organizzatori.
Ed è qui che la Bild denuncia un «rimpallo di responsabilità»: un portavoce della polizia di Magdeburgo ha infatti dichiarato che «è l'organizzatore a essere responsabile della sicurezza del mercatino». Oltre alle pattuglie a piedi, era effettivamente previsto il posizionamento di veicoli in quattro punti fissi. «Le postazioni non avevano lo scopo di bloccare in modo permanente i percorsi pedonali o gli ingressi al mercatino, ma solo di aprirli ai servizi di emergenza e ai pompieri. Posizionandoli vicino ad alcuni ingressi, dovrebbe essere possibile installare barriere mobili, in caso di necessità», ha aggiunto il portavoce.
La lacuna nella sicurezza non è stata notata durante l'ispezione, conclude il giornale tedesco. Neppure durante l'ultima avvenuta prima dell'apertura del mercatino di Natale, quando il piano di sicurezza era stato ufficialmente approvato dalla città di Magdeburgo.
L'audizione a porte chiuse
La ministra degli Interni tedesca, Nancy Faeser, e il suo omologo della Sassonia-Anhalt, insieme ai capi dei servizi segreti e a diversi alti funzionari sono chiamati proprio oggi a rispondere alle domande della commissione Interni del Bundestag sull'attentato. L'audizione si svolgerà a porte chiuse.
Fonti vicine al governo tedesco, lo ricordiamo, hanno confermato che le autorità tedesche avevano rifiutato l'estradizione di Taleb A. Estradizione chiesta da Riad nella quale si avvertiva che l'uomo «potesse essere pericoloso». L’agenzia di stampa tedesca Dpa e il quotidiano di Amburgo Die Welt hanno riferito che lo psichiatra saudita era stato in cura per disturbi psichici, indizi di una «grave malattia mentale». Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato che «nel corso degli anni ci sono stati ripetuti segnali riguardo» al saudita ed è «ora è necessario verificare con grande attenzione se ci siano stati errori da parte delle autorità della Sassonia-Anhalt o a livello federale. Non ci devono essere esitazioni nel fare piena luce sulla vicenda».
Faeser, nel frattempo, ha annunciato la sua intenzione di prorogare oltre marzo i controlli alle frontiere, già estesi a settembre per sei mesi. «Le nostre strategie per contenere l'immigrazione irregolare e contrastare i trafficanti funzionano», ha dichiarato al quotidiano Augsburger Allgemeine. «Non possiamo abbassare la guardia finché le frontiere esterne dell'Ue non saranno davvero blindate», ha aggiunto.