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Netanyahu: «Accetto il piano di Trump per fermare la guerra»

Lo ha detto il premier israeliano nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il presidente americano – Secondo l'alto funzionario di Hamas Muhammad Mardawi il piano «pende verso la prospettiva israeliana» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Netanyahu: «Accetto il piano di Trump per fermare la guerra»
Red. Online
29.09.2025 08:13
23:36
23:36
ANP: «Accogliamo con favore gli sforzi di Trump»

Autorità Nazionale Palestinese ha accolto con favore gli «sforzi sinceri e determinati» del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in seguito al suo annuncio di un piano per porre fine alla guerra a Gaza. In una dichiarazione, ha affermato di «accogliere con favore gli sforzi sinceri e determinati del Presidente Donald J. Trump per porre fine alla guerra a Gaza e di affermare la propria fiducia nella sua capacità di trovare una via verso la pace». 

23:09
23:09
Paesi arabi e islamici a favore del piano di Trump su Gaza

Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Pakistan, Turchia, Qatar ed Egitto hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui accolgono con favore gli sforzi di Trump per porre fine alla guerra a Gaza, dicendosi pronti a «cooperare positivamente» con gli Usa per finalizzare l'accordo e garantirne l'attuazione. Lo riporta Sky News. «I ministri degli Esteri accolgono con favore l'annuncio di Trump sulla proposta di porre fine alla guerra, ricostruire Gaza, impedire lo sfollamento del popolo palestinese e promuovere una pace, nonché il suo annuncio che non consentirà l'annessione della Cisgiordania».

23:00
23:00
La Jihad palestinese: «Il piano di Trump è una ricetta per ulteriori aggressioni»

La Jihad Islamica, un gruppo militante palestinese che combatte al fianco di Hamas a Gaza, ha criticato duramente il piano del presidente statunitense Donald Trump per porre fine alla guerra, affermando che alimenterebbe ulteriori aggressioni contro i palestinesi. «È una ricetta per una continua aggressione contro il popolo palestinese. In questo modo, Israele sta tentando, tramite gli Stati Uniti, di imporre ciò che non è riuscito a ottenere con la guerra», ha affermato il gruppo in una dichiarazione. «Pertanto, consideriamo la dichiarazione americano-israeliana una formula per incendiare la regione». 

22:48
22:48
«A Gaza 200 giornalisti uccisi perché custodi della verità»

Nel mondo ci sono «segnali di allarme» per gli «attacchi diretti e la censura» in «nazioni pioniere nel riconoscimento delle libertà di espressione», intanto che «i signori dell'algoritmo» promuovono una nuova censura «dai loro monopoli del potere». Mentre a Gaza, «200 giornalisti sono stati assassinati» per essere «testimoni scomodi del massacro» e «custodi della verità di fronte all'impunità». Lo ha detto questa sera il premier spagnolo Pedro Sanchez, intervenendo questa sera con il re Felipe VI, ai premi di giornalismo Vanguardia, a Barcellona, del gruppo editoriale Godò.

Sanchez ha esortato a «onorare la loro memoria» e quella di «tanti giornalisti nel mondo, che pagano con la vita l'amore per questa professione, essenziale per sostenere la libertà di espressione», che va difesa per «difendere l'essenza stessa della democrazia».

22:36
22:36
Blair: «Il piano di Trump è coraggioso e intelligente»

L'ex primo ministro britannico Tony Blair accoglie con favore la proposta degli Stati Uniti di porre fine alla guerra di Gaza, che lo vede membro di un comitato consultivo internazionale presieduto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che supervisionerà un governo di transizione di tecnocrati palestinesi responsabili dell'amministrazione di Gaza dopo la guerra. Lo riportano diversi media internazionali.

«Il presidente Trump ha elaborato un piano coraggioso e intelligente che, se approvato, può porre fine alla guerra, portare sollievo immediato a Gaza, la possibilità di un futuro migliore e più luminoso per il suo popolo, garantendo al contempo la sicurezza assoluta e duratura di Israele e il rilascio di tutti gli ostaggi», afferma Blair nella sua prima dichiarazione pubblica sulla questione. «Ci offre la migliore possibilità di porre fine a due anni di guerra, miseria e sofferenza e ringrazio il presidente Trump per la sua leadership, determinazione e impegno» aggiunge Blair.

«In particolare, la disponibilità (di Trump) a presiedere il Consiglio per la pace per supervisionare la nuova Gaza è un enorme segnale di sostegno e fiducia nel futuro di Gaza, nella possibilità che israeliani e palestinesi trovino una strada verso la pace e nel potenziale di un'alleanza regionale e globale più ampia per contrastare le forze dell'estremismo e promuovere la pace e la prosperità tra le nazioni», aggiunge l'ex premier britannico.

22:25
22:25
Macron rende omaggio all'impegno di Trump per porre fine alla guerra

Il presidente francese, Emmanuel Macron, rende omaggio in un post su X «all'impegno del presidente Trump per mettere fine alla guerra a Gaza e ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi». «Auspico - scrive Macron - che Israele si impegni in modo risoluto su questa base. Hamas non ha altra scelta che liberare immediatamente tutti gli ostaggi e seguire questo piano».

«Questi elementi - continua Macron - devono permettere una discussione approfondita con tutti i partner coinvolti per costruire una pace duratura nella regione, basata sulla soluzione a due stati e gli elementi concordati da 142 stati alle Nazioni Unite, su iniziativa della Francia e dell'Arabia Saudita». «La Francia - conclude il post del presidente francese - è pronta a contribuire. Vigilerà sugli impegni di ciascuna delle parti».

22:19
22:19
«Il piano di Trump è stato trasmesso da Qatar ed Egitto a Hamas»

Una fonte diplomatica ha riferito all'emittente televisiva qatariota Al Jazeera che il Qatar e l'Egitto hanno trasmesso il piano di Trump per la Striscia di Gaza alla delegazione negoziale di Hamas. La delegazione ha promesso ai mediatori di «studiare la proposta responsabilmente».

22:02
22:02
«Doha si è impegnata a portare Hamas a un accordo»

Fonti politiche israeliane hanno rivelato a Ynet, il media più letto del Paese, che «il Qatar si è impegnato a fare in modo che Hamas accetti l'accordo».

21:40
21:40
Hamas: «La resistenza armata è un diritto del popolo palestinese»

«La resistenza armata è un diritto del popolo palestinese finché esiste l'occupazione. Se il popolo palestinese sarà liberato e verrà creato uno Stato palestinese, allora non ci sarà più bisogno né di resistenza né di armi, e ciò farà parte dell'entità palestinese». Lo ha detto, in un'intervista al canale qatariota Al-Arabi il funzionario di Hamas Tahir al-Nunu.

«La presenza degli ostaggi è legata alla fine della guerra e al ritiro dell'occupazione dalla Striscia di Gaza. Siamo pronti a rilasciare tutti i prigionieri che deteniamo, sia vivi che morti. La loro presenza è temporanea, fino alla fine della guerra e a uno scambio di prigionieri dignitoso,» ha dichiarato. Inoltre, ha affermato che Hamas è pronto a un accordo con l'Autorità Palestinese riguardo al «giorno dopo».

Al-Nunu ha aggiunto: «Ci sono ostaggi che sono morti, e sono necessari mezzi tecnici per recuperarne i corpi. Questo richiede tempo, e lo abbiamo già detto durante i negoziati. Siamo pronti a liberarli tutti come parte di un accordo complessivo per porre fine alla guerra e garantire il ritiro dell'occupazione dalla Striscia di Gaza».

21:40
21:40
Le famiglie degli ostaggi: «Un punto di svolta storico»

«Dopo quasi due anni di angoscia inimmaginabile, ci troviamo a un punto di svolta storico. Siamo profondamente grati al Presidente Trump per il suo incrollabile impegno verso le nostre famiglie e verso lo Stato di Israele, e per aver raggiunto ciò che desideravamo disperatamente fin dal 7 ottobre: un accordo per riportare a casa tutti i nostri cari».

Lo scrive il Forum delle famiglie degli ostaggi in una nota. Questo è un accordo storico che permetterà al nostro popolo di guarire, di porre fine alla guerra e di tracciare un nuovo futuro per il Medio Oriente«.

Nel loro comunicato, le famiglie dei rapiti sottolineano che »il Presidente Trump ha compiuto ciò che molti ritenevano impossibile. La sua determinazione non è mai venuta meno, nemmeno quando altri avevano perso la speranza. Il tempo che ha personalmente investito nella ricerca della pace in Medio Oriente e nella risoluzione di questo conflitto che ha destabilizzato l'intera regione, insieme alla garanzia personale che ha posto su questo accordo, meritano la nostra più profonda gratitudine«.

Le famiglie aggiungono: »Rendiamo merito al Primo ministro Netanyahu per aver accettato l'iniziativa del Presidente Trump e lo invitiamo a ordinare immediatamente la cessazione dei combattimenti a Gaza, che continuano a mettere in pericolo la sorte dei nostri ostaggi. Non c'è alcun motivo di rischiare le loro vite ora che Israele ha adottato l'iniziativa storica del Presidente Trump. La comunità internazionale deve esercitare la massima pressione affinché Hamas si impegni seriamente in questa opportunità storica di pace«.

»Eppure, anche mentre celebriamo questa svolta, non ci fermeremo finché l'ultimo ostaggio non sarà tornato a casa - continuano -. Questo è il nostro dovere morale. Tutti i 48 ostaggi devono tornare«. I

Il Forum delle famiglie rivolgendosi al governo chiede: »Procedete con piena determinazione verso il completamento di questo accordo. Il mondo vi osserva. La storia ricorderà. È ora o mai più. Tutti i 48 ostaggi devono tornare a casa - i vivi per essere riabilitati, i defunti per essere sepolti nella loro terra. Solo allora potremo iniziare a guarire come nazione. Rivolgiamo il nostro più sentito ringraziamento al team del Presidente Trump, inclusi Steve Witkoff e Jared Kushner, per la loro instancabile dedizione. Insieme, porteremo a termine questo processo«.

21:11
21:11
Netanyahu: «Accetto il piano di Trump per fermare la guerra»

«Accetto il tuo piano per mettere fine alla guerra a Gaza»: lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il presidente Usa Donald Trump, elencando alcune delle principali condizioni previste.

Dal canto suo, l'alto funzionario di Hamas Muhammad Mardawi ha dichiarato in un'intervista al canale qatariota Al Jazeera che il piano di pace per Gaza presentato dal presidente degli Stati Uniti in conferenza stampa «pende verso la prospettiva israeliana. È vicino a ciò su cui Netanyahu insiste per continuare la guerra», ha affermato. Tuttavia, «dobbiamo ricevere questo piano in forma scritta e chiara prima di rispondere. Il piano deve essere nelle mani di Hamas e delle organizzazioni palestinesi», ha sottolineato ribadendo che né Hamas né alcun palestinese lo ha ancora visto.

Una Striscia di Gaza «riqualificata» e senza Hamas, che «non rappresenti più una minaccia» per Israele e i suoi vicini. E' questo il punto 1 del piano stilato dall'amministrazione Trump per porre fine alla guerra. E che, nella versione pubblicata dalla Casa Bianca, ha perso uno dei 21 paragrafi circolati sui media nei giorni scorsi. Tra le novità emerse, si prevede tra l'altro che lo stesso Trump guidi il nuovo meccanismo di transizione per Gaza, il Board of Peace, «insieme ad altri membri e capi di Stato, tra cui l'ex premier britannico Tony Blair».

Se entrambe le parti accetteranno la proposta «la guerra cesserà immediatamente», assicura il punto 3. «Le forze israeliane si ritireranno sulla linea concordata per preparare il rilascio degli ostaggi», vivi e morti, che dovrà avvenire - recita il punto 4 - «entro 72 ore» (e non più le 48 previste dalle indiscrezioni della vigilia). In cambio (punto 5) Israele rilascerà 250 palestinesi che scontano l'ergastolo e 1'700 abitanti di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre. Inoltre, per ogni ostaggio israeliano morto restituito, Israele consegnerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti.

Il punto 6 prevede che Hamas deponga le armi. Ai miliziani «che si impegnano a una coesistenza pacifica verrà concessa l'amnistia», e «sarà garantito un passaggio sicuro» a chi sceglierà l'esilio.

Sul piano umanitario (punti 7-8) «tutti gli aiuti saranno immediatamente inviati nella Striscia di Gaza. Come minimo, le quantità saranno coerenti con quanto previsto dall'accordo del 19 gennaio 2025». L'ingresso e la distribuzione «avverranno senza interferenze da parte delle due parti attraverso le Nazioni Unite e le sue agenzie, la Mezzaluna Rossa e altre istituzioni internazionali» non associate né a Israele né a Hamas. E sarà riaperto il valico di Rafah.

Al punto 9 viene descritto il nuovo organismo di transizione, composto da «un comitato palestinese tecnocratico e apolitico» per la gestione quotidiana dei servizi alla popolazione, e «con la supervisione e il controllo di un nuovo organismo transitorio internazionale, il 'Board of Peace'», presieduto e guidato appunto da Trump e Blair.

I punti 10 e 11 parlano di «un piano di sviluppo economico di Trump per ricostruire e rivitalizzare Gaza» elaborato con «un gruppo di esperti che hanno contribuito alla nascita di alcune delle fiorenti città moderne del Medio Oriente». Si citano «molte proposte di investimento» e «idee di sviluppo entusiasmanti» che «saranno prese in considerazione». Sarà inoltre «istituita una zona economica speciale con tariffe di accesso preferenziali da negoziare con i paesi partecipanti».

«Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, e coloro che desiderano andarsene saranno liberi di farlo e liberi di tornare. Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l'opportunità di costruire una Gaza migliore», si legge nel punto 12. Mentre i paragrafi 13 e 14 ribadiscono che Hamas «non avrà alcun ruolo, né direttamente né indirettamente», Gaza sarà «smilitarizzata» e «i partner regionali forniranno la garanzia» per assicurare che la «Nuova Gaza» non rappresenti più «una minaccia».

Il punto 15 prevede che «gli Stati Uniti collaboreranno con i partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza di Stabilizzazione Internazionale (Isf) temporanea da dispiegare immediatamente a Gaza», che addestrerà le future forze di polizia palestinesi: «Questa forza rappresenterà la soluzione di sicurezza interna a lungo termine».

Al punto 16 Israele si impegna a «non occupare né annettere Gaza», ma non si fa più menzione al veto americano di annessione della Cisgiordania, che lo stesso Trump aveva invece garantito ai leader arabi.

Il piano parla inoltre (18) di «dialogo interreligioso», «valori della tolleranza e della coesistenza pacifica, per cambiare la mentalità e le narrazioni di palestinesi e israeliani».

Negli ultimi due paragrafi si prevede infine, con molti condizionali, «un percorso credibile verso l'autodeterminazione e la sovranità» di uno Stato palestinese, ma solo «una volta che la riqualificazione di Gaza sarà stata portata avanti e il programma di riforma dell'Anp sarà stato fedelmente implementato».

20:01
20:01
«Netanyahu ha promesso al Qatar di non ripetere i raid»

Nella sua telefonata al premier del Qatar, presente Donald Trump, BenjamIn Netanyahu ha affermato che non effettuerà più attacchi del genere in futuro, riferendosi a quello contro i leader di Hamas a Doha. Lo rende noto un comunicato della Casa Bianca.

Trump ha partecipato alla telefonata tra Netanyahu e il premier del Qatar. Lo riferisce la Casa Bianca nella nota sottolineando che nella conversazione «i leader hanno accettato la proposta del presidente di istituire un meccanismo trilaterale per migliorare il coordinamento, migliorare la comunicazione, risolvere le controversie reciproche e rafforzare gli sforzi collettivi per prevenire le minacce».

19:55
19:55
Israele: «Dagli USA modifiche radicali al piano su Gaza»

Il notiziario di Channel 12 riferisce che il team del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha apportato «cambiamenti radicali» alla sua proposta di pace per Gaza, al fine di renderla più «realistica» per essere accettata da Israele, dopo un incontro con il ministro degli Affari Strategici Ron Dermer e il primo ministro Benyamin Netanyahu. Lo ha affermato un alto funzionario vicino al premier, secondo l'emittente israeliana.

Il funzionario vicino al primo ministro israeliano che ha parlato con Channel 12 ha aggiunto: «sappiamo che Hamas non accetterà di disarmarsi. Inoltre, non sono pronti a rilasciare gli ostaggi in un'unica fase, e non sono disposti a liberare tutti se non c'è una garanzia assoluta che la vicenda sia conclusa e che non ci sarà la guerra. E anche in quel caso, c'è il dubbio che manterranno la parola data».

19:49
19:49
Il premier pachistano plaude al piano di Trump per Gaza

Il Primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha accolto con favore il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine all'invasione israeliana di Gaza, definendolo un passo fondamentale verso la pace e la stabilità in Medio Oriente.

In una dichiarazione rilasciata dall'Ufficio del Primo ministro e pubblicata su X, Sharif ha affermato di «accogliere con favore il piano del presidente Trump per garantire la fine della guerra a Gaza». Ha aggiunto che «una pace duratura tra il popolo palestinese e Israele sarebbe essenziale per portare stabilità politica e crescita economica nella regione».

Sharif ha elogiato la «leadership» di Trump e ha elogiato il ruolo dell'Inviato Speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff, sottolineando al contempo che «l'attuazione della proposta dei due Stati è essenziale per garantire una pace duratura nella regione».

18:48
18:48
Manifestazione davanti all'ambasciata americana a Tel Aviv

Circa 100 manifestanti si sono radunati fuori dalla sede di Tel Aviv dell'ambasciata americana per chiedere il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente Donald Trump si incontrano alla Casa Bianca. Lo riferiscono i media israeliani.

I dimostranti portano striscioni che esortano Trump a usare la sua influenza per raggiungere un accordo che riporti indietro tutti i prigionieri ancora nelle mani di Hamas.

Qualche decina di ebrei antisionisti sta manifestando anche davanti alla Casa Bianca con cartelli con la scritta «Palestina libera» e lo Stato di Israele «non rappresenta l'ebraismo mondiale».

18:01
18:01
La Mezzaluna Rossa ha consegnato altri aiuti alla Flotilla

Oggi la Mezzaluna Rossa, con il supporto della Marina turca, ha consegnato ulteriori aiuti umanitari alla Global Sumud Flotilla. Ciò, spiegano gli attivisti in viaggio verso Gaza, «dimostra che le organizzazioni possono agire e che dispongono delle infrastrutture e della capacità per fare di più. Ma evidenzia anche una verità fondamentale: i governi hanno la responsabilità e i mezzi per assumere un ruolo più forte e attivo nel porre fine a questa crisi».

«Ora - prosegue la Flotilla - è il momento che le organizzazioni umanitarie e della società civile di tutto il mondo si facciano avanti, si coordinino e chiedano ai governi di adempiere ai propri doveri. Sta a tutti noi continuare a fare pressione, fermare una delle peggiori catastrofi provocate dall'uomo nella storia e garantire che gli aiuti raggiungano chi ne ha disperatamente bisogno. Il mondo osserva chi si batte per la giustizia e chi sceglie il silenzio».

17:29
17:29
Trump accoglie Netanyahu alla Casa Bianca

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato alla Casa Bianca, accolto da Donald Trump.

I due avranno un incontro nello studio Ovale per discutere il piano Usa per la tregua e il dopoguerra a Gaza. Prevista una conferenza stampa congiunta alle 13.15 (le 19.15 in Svizzera).

«Sono molto fiducioso di raggiungere l'accordo a Gaza», ha detto Trump accogliendo alla Casa Bianca Netanyahu.

Nel frattempo, il Qatar ha informato Washington di essere in grado di persuadere Hamas ad accettare il piano di Donald Trump e a consegnare le armi. Lo hanno riferito fonti americane a Sky News Arabia, dopo la telefonata del presidente con l'emiro qatarino.

Dal canto suo, il premier israeliano ha chiamato il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al-Thani e si è scusato per aver violato la sovranità del Qatar nell'attacco a Doha, esprimendo inoltre rammarico per l'uccisione di una guardia di sicurezza del Qatar. Lo ha riferito da una fonte vicina ad Axios.

Da parte sua, un alto funzionario di Hamas, Taher al-Nunu, ha dichiarato all'emittente qatariota Al-Arabi che «finora non ci sono state discussioni dirette o indirette sul piano promosso dagli Stati Uniti, e che Hamas ne è a conoscenza solo attraverso indiscrezioni sui media. Hamas non ha preso parte ai negoziati sul piano americano». Secondo lui, «Hamas è pronto al rilascio degli ostaggi come parte di un accordo globale che porrà fine alla guerra e porterà al ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza».

Intanto, l'ambasciatore americano all'Onu Mike Waltz, parlando al Consiglio di Sicurezza, ha dichiarato che «la riunione di oggi è l'ennesimo esempio dell'attenzione ossessiva di questo consiglio su Israele. Il presidente Donald Trump, proprio la scorsa settimana, ha detto all'Assemblea Generale Onu che le parole vuote non risolvono le guerre. I fatti sì. Se vogliamo porre fine alla guerra a Gaza, dobbiamo attribuire la responsabilità a chi spetta, ossia all'organizzazione terroristica nota come Hamas. Le Nazioni Unite non hanno ancora designato Hamas come organizzazione terroristica. Tutti noi desideriamo la pace, ma dovremmo essere uniti da un messaggio per Hamas: liberate gli ostaggi ora e ponete fine a questa guerra».

Sul terreno, però, un filmato condiviso sui social media e verificato da Al Jazeera mostra bombe israeliane che colpiscono un quartiere residenziale vicino all'ospedale al-Shifa di Gaza City.

Il video mostra diverse bombe che colpiscono un edificio di sette piani e l'area circostante. Il video cattura poi la devastazione causata dagli attacchi, mostrando edifici e un veicolo distrutti, e strade disseminate di macerie.

16:39
16:39
«Le persone sono costrette a rifugiarsi in meno del 14% della Striscia»

«Alti funzionari israeliani hanno continuato a chiedere lo sfollamento di massa dei palestinesi fuori Gaza, l'espansione delle operazioni militari israeliane verso un controllo totale di Gaza e il ripristino degli insediamenti nella Striscia. Alcuni hanno anche chiesto l'annessione e l'avanzamento degli insediamenti nella Cisgiordania occupata, che »seppellirebbero« l'idea di uno Stato palestinese, e hanno chiesto di interrompere tutti gli aiuti umanitari e i servizi di soccorso a Gaza fino al rilascio di tutti gli ostaggi». Lo ha detto il vice coordinatore speciale Onu per il processo di pace in Medio Oriente, Ramiz Alakbarov, al Consiglio di Sicurezza.

«Dopo 23 mesi di combattimenti, la situazione umanitaria a Gaza ha superato il punto di rottura - ha aggiunto - L'aumento degli ordini di evacuazione di massa dell'Idf e l'espansione delle zone militarizzate israeliane hanno spinto le persone a rifugiarsi in meno del 14% della Striscia».

15:48
15:48
«Siamo molto vicini a porre fine alla guerra a Gaza»

Per la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, Israele e Hamas sono «molto vicini» a raggiungere un accordo quadro per porre fine alla guerra a Gaza e garantire una pace duratura in Medio Oriente.

Parlando con i giornalisti prima del bilaterale tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu la funzionaria ha aggiunto che il presidente Usa avrebbe discusso il piano di pace in 21 punti con il premier israeliano.

Netanyahu e la sua delegazione sono appena decollati per Washington dove incontrerà il presidente Trump alle ore 11.00 ora locale alla Casa Bianca. Lo comunica l'ufficio del premier da Gerusalemme. Al termine dell'incontro, Trump e Netanyahu rilasceranno dichiarazioni alla stampa, alle ore 13.10 ora locale (le 19.10 in Svizzera).

Il presidente americano parlerà al telefono con l'Emiro del Qatar prima del suo incontro con il premier israeliano oggi alla Casa Bianca. Lo riferisce Axios, aggiungendo che la telefonata arriva mentre funzionari arabi affermano che gli Stati Uniti hanno modificato il testo del piano per porre fine alla guerra a Gaza, in base alle richieste di Netanyahu.

«Tutti, e intendo proprio tutti, sono esasperati da Bibi», ha affermato un funzionario dell'amministrazione Usa a conoscenza dei colloqui di pace al giornalista Barak Ravid, secondo quanto riporta lui stesso su X.

Nel frattempo, almeno 33 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani a Gaza dall'alba: lo riferiscono ad Al Jazeera fonti negli ospedali della Striscia. Almeno 24 delle vittime sono state uccise a Gaza City, dove l'esercito israeliano afferma di voler intensificare la sua offensiva.

Intanto, la Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato di aver evacuato 190 malati dalla Striscia di Gaza per cure mediche, in coordinamento con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

«Stamattina presto, le squadre della Mezzaluna Rossa, in coordinamento con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno continuato - afferma la Mezzaluna rossa su X - ad accompagnare i pazienti fino al valico, in preparazione del loro viaggio prima in Giordania, poi in Gran Bretagna e in diversi paesi europei per completare le cure. Tra loro ci sono diversi pazienti oncologici e persone con ferite gravi. Questa evacuazione rientra in una serie di operazioni umanitarie gestite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con la Mezzaluna Rossa Palestinese, in risposta alle catastrofiche condizioni sanitarie nella Striscia di Gaza e per consentire ai pazienti di ottenere le cure di cui sono stati privati all'interno della Striscia a causa dell'assedio e della mancanza di risorse».

15:35
15:35
Sono almeno 33 i palestinesi uccisi a Gaza dall'alba

Almeno 33 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani a Gaza dall'alba: lo riferiscono ad Al Jazeera fonti negli ospedali della Striscia. Almeno 24 delle vittime sono state uccise a Gaza City, dove l'esercito israeliano afferma di voler intensificare la sua offensiva.

Intanto, la Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato di aver evacuato 190 malati dalla Striscia di Gaza per cure mediche, in coordinamento con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

«Stamattina presto, le squadre della Mezzaluna Rossa, in coordinamento con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno continuato - afferma la Mezzaluna rossa su X - ad accompagnare i pazienti fino al valico, in preparazione del loro viaggio prima in Giordania, poi in Gran Bretagna e in diversi paesi europei per completare le cure. Tra loro ci sono diversi pazienti oncologici e persone con ferite gravi. Questa evacuazione rientra in una serie di operazioni umanitarie gestite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con la Mezzaluna Rossa Palestinese, in risposta alle catastrofiche condizioni sanitarie nella Striscia di Gaza e per consentire ai pazienti di ottenere le cure di cui sono stati privati all'interno della Striscia a causa dell'assedio e della mancanza di risorse».

15:00
15:00
Evacuati 190 malati dalla Striscia di Gaza

La Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato di aver evacuato 190 malati dalla Striscia di Gaza per cure mediche, in coordinamento con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

«Stamattina presto, le squadre della Mezzaluna Rossa, in coordinamento con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno continuato - afferma la Mezzaluna rossa su X - ad accompagnare i pazienti fino al valico, in preparazione del loro viaggio prima in Giordania, poi in Gran Bretagna e in diversi paesi europei per completare le cure. Tra loro ci sono diversi pazienti oncologici e persone con ferite gravi. Questa evacuazione rientra in una serie di operazioni umanitarie gestite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con la Mezzaluna Rossa Palestinese, in risposta alle catastrofiche condizioni sanitarie nella Striscia di Gaza e per consentire ai pazienti di ottenere le cure di cui sono stati privati all'interno della Striscia a causa dell'assedio e della mancanza di risorse».

14:28
14:28
«Nelle ultime 24 ore uccisi almeno 50 palestinesi»

Secondo il Ministero della Salute palestinese, nelle ultime 24 ore almeno 50 civili, tra cui cinque richiedenti aiuti, sono stati uccisi e 184 feriti negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. Lo riporta al Jazeera.

13:39
13:39
Per Hamas la proposta di tregua di Trump è «ambigua»

Una fonte vicina a Hamas ha dichiarato al quotidiano israeliano Ynet che «c'è molta ambiguità nell'iniziativa per il cessate il fuoco proposta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump».

«Hamas non ha chiaro come essa sarà attuata e a quale ritmo. Nel momento in cui ciò sarà chiarito, Hamas è disposto, in cambio di un cessate il fuoco e del ritiro, a rinunciare al potere, deporre le armi, cessare tutti gli attacchi, e persino permettere ai leader dell'organizzazione di lasciare la Striscia. Sono pronti a fare tutto questo, a condizione che il cessate il fuoco e il ritiro siano chiari e garantiti», ha detto la fonte.

«Hamas chiede chiarimenti riguardo al ritiro graduale, che potrebbe durare fino a dieci anni», ha detto.

13:37
13:37
Evacuata una imbarcazione guasta parte della Global Sumud Flotilla

La Mezzaluna Rossa turca ha evacuato i passeggeri di una imbarcazione guasta parte della Global Sumud Flotilla, diretta a Gaza per portare aiuti umanitari e rompere il blocco navale israeliano.

Secondo quanto riferisce la tv di Stato turca Trt, la Mezzaluna Rossa turca ha coordinato l'evacuazione passeggeri della barca «Johnny M», che si trova con le altre navi nel mare tra Cipro, Creta e l'Egitto e dopo un guasto al motore aveva iniziato a imbarcare acqua.

L'operazione si è svolta senza intoppi, ha dichiarato la direzione della Flotilla, e la maggior parte dei passeggeri della «Johnny M», provenienti da vari Paesi tra cui Lussemburgo, Francia, Finlandia, Messico e Malesia, sono stati trasferiti in altre navi che si stanno muovendo in mare mentre altri 4 hanno deciso di rientrare nei loro Paesi.

«Non c'è stata alcuna nave affondata, solo un guasto tecnico. Abbiamo recuperato 12 persone e le abbiamo distribuite su altre navi. Quattro di loro torneranno a casa», ha dichiarato Semih Fener, rappresentante della Flotilla, ringraziando Ankara per l'aiuto prestato nell'evacuazione dell'equipaggio.

10:53
10:53
La Global Sumud Flotilla prevede di arrivare a Gaza tra 4 giorni

La Global Sumud Flotilla fa sapere sui suoi canali social che «la flotta è momentaneamente in pausa per il guasto al motore» della barca Johnny M. «Siccome non si può riparare, i partecipanti saranno trasferiti su un'altra imbarcazione».

Ma, assicura l'organizzazione in rotta verso Gaza, «questo non causerà significativi ritardi alla missione, il cui arrivo si prevede tra 4 giorni».

10:45
10:45
«Uccisi almeno 17 palestinesi a Gaza»

Diciassette palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane a Gaza questa mattina, hanno riferito i medici ad Al Jazeera, di cui 16 uccisi nella sola Gaza City.

09:39
09:39
L'Iran afferma di aver impiccato un uomo accusato di spionaggio per Israele

L'Iran afferma di aver impiccato un uomo accusato di spionaggio per Israele, l'ultima delle esecuzioni che Teheran sta portando avanti, con la sua più grande ondata di esecuzioni degli ultimi decenni. Lo scrive la Ap, citata dal Times of Israel.

L'Iran identifica l'uomo giustiziato come Bahman Choobiasl, il cui caso non è stato immediatamente reso noto ai media iraniani né agli attivisti che monitorano la pena di morte nella Repubblica Islamica.

L'Iran ha accusato Choobiasl di aver incontrato funzionari dell'agenzia di spionaggio israeliana Mossad. L'agenzia di stampa iraniana Mizan afferma che Choobiasl ha lavorato a «progetti di telecomunicazioni sensibili» e ha riferito sulle «modalità di importazione di dispositivi elettronici».

Choobiasl era accusato di essere «la spia più importante di Israele in Iran». L'uomo, che ha ricoperto il ruolo di esperto e responsabile in diversi progetti sensibili e di telecomunicazione in un'azienda basata sulla conoscenza, aveva ampio accesso ai database vitali e governativi del Paese. È stato accusato di «corruzione sulla Terra» e per «cooperazione con i servizi di spionaggio e intelligence israeliani».

Secondo l'agenzia iraniana Tasnim, l'imputato aveva confessato che, dopo aver ricevuto mezzi di spionaggio e sistemi di telecomunicazione sicuri dal Mossad, aveva trasmesso informazioni su progetti sensibili e database di diversi centri in Iran e ricevuto denaro per la cooperazione.

08:16
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Intercettato un missile balistico proveniente dallo Yemen

Le Forze di difesa israeliane hanno fatto sapere nella notte di avere intercettato un missile balistico proveniente dallo Yemen segnalato in arrivo e che aveva fatto suonare le sirene di allarme in varie aree di Israele, inclusa Tel Aviv.

Si ritiene che si sia trattato di un missile balistico. Rottami sono caduti in diverse zone del Paese.

08:14
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Il punto alle 8

«Gli Stati Uniti e Israele sono molto vicini a raggiungere un accordo sul piano di Trump per porre fine alla guerra». Lo ha dichiarato un alto funzionario della Casa Bianca al termine dell'incontro tra il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l'inviato speciale Usa Steve Witkoff e il genero del presidente Donald Trump, Jared Kushner.

È quanto riporta la testata israeliana N12, sostenendo che sarebbe risolta «la maggior parte delle questioni riguardanti la proposta di accordo sugli ostaggi».

L'alto funzionario della Casa Bianca ha osservato che, in ogni caso, affinché si raggiunga un accordo, è necessario anche il consenso di Hamas, che non è ancora arrivato ufficialmente.

All'incontro, a cui ha partecipato anche il ministro per gli Affari Strategici di Israele Ron Dermer, è stato discusso il «piano in 21 punti» per porre fine alla guerra a Gaza e restituire gli ostaggi. Durante l'incontro, sono state delineate quasi tutte le complesse questioni per Israele, ha appreso N12. Questo in preparazione dell'incontro tra Netanyahu e Trump.

Le nuove formulazioni proposte da Witkoff e Kushner sarebbero state accettate da Netanyahu e Dermer. Al centro due questioni centrali: il coinvolgimento dell'Autorità Nazionale Palestinese nelle questioni di Gaza e il disarmo di Hamas.

Il disaccordo tra Stati Uniti e Israele sarebbe sul percorso e il ritmo con cui verranno condotte le azioni. Secondo la testata israeliana ci sarebbe preoccupazione che, nella battaglia per conquistare l'attenzione di Trump, i paesi arabi siano riusciti a influenzarlo e a oscurare la richiesta israeliana di stroncare Hamas.

Si prevede che Netanyahu incontrerà i membri della sua coalizione, in particolare il ministro Bezalel Smotrich, che sta facendo pressioni sul premier. Netanyahu cercherà di calmare i suoi alleati. Non è certo che Netanyahu abbia attualmente tutte le risposte per loro, ma cercherà di dire loro di non preoccuparsi, perché la situazione è sotto controllo.