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Netanyahu: «Con l'operazione a Rafah la vittoria totale sarà più vicina»

Il premier israeliano ha detto che un eventuale accordo sugli ostaggi non interferirà con i piani dell'esercito – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Netanyahu: «Con l'operazione a Rafah la vittoria totale sarà più vicina»
Red. Online
25.02.2024 07:18
20:04
20:04
Israele inoltrerà aiuti umanitari nel nord della Striscia

Israele inizierà da domani ad inoltrare aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza, accogliendo così pressioni giunte dagli Stati Uniti. Lo ha riferito la televisione pubblica Kan.

Ieri l'Unrwa, l'ente dell'Onu per i rifugiati, aveva annunciato di aver sospeso la distribuzione di aiuti per cause di forza maggiore.

Secondo Kan camion di aiuti provenienti dall'Egitto saranno ispezionati ai valichi con Israele di Niztana e Kerem Shalom. Proseguiranno in territorio israeliano fino all'altezza del settore nord della Striscia. 'Elementi locali', ha aggiunto la emittente, provvederanno infine a distribuirli alla popolazione.

19:15
19:15
Hamas: «A Netanyahu non interessa raggiungere un accordo»

«Le parole di Netanyahu dimostrano che non è preoccupato dal raggiungere un accordo» sugli ostaggi. Lo ha detto a Reuters il funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri, commentando le dichiarazioni del premier israeliano a Cbs.

Zuhri accusa inoltre Netanyahu di voler «proseguire le trattative sotto i bombardamenti e il bagno di sangue» dei palestinesi.

Intanto, oggi è stata ancora una giornata di tensione elevata nel nord di Israele. Secondo gli aggiornamenti divulgati dal portavoce militare, razzi sono stati lanciati dal Libano verso la città israeliana di Kiryat Shmona, verso le pendici del monte Hermon e verso i villaggi di frontiera di Margaliot, Manara e Malkia. L'artiglieria di Israele ha risposto al fuoco, ha precisato il portavoce.

Nella stessa zona le difese aeree israeliane hanno intercettato un «obiettivo sospetto» in volo, proveniente dal Libano. La aviazione ha inoltre colpito a Blida (Libano sud) una cellula degli Hezbollah e due postazioni militari che erano nella stessa zona.

17:34
17:34
Netanyahu: «Con l'operazione a Rafah la vittoria totale sarà più vicina»

L'operazione a Rafah metterà Israele a poche settimane dalla «vittoria totale». Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Un accordo sugli ostaggi non interferirà con i piani di un'operazione a Rafah.

«Se avremo un accordo sarà ritardata, ma ci sarà. Se non ci sarà un accordo la faremo in ogni caso», ha spiegato Netanyahu.

«La continuazione della guerra a Gaza durante il mese di Ramadan potrebbe portare ad un'espansione del conflitto», ha detto - citato dai media -dal canto suo re Abdallah di Giordania che ha incontrato ad Amman il presidente palestinese Abu Mazen. Abdallah ha poi sottolineato la necessità di un «cessate il fuoco» a Gaza e la protezione «dei civili innocenti».

Abu Mazen - secondo la Wafa - ha «avvertito dell'intenzione di Israele di imporre restrizioni all'ingresso di fedeli alla Moschea di Al-Aqsa durante il Ramadan», e ha sottolineato «la necessità di impegnarsi a preservare lo status storico e giuridico dei luoghi santi». Abu Mazen ha ribadito che «la Striscia di Gaza è parte integrante dello stato palestinese».

16:11
16:11
«Speriamo in un accordo sugli ostaggi nei prossimi giorni»

I colloqui a Parigi tra USA, Israele, Egitto e Qatar, hanno trovato un «terreno di intesa» su un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e per un nuova tregua a Gaza.

Lo ha detto il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan in un'intervista alla CNN. «Si lavora e speriamo che nei prossimi giorni si possa arrivare al punto di un accordo finale», aggiunge Sullivan.

15:57
15:57
Ripresi a Doha i colloqui su ostaggi e tregua a Gaza

I negoziati per arrivare a un accordo sugli ostaggi e una pausa nella guerra a Gaza sono ripresi a Doha tra «esperti degli Usa, dell'Egitto, del Qatar e di Israele» e anche «rappresentativi di Hamas».

Lo hanno fatto sapere media egiziani, ripresi da quelli israeliani. «I colloqui - ha spiegato Al-Qahera News - sono una continuazione di ciò che è stato discusso a Parigi e saranno seguiti da altri incontri al Cairo». Israele ha deciso ieri notte, dopo l'approvazione del Gabinetto di guerra, di inviare la delegazione a Doha.

10:32
10:32
«Si va verso un governo palestinese di tecnici»

Una fonte palestinese ha riferito a Sky News Arabia che è probabile che il governo del primo ministro dell'Autorità Palestinese (Anp) Mohammed Shtayyeh potrebbe dimettersi a breve per favorire un nuovo governo palestinese di tecnici entro la fine di questa settimana.

Secondo l'emittente, questi sviluppi rafforzano le notizie secondo cui Hamas avrebbe accettato, la settimana scorsa, la formazione di un governo tecnico la cui missione è ricostruire Gaza e ripristinare la sicurezza dopo la guerra.

Fonti di Sky News Arabia suggeriscono che il capo del Palestine Investment Fund, Muhammad Mustafa, sarebbe incaricato di formare il governo.

10:04
10:04
Israele colpisce due obiettivi lungo la linea di confine fra Gaza e l'Egitto

L'aviazione israeliana ha colpito ieri due obiettivi situati lungo la linea di confine fra Gaza e l'Egitto, a ridosso del cosiddetto «Asse Filadelfia», cosa che ha destato forte spavento a Rafah fra gli sfollati palestinesi che hanno eretto le tende in quella zona.

La radio militare israeliana ha spiegato che gli obiettivi colpiti erano l'imbocco di un tunnel di contrabbando scavato sotto al confine ed un magazzino di armi di Hamas. Al momento non si ha notizia di vittime in quegli attacchi.

08:48
08:48
«Passi avanti per un accordo sugli ostaggi israeliani e una possibile tregua»

C'è un chiaro segnale di passi in avanti per un accordo sugli ostaggi israeliani ancora trattenuti a Gaza e una possibile tregua nella guerra di Israele contro Hamas.

Dopo i negoziati al Cairo con la fazione islamica, i nuovi colloqui a Parigi - tra il direttore della Cia William Burns, il Qatar, l'Egitto e il capo del Mossad David Barnea - sono stati definiti «molto buoni» e forieri di «significativi progressi».

Il quadro aggiornato nella capitale francese passa sia all'esame di Hamas che a quello del gabinetto di guerra israeliano. Secondo molte fonti, ad accorciare le distanze sembra aver contribuito il fatto che la fazione islamica abbia «ridotto» molte delle sue condizioni iniziali, il che potrebbe aprire, pur con tutte le cautele del caso, a una soluzione positiva «prima di Ramadan» che comincerà il 10-11 marzo.

Ma Hamas frena sulle ricostruzioni dei media: Taher Anonu, capo dello staff del leader Ismail Haniyeh, ha affermato che le notizie sulle rinunce dei miliziani sono «propaganda israeliana». Per il funzionario palestinese, le condizioni poste da Hamas per un accordo restano la cessazione della guerra, il ritiro delle forze israeliane da Gaza, la revoca del blocco e la riabilitazione della Striscia di Gaza.

Secondo media arabi e altre fonti, Hamas avrebbe invece rinunciato alla richiesta di un ritiro totale dell'Idf da Gaza - inaccettabile per Israele - e a un cessate il fuoco permanente in favore di una tregua iniziale di 6 settimane. Ridotto - secondo le stesse fonti - anche il numero dei detenuti palestinesi che Israele dovrebbe liberare in cambio dei rapiti: si parla di 200-300 nella prima fase, definita umanitaria, dell'intesa.

In questo primo passaggio Hamas - secondo il sito Ynet - rilascerebbe circa 35-40 bambini, donne, adulti over 60 e malati, compresi giovani. Ma allo stesso tempo chiederebbe comunque che il ritiro dell'Idf dai centri più abitati e il rientro degli sfollati dal sud al nord della Striscia. «Siamo ancora lontani da un accordo ma Hamas - ha spiegato un alto funzionario politico israeliano - ha abbandonato alcune sue richieste in seguito all'irrigidimento del premier Netanyahu». Ora, «qualsiasi ulteriore progresso - ha sintetizzato una fonte diplomatica, citata da Haaretz - è nelle mani di Hamas».

Che la situazione sia in movimento, lo ha detto anche il premier Benyamin Netanyahu confermando che si «sta lavorando per ottenere un altro schema per il rilascio dei nostri ostaggi». L'obiettivo - ha detto - «è discutere i prossimi passi dei negoziati». Ma il premier non ha certo accantonato la pressione militare con l'annunciata operazione militare a Rafah, nel sud della Striscia, dove si addensano centinaia di migliaia di sfollati palestinesi.

All'inizio della prossima settimana il gabinetto di guerra ne esaminerà i piani operativi, «compresa l'evacuazione della popolazione civile», per completare «l'eliminazione dei battaglioni di Hamas». «Solo una combinazione di pressione militare e negoziati risoluti - ha ribadito - porterà al rilascio dei nostri ostaggi, all'eliminazione di Hamas». Nel frattempo, Netanyahu continua ad affrontare le proteste in piazza, con migliaia di persone scese in strada sabato a Tel Aviv, in una manifestazione non autorizzata dalla polizia, che ha risposto con idranti e 19 arresti, e con una fiaccolata a Gerusalemme.

Al 141esimo giorno di guerra, l'esercito si è concentrato a Zeitun, quartiere occidentale di Gaza City, nel centro della Striscia, e nella roccaforte di Hamas a Khan Yunis, nel sud. In entrambi i luoghi l'Idf ha riferito di «intensi combattimenti» in cui sono stati uccisi «molti operativi di Hamas». Dal canto suo il ministero della Sanità di Hamas ha riferito che i morti sono arrivati dall'inizio della guerra a 29'606.

Nelle disastrate condizioni umanitarie dell'enclave palestinese, l'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, ha affermato di essere stata costretta a sospendere la consegna di aiuti nel nord di Gaza dove non è «possibile condurre operazioni umanitarie adeguate» a causa della situazione di fame e di disperazione della popolazione che sfocia in attacchi e disordini.

07:19
07:19
IL PUNTO ALLE 7

Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno effettuato attacchi contro 18 obiettivi Houthi, tra cui armamenti in punti sotterranei e depositi di missili nello Yemen. Si tratta dell'ultima operazione militare contro il gruppo legato all’Iran che continua ad attaccare le navi nella regione.

Gli attacchi hanno preso di mira obiettivi Houthi in otto località e includevano anche sistemi di difesa aerea, radar e un elicottero, hanno fatto sapere i funzionari, citati dai media internazionali.

Il Ministero della Difesa britannico ha dichiarato: «Quattro Typhoon FGR4 della Royal Air Force, supportati da due navi cisterna Voyager, hanno nuovamente condotto un attacco contro le strutture militari Houthi nello Yemen che stavano lanciando attacchi missilistici e droni su navi commerciali e forze navali sullo stretto di Bab al-Mandab, nel Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden. Agli aerei della RAF sono stati assegnati più bersagli situati in due siti». E ancora: «I nostri aerei hanno utilizzato bombe a guida di precisione Paveway IV contro i droni e i loro lanciatori, nonostante l'uso da parte degli Houthi di batterie missilistiche per cercare di proteggere i droni»

Il Pentagono, dal canto suo, riferisce che «gli attacchi necessari e proporzionati sono stati mirati specificamente contro 18 obiettivi Houthi in otto luoghi dello Yemen», tra cui depositi di armi, droni, sistemi di difesa aerea, radar e un elicottero, ha detto il Dipartimento della Difesa sull'operazione, che ha ricevuto il sostegno di diversi Paesi alleati. Gli eserciti di Stati Uniti e Regno Unito hanno agito con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Paesi Bassi e Nuova Zelanda.