Il retroscena

No, fare i pendolari da Napoli a Milano non funziona

La storia della bidella impiegata in Lombardia che sfida il caro affitti continuando a vivere al sud ha tante, troppe incongruenze: dai prezzi dei treni ad alta velocità agli orari
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Red. Online
19.01.2023 16:45

Si può fare il pendolare fra Napoli e Milano? Sì, stando a una storia strappalacrime pubblicata negli scorsi giorni dal Giorno e ripresa da molti media italiani. No, scavando un po’ più a fondo con un minimo di verifiche. E così, la bidella che sfida il caro affitti a Milano continuando a vivere al sud – più che uno spaccato della realtà italiana – assomiglia ogni giorno di più a un’autentica bufala o, nella migliore delle ipotesi, a una storia con tante, troppe incongruenze. Altro che treno ad alta velocità avanti e indietro ogni giorno quale (unica) alternativa a una stanza in affitto a 650 euro al mese: l’intera vicenda, insomma, puzza.

Risparmio, ma dove?

Innanzitutto, Alessandro Milan, giornalista di Radio 24, durante la sua trasmissione Uno, nessuno, 100milan ha parlato con la scuola in cui la bidella è impiegata: «Ci sono delle versioni discordanti rispetto alle presenze in sede della persona in questione».

Secondo punto: al netto delle ragioni dei singoli, del problema degli affitti a Milano – che esiste! – e, appunto, della testimonianza diretta, i costi legati al treno citati nei vari articoli (400 euro al mese) non stanno in piedi. Wired, ad esempio, ha fatto un doppio test con Trenitalia per il Frecciarossa e con il concorrente Italo. Nel primo caso, con l’offerta speciale andata e ritorno in giornata si spendono, al minimo, 61,8 euro. Se è vero che al liceo Boccioni, dove lavora la bidella, si va a lezione anche al sabato, il costo settimanale lieviterebbe a 370,8 euro. Proiettato sulle quattro settimane che compongono un mese, la voce «treno» arriverebbe a 1.483,2 euro. Una cifra perfino superiore allo stipendio (1.165 euro). Le cose, sempre con Trenitalia, non vanno meglio nemmeno con un abbonamento mensile: 1.171 euro. Perfino tramite la promozione CartaFreccia e lo sconto tramite cashback il risparmio, sul prezzo dell’abbonamento, sarebbe di 30-40 euro al massimo.

Italo

Capitolo Italo: con i biglietti giornalieri andata e ritorno la soluzione più economica comporta una spesa di 59,8 euro. Spesa che, sulla settimana e sul mese, si traduce in 358,8 e 1.435,2 euro. Siamo oltre i 300 euro rispetto allo stipendio della bidella pendolare.

Italo, di suo, non prevede abbonamenti mensili ma offre un carnet di 10 viaggi. Andando al risparmio, il costo sarebbe di 649 euro. Ma considerando che in una settimana la donna dovrebbe sobbarcarsi dodici viaggi, la soluzione non sarebbe affatto conveniente.

Tramite i punti e gli sconti di ItaloPiù, la carta fedeltà, la bidella avrebbe diritto a un biglietto gratis ogni settimana. Rispetto ai costi per un mese intero, il risparmio sarebbe comunque minimo.

Ma a che ora arrivi?

A far storcere il naso sono anche gli orari. Detto che Napoli e Milano sono collegate dall’alta velocità, parliamo comunque di un viaggio di diverse ore. Il primo Frecciarossa che lascia Napoli Centrale, la mattina, parte alle 5.09 per raggiungere il capoluogo lombardo alle 9.24. Italo, invece, muove il suo primo treno alle 5.14 con arrivo alle 10.20, con una seconda alternativa alle 5.35 con arrivo alle 10.15. La donna ha dichiarato di entrare in servizio alle 10.30, il che le lascia quale unica possibilità il primo collegamento.

Concludendo, costi e orari rendono la storia quantomeno poco credibile, sebbene una professoressa del liceo Boccioni abbia confermato il tutto. È vero, come detto, che a Milano la situazione degli affitti è complicata e, in generale, il costo degli immobili è lievitato. Ma la soluzione, appunto, non può essere un pendolarismo del genere. Anche perché, concretamente, sembrerebbe impossibile.

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