No, il killer di Charlie Kirk non è «Gustavo Lafessa»

Ci sono cascati di nuovo. «Gustavo Lafessa è stato identificato come sospettato per la morte di Charlie Kirk», noto influencer MAGA nonché alleato di Donald Trump. La bufala, in queste ore, spinta dagli algoritmi dei social, X in testa, ha fatto il giro del mondo. Il post, pubblicato dall'account @Moussoligno, derivazione del vecchio @Moussolinho, entrambi rimossi al momento, è accompagnato da una foto del finto sospettato per l'uccisione dell'attivista conservatore.

Nell'immagine pubblicata, Gustavo Lafessa (nome e cognome palesemente ironici) impugna una pistola, indossa una maglia della Roma e un paio di occhiali. Lafessa, secondo il post, risultava «registrato nelle liste del Partito Democratico» ed è stato etichettato come «un attivista di estrema sinistra» che, nella mattinata prima dell'uccisione, «ha postato dei video con minacce contro Charlie Kirk». Il post, prontamente, è stato rilanciato da due influencer statunitensi dal vasto seguito internazionale. Ma non finisce qui, perché a cascarci sono state anche la versione indonesiana di Wikipedia mentre Grok, l'assistente conversazionale sviluppato da Elon Musk e integrato in X, è andato piuttosto in confusione. Inizialmente, infatti, ha riportato «Gustavo Lafessa» come possibile identità dell’attentatore, salvo poi correggersi successivamente grazie agli interventi di alcuni utenti. Un inciampo, questo, che chiarisce una volta di più quanto i modelli linguistici possano cadere nella trappola della disinformazione quando le fonti disponibili sono contaminate da fake news virali.
L'account che ha postato la falsa notizia non è nuovo a simili «imprese». Dopo l'attentato a Donald Trump, nel 2024, @Moussolinho diffuse sui social la notizia che l'attentatore era Mark Violets, ovvero il giornalista-tifoso della Roma Marco Violi. Un falso che, anche allora, fece il giro del mondo e venne rilanciato addirittura da alcune reti televisive, per poi essere finalmente smentito. Violi, fra le altre cose, è vittima di questi scherzi da anni. Oggi come allora, alla base dell'ondata disinformativa c'è un'area di X, italiana, nota come Twitter Calcio. Si tratta di una comunità in cui, da tempo oramai, utenti si divertono a creare e rilanciare nomi fittizi, spesso con riferimenti ironici, per testare la credulità di giornalisti, commentatori e motori di ricerca.
Proprio oggi, all'indomani dell'uccisione di Kirk, l'FBI ha diffuso, sempre su X, la foto del presunto killer del leader conservatore, chiedendo «l'aiuto del pubblico per identificare questa persona di interesse in relazione alla sparatoria mortale» avvenuta ieri alla Utah Valley University. Nelle due immagini postate appare un giovane con sneakers, jeans, maglietta nera a maniche lunghe con l'immagine della bandiera USA su cui vola l'aquila, cappellino scuro da baseball e occhiali da sole neri. L'FBI ha pure previsto una ricompensa da 100 mila dollari per chi fornirà informazioni che portino all'identificazione e all'arresto del killer di Charlie Kirk.