O'Leary e il bonus da 100 milioni: «Ma a Mbappé offrono 130 milioni per il fottuto Real Madrid»

Lo scorso settembre, ricorda il Wall Street Journal, alcuni ambientalisti lanciarono una torta in faccia a Michael O'Leary. Il discusso, a volte discutibile amministratore delegato di Ryanair, la compagnia low cost irlandese che tutti criticano ma che tutti, prima o poi, adoperano. Il filmato di quel lancio, manco a dirlo, divenne virale. Arrivò perfino negli Stati Uniti, Paese che il vettore non serve. Il risultato? La settimana successiva, le prenotazioni salirono del 6% circa.
«Negli anni – aveva spiegato lo stesso O'Leary – abbiamo imparato che la cattiva pubblicità fa vendere molti più posti di quella buona». E ancora: «Molte persone che non hanno mai sentito parlare di Ryanair, all'improvviso la cercano su Google e dicono: Gesù, guarda le tariffe». Nessuno, nel settore, è durato più di O'Leary. Un uomo che, nel giro di tre decenni, ha trasformato una compagnia che trasportava al massimo 200 mila persone all'anno in un vero e proprio colosso. I passeggeri, nel 2024, dovrebbero sfiorare i 200 milioni. A proposito di milioni: O'Leary verosimilmente otterrà un bonus faraonico – 100 milioni di euro in stock option – grazie all'andamento dei profitti e delle azioni di Ryanair. Detto in altri termini, sta per centrare gli obiettivi fissati nel 2019.
Guai, però, a scandalizzarsi. Lo stesso amministratore delegato ha tagliato corto sulla questione: «Se i calciatori di prima fascia guadagnano 20 milioni all'anno e se Kylian Mbappé viene pagato 130 milioni per andare a giocare a calcio nel fottuto Real Madrid, allora penso che il mio contratto sia molto conveniente per gli azionisti di Ryanair». Di sicuro, il 62.enne ha la parolaccia facile. Ama, ad esempio, ridicolizzare le compagnie concorrenti ma, allargando il campo, anche i partner o addirittura il personale di bordo. Per tacere dei clienti, spremuti come limoni al minimo sgarro. «Amiamo i nostri clienti» ha ribadito il diretto interessato, salvo poi aggiungere: «Almeno il 99% che rispetta tutte le regole. Non abbiamo molta pazienza, invece, per il mezzo punto percentuale o l'1% che non lo fa».
Sempre il Wall Street Journal spiega che, all'inizio degli anni Novanta, O'Leary andò a Dallas, in Texas, per incontrare il fondatore e allora amministratore delegato di Southwest Airlines, Herb Kelleher. La leggenda narra che il primo, dal secondo, carpì tutti i segreti per mandare avanti una low cost. «In realtà è successo che Herb si è ubriacato, io mi sono ubriacato il doppio e non ricordo molto della cena, se non che mi sono svegliato sotto il tavolo alle 4 del mattino e Herb stava ancora bevendo» ha dichiarato, al riguardo, O'Leary. La vera illuminazione, semmai, fu vedere gli aerei di Southwest atterrare, sbarcare i passeggeri, caricare quelli del volo successivo e decollare nel giro di un quarto d'ora. Una velocità che, allora, Ryanair non riteneva neppure possibile o immaginabile. «Fu come vedere un pit-stop di Formula Uno».
O'Leary, a Dallas, comprese che riducendo i tempi di permanenza a terra avrebbe potuto ottenere circa due voli extra, al giorno, da ognuno dei suoi aerei. A Southwest, per contro, rubò anche altri accorgimenti: volare solo in aeroporti meno trafficati, ridurre il lusso a bordo in termini di spazio, rinunciare ai pasti gratuiti. A queste furbate, se così vogliamo chiamarle, l'amministratore delegato di Ryanair aggiunse una politica sui bagagli piuttosto stringente, per non dire peggio. Non solo, O'Leary negli anni ha saputo stare al passo con i tempi. A livello social, infatti, il vettore è semplicemente imbattibile. Grazie a contenuti al tempo stesso virali e al limite del politicamente scorretto. «Permettiamo ai nostri social media manager di dire qualsiasi cosa, di fare qualsiasi cosa, non ci interessa chi offendono, maltrattano, insultano, prendono in giro».
Certo, il successo di O'Leary e, parallelamente, Ryanair è legato alla totale assenza di scrupoli del suo padre-padrone. Nel 2002, a gennaio, piazzò un maxi-ordine a Boeing. Il tutto mentre il settore era ancora scosso dall'Undici Settembre. Nel dicembre del 2020, invece, Ryanair fu il primo cliente a piazzare un ordine per il 737 MAX dopo i due incidenti mortali a cavallo fra 2018 e 2019 e il conseguente grounding. Poco dopo, quando le restrizioni a causa della pandemia erano ancora in vigore, il vettore piazzò il suo più grande ordine di sempre per un massimo di 300 Boeing. L'obiettivo? Sempre e soltanto uno solo: sfruttare le crisi per ottenere forti sconti.
Oggi, Ryanair controlla il 20% circa del mercato europeo. O'Leary si aspetta che questa quota salga al 30% nel prossimo decennio. Sul fatto di essere o diventare la compagnia più grande d'Europa, l'amministratore ha le idee chiare: «A me basta che sia la più redditizia». Parola di mister 100 milioni di euro.