Vaticano

Papa Leone XIV: «Russia e Ucraina trovino il coraggio di porre fine alla guerra»

Durante il suo primo discorso di Natale alla folla in piazza San Pietro, il Pontefice chiede la fine del conflitto tra Kiev e Mosca - Il suo pensiero rivolto anche ai palestinesi «al freddo nelle tende»
©Gregorio Borgia
Red. Online
25.12.2025 16:00

Durante il suo primo discorso di Natale alla folla in piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha esortato l'Ucraina e la Russia a trovare il «coraggio» di tenere colloqui diretti per porre fine alla guerra.

Il Pontefice, facendo gli auguri in dieci lingue, tra cui latino, cinese e arabo, ha impartito la benedizione Urbi et orbi dal Loggione centrale della basilica di San Pietro, davanti a circa 26 mila persone in piazza, stando ai dati divulgati dalla sala stampa della Santa Sede.

Papa Leone ha chiesto la fine dei conflitti in tutto il mondo e, parlando della guerra in Ucraina, ha affermato: «Cessi il fragore delle armi e le parti in causa, con il sostegno e l'impegno della comunità internazionale, trovino il coraggio di un dialogo sincero, diretto e rispettoso».

Il suo appello giunge mentre proseguono i negoziati guidati dagli Stati Uniti per un accordo che ponga fine ai combattimenti. Mosca proprio in queste ore starebbe visionando i 20 punti del piano redatto da Washington e Kiev. Anche se le premesse non sono le migliori, specie dopo gli auguri del presidente di Kiev Volodymyr Zelensky, il quale ha dichiarato che tutti gli ucraini si augurano la morte del leader russo Vladimir Putin.

Gli Stati Uniti hanno cercato di mediare tra i due Paesi in conflitto nel tentativo di giungere a un accordo accettabile per entrambe le parti, ma durante quest'ultimo ciclo di sforzi diplomatici non si è ancora arrivati a colloqui diretti tra Kiev e Mosca.

Papa Leone ha poi denunciato i disordini e i conflitti che affliggono altre parti del mondo, tra cui Thailandia e Cambogia, dove sono scoppiati scontri armati al confine, nonostante il cessate il fuoco di luglio, firmato in presenza del presidente Donald Trump. Il tycoon da mesi si vanta di aver portato la pace tra i due Paesi. Nello specifico, il Pontefice ha chiesto che venga ripristinata «l'antica amicizia» tra le Nazioni del Sud-est asiatico e che «si lavori per la riconciliazione e la pace».

Durante la messa di Natale della mattina, avvenuta nella Basilica di San Pietro, Leone aveva rivolto il suo pensiero pure alla popolazione della Striscia di Gaza, affermando: «Ora la Carne parla, grida il desiderio di incontrarci. Come non pensare alle tende di Gaza, da settimane esposte alle piogge, al vento e al freddo, e a quelle di tanti altri profughi e rifugiati in ogni continente, o ai ripari di fortuna di migliaia di persone senza dimora, dentro le nostre città? Fragile è la carne delle popolazioni inermi, provate dalle guerre in corso o concluse lasciando macerie e ferite aperte. Fragili sono le vite dei giovani costretti alle armi, che proprio al fronte avvertono l'insensatezza di ciò che è loro richiesto e la menzogna» dei «roboanti discorsi di chi li manda a morire». 

La Striscia di Gaza è stata devastata dai bombardamenti israeliani per oltre due anni, in seguito ai brutali attentati terroristici del gruppo islamista Hamas, avvenuti il 7 ottobre 2023.

Molti civili palestinesi sono rimasti senza casa e senza un rifugio e da giorni le organizzazioni umanitarie chiedono a Tel Aviv di consentire l'ingresso a Gaza di più tende e di rifornimenti urgenti per la popolazione duramente messa alla prova dalla stagione invernale. Secondo lo Stato ebraico, dall'inizio del cessate il fuoco, siglato lo scorso ottobre grazie alla spinta decisiva di Trump, ad oggi sarebbero state consegnate quasi 310 mila tende e teloni destinati ai profughi.

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