Italia

Paura per il terremoto in Italia: «Non c'entrano le trivellazioni nel mare»

Danni, disagi e paura per il sisma al largo delle Marche avvertito in diverse Regioni italiane: qualcuno sostiene che sia stato causato dall'estrazione di idrocarburi, ma gli esperti smentiscono
Red. Online
09.11.2022 20:00

Questa mattina sono state registrate in successione diverse scosse di terremoto, di cui la prima, alle 07.07, di magnitudo 5.5 con epicentro al largo della costa marchigiana, all’altezza della Provincia di Pesaro e Urbino. Il forte sisma ha fatto tremare alcune Regioni della Penisola, non solo del Centro Italia. Stando alle numerose segnalazioni, il terremoto è stato infatti avvertito, oltre che nelle Marche, anche in Umbria, nel Lazio, in Emilia-Romagna, in Veneto, in Friuli Venezia Giulia e in Trentino. Secondo l’IGNV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), la scossa odierna è la più forte dal 1930, quando un terremoto di magnitudo 5.8 venne registrato a Senigallia. Quest'oggi lo sciame sismico di oltre 60 scosse si è susseguito sino alle 15, con valori anche di magnitudo 4. Fortunatamente non si sono registrate vittime ed è stato scongiurato il rischio tsunami, ma ci sono stati diversi danni e disagi, soprattutto nella zona di Ancona, tra crepe nelle pareti, ascensori bloccati e caduta di calcinacci, ad esempio alla stazione del capoluogo marchigiano. I media italiani parlano inoltre di molte persone scese in strada e di tanta paura per la popolazione. La circolazione ferroviaria nazionale sulla linea adriatica è stata sospesa in via precauzionale fino alle 12, mentre in molte città, tra cui Ancona e Pesaro, sono state chiuse le scuole. «Si prevede che lo sciame sismico continuerà anche nei prossimi giorni» ha fatto sapere Regione Marche, aggiungendo che: «Alcune di queste repliche potrebbero essere risentite dalla popolazione, specie quella residente lungo la costa, senza escludere altri eventi di altrettanta entità, anche se al momento è impossibile fare previsioni».

«Non è stato causato dalle trivellazioni»

Nonostante il Centro Italia sia notoriamente una zona sismica, non sono mancate sui social network ipotesi che hanno legato l'attività umana al terremoto. Secondo qualcuno infatti il sisma odierno sarebbe stato causato dalle trivellazioni per l’estrazione di idrocarburi nel Mar Adriatico avvenute negli scorsi anni. E non sono mancate le critiche per la ripresa di tali attività, che il governo Meloni intende autorizzare per rendere l’Italia meno dipendente dal gas di importazione. Possibile che le trivellazioni c’entrino qualcosa con quanto avvenuto oggi? La risposta degli esperti è arrivata puntuale. Il geologo Endro Martini ha spiegato al Corriere della Sera che: «Eventi sismici nell’Adriatico ci sono sempre stati, anche molto prima che iniziassero le trivellazioni». Il membro della Società italiana di geologia ambientale ha aggiunto: «Quando l’INGV non aveva ancora diffuso i dati scientifici accurati dell’evento di questa mattina, sui social qualcuno ha iniziato a mettere in relazione terremoto e trivellazioni», ma «le piattaforme in mare trivellano fino a una profondità massima di 3-4 chilometri», mentre il sisma di oggi si «è innescato a una profondità di 7,6 chilometri, a una distanza di 30 chilometri dalla costa della provincia di Pesaro Urbino». Carlo Meletti dell’INGV ha invece dichiarato a wired.it che il terremoto «ha tutte le caratteristiche tipiche di un sisma naturale dell’area costiera adriatica», sottolineando che «in quest’area la porzione più avanzata dell’Appennino si sovrappone alla placca adriatica: una zona di convergenza in cui due placche si accavallano una sull’altra dando origine a terremoti di tipo compressivo». Secondo gli esperti inoltre, l’intensità delle scosse provocate dalle attività umane non raggiungono magnitudini superiori a 3-4, dunque sono inferiori a quelle registrate al largo delle Marche.