Più poveri e più infelici: i russi sotto il controllo di Putin
2012. Dopo una pausa di quattro anni come primo ministro, Vladimir Putin torna alla presidenza in Russia, trovando un Paese nuovo. In quell'anno, molte cose sul territorio russo sembrano andare per il verso giusto. La popolazione continua ad aumentare e migliora anche l'aspettativa di vita. I russi, secondo i sondaggi, sono più ricchi e felici rispetto agli anni precedenti. 2022. Lo scenario che il presidente Putin ha davanti agli occhi è totalmente l'opposto di quello di dieci anni prima. I russi, ora, muoiono in età più giovane. La popolazione è diminuita, e i cittadini sono più poveri e infelici. Cos'è successo, nel corso di questi dieci anni?
Per prima fu colpita l'economia
Il primo settore a essere colpito è stato quello dell'economia. Nel 2014, la Russia è riuscita completare uno degli obiettivi più ambiti: l'annessione della Crimea. Sebbene la conquista sia stata accolta con gioia nel Paese, dall'altro lato ha portato con sé un'ondata di sanzioni, oltre a innescare un crollo dei prezzi del petrolio. La successiva recessione ha poi colpito duramente l'economia, portando a conseguenze notevoli. I redditi medi scesero, soprattutto per la metà più povera della popolazione. Secondo il Luxembourg Income Study nel 2019 (ultimo anno del quale sono note le cifre), i redditi erano ancora inferiori di circa il 10% rispetto al picco del 2012. Anche i dati del World Happiness Report, che si occupa di indagare il tasso di soddisfazione delle persone rispetto alle proprie vite, ha scoperto che la felicità e il buon umore in Russia hanno cominciato a calare, in particolare dal 2017.
COVID: più morti di quelli ufficiali
Dopo non molto, eccola: la pandemia. Rispetto a quello di altri Paesi il tasso ufficiale di mortalità in Russia può sembrare irrilevante, ma le cifre reali sembra siano ben altre. Secondo uno studio condotto da The Economist, il vero tasso di mortalità per COVID della nazione è tra più alti del mondo. Attualmente si conterebbero infatti circa 1,2 milioni di morti. Una cifra che, tradotta, rappresenta quasi il doppio del tasso di mortalità registrato in America, quasi tre volte più alto di quello dell'Unione europea. A questo dato si aggiungono notevoli cali nelle nascite e nell'immigrazione, che fanno sì che la popolazione della Federazione Russa sia oggi inferiore a quella del 2012. Solo nel 2021, la popolazione del Paese è scesa di 693.000 unità, corrispondente allo 0,5%.
Il colpo di grazia della guerra
La guerra russo-ucraina non ha fatto altro che peggiorare le cose. Anche se i numeri delle vittime sono ancora incerti - e possono essere considerati pochi rispetto ai morti per COVID-19 - sono aumentati rapidamente, arrivando già a migliaia. Inoltre, i soldati abbattuti sono per lo più giovani. Le sanzioni, poi, senza precedenti per portata, hanno colpito l'economia, che stava già attraversando una fase piuttosto tesa. Fino a questo momento, la ricaduta economica è stata meno dannosa di quanto ci si potesse aspettare, ma diversi analisti si aspettano che peggiori nei prossimi mesi. Il Fondo Monetario Internazionale prevede infatti «una brutta recessione» per il popolo russo, mentre un gruppo di banchieri dell'Istituto di Finanza internazionale sospetta una contrazione economica del 15%. Se queste previsioni si verificassero, si andrebbe ad annullare due volte la crescita dei redditi reali dell'ultimo decennio.
La Russia sta tornando «nel passato»
La situazione, dipinta in questo modo, appare già critica. Una volta confrontata con i dati del mondo, o con quelli dei Paesi più ricchi, il declino della Russia appare però addirittura peggiore. Nell'ultimo decennio, il PIL delle economie avanzate è cresciuto del 22%. Nel mondo, nel suo complesso, è aumentato del 41%. Se le proiezioni di una contrazione del 15% dovessero essere giuste, entro la fine dell'anno l'economia russa si sarà ridotta del 7% rispetto al 2012. La Russia non ha solo perso un decennio di crescita in economia, salute o felicità: sta regredendo, verso il passato. Se nella maggior parte delle democrazie un record così poco invidiabile suggerirebbe problemi per la persona al vertice, per il presidente Putin la faccenda è diversa. I suoi oppositori sono rinchiusi o in esilio, le elezioni nel Paese sono lontane dall'essere libere e giuste, e i media sono sotto il suo controllo. Putin ha quindi molto poco da temere: lo stesso non si può dire però per coloro che vivono sotto il suo dominio.