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Zelensky andrà a Istanbul per negoziati diretti con la Russia

Lo ha annunciato lo stesso presidente ucraino su X – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Zelensky andrà a Istanbul per negoziati diretti con la Russia
Red. Online
11.05.2025 07:07
22:44
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Zelensky: «Stiamo preparando buone decisioni a sostegno di Kiev»

«Stiamo preparando buone decisioni a sostegno dell'Ucraina e del suo popolo». Lo afferma, nel suo consueto videomessaggio serale, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, scrive Ukrinform.

«Oggi ho parlato con il presidente francese Emmanuel Macron. Emmanuel, grazie per il suo supporto. Ho parlato anche con il presidente finlandese Stubb - Alexander, grazie!», ha osservato Zelensky.

«Voglio anche ringraziare tutti i leader - il primo ministro britannico Starmer, il cancelliere tedesco Merz e il primo ministro polacco Tusk - che ieri erano a Kiev insieme a Emmanuel, così come tutti coloro che si sono uniti a noi online. Abbiamo avuto un incontro molto produttivo. Sono anche grato a tutti i leader e ai Paesi con cui abbiamo parlato di sicurezza, diplomazia e cessate il fuoco - 30 Paesi, l'Unione Europea e la Nato», ha proseguito.

Zelensky ha auspicato che la Russia attui un cessate il fuoco, quindi attenderà personalmente il leader del Cremlino Vladimir Putin in Turchia il 15 maggio.

19:35
19:35
Zelensky andrà a Istanbul per negoziati diretti con la Russia

Zelensky andrà giovedì a Istanbul per negoziati diretti con la Russia. 

«Aspetto Putin in Turchia giovedì. Personalmente. Spero che questa volta i russi non cerchino scuse». Lo ha scritto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

All'indomani dell'ultimatum lanciato a Mosca dall'Occidente - la Russia avrebbe dovuto accettare, senza condizioni e a partire da lunedì, un cessate il fuoco completo di 30 giorni - e della visita a Kiev di Emmanuel Macron, del premier britannico Keir Starmer, del cancelliere tedesco Friedrich Merz e del premier Donald Tusk, il presidente ucraino ha ribadito che «stiamo aspettando un cessate il fuoco completo e duraturo, a partire da domani, per fornire la base necessaria alla diplomazia». Non ha senso prolungare le uccisioni.

In precedenza, Donald Trump ha esortato l'Ucraina ad accettare «immediatamente» l'incontro proposto da Vladimir Putin.

18:53
18:53
Trump: «Kiev dovrebbe accettare l'incontro in Turchia»

«Il presidente Putin non vuole avere un cessate il fuoco con l'Ucraina ma vuole vedersi giovedì in Turchia per negoziare una possibile fine di questo bagno di sangue. L'Ucraina dovrebbe accettare immediatamente». Lo afferma il presidente americano Donald Trump sulla sua rete sociale Truth.

Egli sottolinea che accettando Kiev avrebbe modo di determinare «se un accordo è possibile. Se non lo è i leader europei e gli Stati Uniti sapranno come stanno le cose e potranno procedere. Inizio a dubitare che l'Ucraina farà un accordo un Putin, che è troppo impegnato a celebrare la vittoria della Seconda Guerra Mondiale, che non sarebbe stata vinta senza gli Stati Uniti».

18:33
18:33
Papa Leone XIV: «Mai più la guerra»

«Mai più la guerra!». Nel primo Regina Caeli di Leone XIV dalla Loggia centrale di San Pietro risuona il grido di suoi predecessori del '900, come Pio XI, Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, rinnovato in questo millennio anche da Benedetto XVI e papa Francesco, dal quale il nuovo Pontefice mutua anche la grande metafora della «terza guerra mondiale a pezzi». E da un Papa che già dal suo primo intervento aveva rivendicato una «pace disarmata e disarmante», non ci si poteva attendere altro.

Dopo aver parlato nella riflessione introduttiva del problema delle vocazioni, nell'odierna Giornata mondiale, e dopo aver recitato, in parte cantando, la preghiera mariana che in questo periodo pasquale sostituisce l'Angelus, Prevost ha dedicato alle guerre in corso e alla richiesta del «miracolo della pace» per l'Ucraina e Gaza, la quasi totalità dei suoi appelli.

«L'immane tragedia della Seconda Guerra Mondiale, terminava 80 anni fa, l'8 maggio, dopo aver causato 60 milioni di vittime - premette il Pontefice -. Nell'odierno scenario drammatico di una terza guerra mondiale a pezzi, come più volte ha affermato Papa Francesco, mi rivolgo anch'io ai grandi del mondo, ripetendo l'appello sempre attuale: 'Mai più la guerra!'».

Leone XIV afferma di portare «nel cuore le sofferenze dell'amato popolo ucraino. Si faccia il possibile per giungere al più presto a una pace autentica, giusta e duratura. Siano liberati tutti i prigionieri e i bambini possano tornare alle proprie famiglie», aggiunge nel suo appello.

«Mi addolora profondamente - prosegue - quanto accade nella Striscia di Gaza. Cessi immediatamente il fuoco! Si presti soccorso umanitario alla stremata popolazione civile e siano liberati tutti gli ostaggi».

Prevost spiega poi di aver «accolto invece con soddisfazione l'annuncio del cessate il fuoco tra India e Pakistan», e auspica «che attraverso i prossimi negoziati si possa presto giungere a un accordo durevole».

«Ma quanti altri conflitti ci sono nel mondo! - esclama ancora - Affido alla Regina della pace questo accorato appello perché sia lei a presentarlo al Signore Gesù per ottenerci il miracolo della pace».

Il Papa pronuncia il suo primo Regina Caeli non dalla finestra del Palazzo apostolico, come accadeva solitamente, ma dalla stessa Loggia centrale di San Pietro da dove giovedì si è mostrato al mondo dopo l'elezione in Conclave e l'Habemus Papam.

Festeggiato e acclamato dagli oltre 100'000 accorsi in Piazza San Pietro, prima di salutare e congedarsi ha parole anche sul fatto che «oggi in Italia e in altri paesi si celebra la Festa della Mamma. Mando un caro saluto a tutte le mamme con una preghiera per loro e per quelle che sono già in cielo. Buona festa a tutte le mamme!».

Di questo parla anche nella messa celebrata in mattinata nelle Grotte Vaticane col priore generale dell'Ordine di Sant'Agostino, padre Alejandro Moral Anton, all'altare in prossimità della Tomba di Pietro: «Oggi è la Festa della Mamma - ricorda nell'omelia -. Credo che ci sia solo una mamma presente: buona Festa della Mamma! Una delle espressioni più meravigliose dell'amore di Dio è l'amore che viene riversato dalle madri, soprattutto verso i loro figli e nipoti».

Dopo la messa, in cui tocca ancora il tema delle vocazioni, si ferma in preghiera sulle tombe dei suoi predecessori e davanti alla nicchia dei Pallii.

Infine, dopo il Regina Caeli, Leone XIV riapre l'appartamento papale del Palazzo Apostolico, rimuovendo i sigilli apposti nel pomeriggio del 21 aprile 2025, in seguito alla morte di Papa Francesco. Sono presenti il cardinale camerlengo Kevin Farrell, il segretario di Stato Pietro Parolin, il sostituto Edgar Pen Parra, il «ministro degli esteri» Paul Richard Gallagher, il reggente della Casa Pontificia Leonardo Sapienza.

Per ora Prevost continua ad alloggiare nel suo appartamento al Palazzo dell'ex Sant'Uffizio, dove già risiedeva da cardinale. Ma una volta compiuti lavori di risistemazione, e accogliendo anche i consigli di diversi cardinali, potrebbe trasferirsi nell'appartamento papale. Quindi non più, come Papa Francesco, a Casa Santa Marta, che tornerebbe così ad essere solo il «residence» del Vaticano.

17:18
17:18
Ucraina: Erdogan gran mediatore, la pace passa per Istanbul

Il Sultano riprende in mano i fili e si ripropone come il grande tessitore della pace in Ucraina. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che afferma di aver ricevuto la proposta dallo zar Vladimir Putin al telefono.

«I colloqui di pace tra Russia e Ucraina proseguiranno a Istanbul» dal 15 maggio, «partendo da dove si erano interrotti», nel marzo del 2022. «Colloqui diretti» che non ci sono più stati da allora e che, nelle speranze di Ankara, possono portare «a una svolta», «a una soluzione permanente» al conflitto. Un'«opportunità che deve essere colta».

Un'opportunità che Erdogan attendeva da troppo tempo e che gli permette nuovamente di giocare le sue carte come potenza regionale, ma in un quadro geopolitico mutato rispetto a tre anni fa. Allora, in marzo, fallirono i colloqui diretti russo-ucraini di Antalya, senz'altro prematuri dopo un solo mese di guerra.

Ma in luglio fu imbastito a Istanbul lo storico accordo sul grano del Mar Nero (poi disdetto da Mosca un anno dopo), sotto l'ombrello ONU e USA, che consentì di ripristinare il traffico di navi mercantili cariche di grano e sementi dai porti ucraini (e in parte anche russi) attraverso il Bosforo e i Dardanelli, sotto la supervisione turca, mettendo fine a una crisi alimentare globale.

Il ruolo di Ankara prese slancio e la Turchia mediò diversi accordi per scambi di prigionieri fra Kiev e Mosca. I canali diplomatici, poi, si seccarono.

Le carte in mano al sultano sono sostanzialmente le stesse di allora, e ne fanno una delle poche figure plausibili: non del tutto neutrale, ma in equilibrio. La Turchia è infatti membro della NATO e da decenni aspira ad avvicinarsi, se non ad aderire all'Unione europea.

Ha rifornito in abbondanza l'Ucraina di armi e di droni da combattimento nelle prime fasi della guerra. Ma Erdogan ha anche buoni rapporti con Mosca: Putin lo ritiene un amico e lui si è guardato bene dall'aderire alle sanzioni occidentali contro la Russia, continuando a trasportare il gas e il petrolio russi attraverso il suo territorio. Rapporti di buon vicinato con entrambi i belligeranti, mantenuto con delicati equilibrismi.

Con Mosca Erdogan è però in competizione in territori strategici come la Libia e la Siria. In quest'ultima la posizione turca si è rafforzata con la caduta del regime degli Assad, sostenuto da Mosca, scacciato delle milizie jihadiste del nuovo padrone di Damasco, Ahmad Sharaa (al-Jolani), che molti ritengono essere una sua creatura, e la sorte delle basi russe a Tartus e Latakia è ora incerta. Il crollo a domino dell'influenza geopolitica nella regione dell'Iran, alleato di ferro di Putin, ha fatto il resto.

La scorsa estate il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, disse come una mediazione turca al conflitto fosse «impossibile», probabilmente cavalcando l'onda delle lente ma inesorabili avanzate russe sul terreno nel Donbass e altrove.

Ma oggi, 10 mesi dopo, è entrato in scena un attore nuovo: Donald Trump, che ha gettato tutto il suo peso politico su questa come sulle altre guerre che sconvolgono il globo. E Mosca sente i riflettori globali puntati su di sé, la palla è tornata sul suo campo. Perché non dare di nuovo una possibilità all'amico-rivale? Un modo come un altro per salvare le apparenze, e forse prendere tempo. Ma l'amico Erdogan ha dimostrato di poter cogliere le sue opportunità.

16:28
16:28
«Prima la tregua in Ucraina e poi le trattative»

«Prima un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni e poi, durante questo periodo, si passa a una discussione di pace globale. Non il contrario». Lo afferma Keith Kellogg, l'inviato speciale di Donald Trump per l'Ucraina, replicando indirettamente al presidente russo Vladimir Putin.

13:41
13:41
Merz: «L'apertura di Mosca è insufficiente, un serve cessate il fuoco»

«Ieri a Kiev abbiamo chiesto ai nostri partner un cessate il fuoco di 30 giorni per creare uno spazio per i negoziati. L'Ucraina ha accettato senza se e senza ma. Se la parte russa sta ora segnalando la volontà di parlare, questo è inizialmente un buon segno. Ma non è affatto sufficiente».

Lo dice il cancelliere tedesco Friedrich Merz, in una nota diramata dalla cancelleria. «Ci aspettiamo che Mosca accetti subito un cessate il fuoco, che renderebbe possibile un vero e proprio negoziato. Prima devono tacere le armi, poi possono iniziare i colloqui», ha aggiunto.

13:19
13:19
Erdogan a Putin: «La Turchia è pronta a ospitare i colloqui di pace»

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin dicendosi pronto ad ospitare i negoziati per la pace in Ucraina.

Secondo una dichiarazione della presidenza turca, Erdogan ha detto a Putin che «i colloqui di pace tra Russia e Ucraina proseguiranno a Istanbul da dove si erano interrotti (nel 2022, ndr) e che la Turchia è pronta a ospitare negoziati che porterebbero a una soluzione permanente» al conflitto.

In una dichiarazione notturna ai giornalisti ripresa da Ria Novosti, Vladimir Putin aveva annunciato che avrebbe chiesto al presidente turco Recep Tayyip Erdogan di organizzare il 15 maggio a Istanbul negoziati diretti tra Mosca e Kiev, non escludendo che questo possa portare ad un cessate il fuoco esteso.

Ringraziando l'amministrazione americana di Donald Trump per gli sforzi di mediazione, il presidente russo ha accusato Kiev di avere rifiutato varie proposte di cessate il fuoco, compreso l'ultimo di tre giorni, scaduto alla scorsa mezzanotte.

«Nonostante tutto - ha aggiunto Putin - proponiamo alle autorità di Kiev di riprendere i negoziati che loro hanno interrotto nel 2022, riprendere trattative dirette, e senza precondizioni. Proponiamo di cominciare senza indugi il prossimo giovedì, 15 maggio, a Istanbul, dove sono state tenute in precedenza e dove erano state interrotte».

13:06
13:06
Erdogan: «Gli sforzi per la fine della guerra in Ucraina sono a un punto di svolta»

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato al leader francese, Emmanuel Macron, che è stato raggiunto un «punto di svolta storico» negli sforzi per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina, secondo quanto riportato dall'ufficio di Erdogan.

In una telefonata, Erdogan ha dichiarato a Macron: «È stato raggiunto un punto di svolta storico negli sforzi per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia. Questa opportunità deve essere colta e la Turchia è pronta a fornire ogni tipo di supporto, anche ospitando i negoziati, per raggiungere un cessate il fuoco e una pace duratura», ha affermato la presidenza turca.

11:57
11:57
Zelensky: «Pronti al dialogo, ma Mosca si impegni per la tregua»

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato di aspettarsi che Mosca si impegni per un cessate il fuoco di 30 giorni a partire da lunedì e che Kiev è «pronta» per colloqui diretti con la Russia.

«Non ha senso continuare a massacrare anche solo per un giorno. Ci aspettiamo che la Russia confermi un cessate il fuoco completo, duraturo e affidabile a partire da domani 12 maggio, e l'Ucraina allora sarà pronta a incontrarla», ha dichiarato Zelensky sui social media, dopo che il leader russo, Vladimir Putin, aveva proposto colloqui solo poche ore prima.

11:02
11:02
Finita la tregua in Ucraina, abbattuti 60 droni russi nella notte

Finita alla mezzanotte locale la tregua di tre giorni concessa da Mosca, dalle 2 di notte locali (l'una in Svizzera) sono ripresi i bombardamenti russi sull'Ucraina: le forze di difesa ucraine hanno registrato il lancio di 108 droni, almeno 60 dei quali, di tipo Shahed di fabbricazione iraniana, abbattuti, e una quarantina, per lo più classificati come 'esche', caduti in zone aperte senza conseguenze.

Lo scrive Ukrinform, citando il canale Telegram dell'aeronautica militare. Gli attacchi sono stati diretti sull'est, sul sud e sul centro dell'Ucraina, in particolare sulla regione settentrionale di Sumy e su quella di Kiev, dove c'è stato almeno un ferito. e alcuni danni materiali.

07:07
07:07
Il punto alle 7.00

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che chiederà a quello turco Recep Tayyip Erdogan di organizzare il 15 maggio a Istanbul negoziati diretti tra Mosca e Kiev, non escludendo che questo possa portare ad un cessate il fuoco esteso.

 La proposta russa di riprendere i negoziati diretti con Kiev dal 15 maggio a Istanbul è stata comunicata a chi «in Occidente» è interessato a porre fine al conflitto in Ucraina. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, citato dall'agenzia Ria Novosti, nella sua dichiarazione notturna ai giornalisti.

«Abbiamo trasmesso questo a quelli dei nostri colleghi in Occidente che secondo la mia opinione, mi sembra, stanno sinceramente cercando di risolvere la situazione», ha sottolineato Putin, senza specificare a quale o quali Paesi appartengano questi «colleghi».

«La nostra proposta è sul tavolo e la decisione spetta ora alle autorità ucraine e ai loro curatori», ma «chi vuole la pace non può fare a meno di sostenerla», ha aggiunto il presidente russo Vladimir Putin, citato da Ria Novosti. «Ci impegniamo a condurre negoziati seri con l'Ucraina con lo scopo di eliminare le cause profonde del conflitto e di stabilire una pace duratura», ha aggiunto Putin.

Inoltre, il presidente Vladimir Putin ha definito «rozzi» gli «ultimatum» lanciati ieri da Kiev e dai leader dei Paesi 'volenterosi', che hanno minacciato nuove pesanti sanzioni contro la Russia se non accetterà un cessate il fuoco di 30 giorni. «Stanno ancora cercando, lo vediamo anche ora, di parlarci in modo rozzo e con l'aiuto di ultimatum», ha affermato Putin in una dichiarazione notturna ai giornalisti, ripresa dall'agenzia Ria Novosti.

Trump: «Continuo a lavorare con entrambe le parti»

Donald Trump, dal canto suo, ha ribadito questa mattina la sua intenzione di «continuare a lavorare con entrambe le parti» per porre fine al conflitto in Ucraina.

«Potenzialmente un giorno grandioso per Russia e Ucraina!», ha scritto il presidente degli Stati Uniti sul suo account Truth Social, dopo la proposta del presidente russo Vladimir Putin di negoziati «diretti» tra Kiev e Mosca e la richiesta dell'Occidente di un cessate il fuoco già da lunedì.

«Pensate alle centinaia di migliaia di vite che saranno salvate con la fine, auspicabilmente, di questo infinito 'bagno di sangue'... Continuerò a lavorare con entrambe le parti per garantire che ciò accada», ha aggiunto.

Secondo il presidente francese Emmanuel Macron, invece, la proposta del presidente russo Vladimir Putin di negoziati diretti tra Russia e Ucraina è «un primo passo, ma non sufficiente».

«Un cessate il fuoco incondizionato non è preceduto da negoziati», ha affermato Macron ai giornalisti scendendo da un treno nella città polacca di Przemysl, tornando dalla sua visita in Ucraina di ieri. Putin sta «cercando una via d'uscita, ma vuole comunque guadagnare tempo», ha aggiunto. 

Attacco su Kiev

Nel frattempo, le forze russe hanno lanciato questa mattina un attacco con droni su Kiev, poche ore dopo la fine della 'tregua' di 72 ore dichiarata dal presidente Vladimir Putin, e la difesa aerea ucraina è stata attivata: lo ha reso noto il sindaco della capitale, Vitaliy Klitschko. come riporta Rbc-Ucraina.

«Le forze di difesa aerea sono attive nella capitale. Restate nei rifugi», ha scritto Klitschko su Telegram. Successivamente, l'Amministrazione militare della città ha confermato l'attacco, precisando che la difesa aerea è impegnata alla periferia di Kiev.