Il caso

Quando i bucket hats del Galles vengono vietati

Una particolare versione arcobaleno dei cappellini a secchiello, simbolo della nazionale di calcio gallese, è stata bandita durante la prima partita della squadra contro gli Stati Uniti a Doha – Ma la FIFA rassicura: «Domani, per la partita con l'Iran, non ci sarà alcun divieto»
Federica Serrao
24.11.2022 22:15

Sugli spalti dell'Ahmad Bin Ali, i tifosi del Galles lunedì non hanno perso l'occasione per calzare gli iconici bucket hats, i cappelli a secchiello rossi-giallo-verdi ormai associati alla squadra di Gregg Berhalter. Questi cappellini, ormai da anni, sono diventati un simbolo della nazionale di calcio gallese, sebbene non tutti ne conoscano la storia e l'origine. Tuttavia, il Qatar sta cercando di bandire anche questa particolare usanza, dopo che a Doha ha fatto la sua comparsa una versione speciale del copricapo con i colori dell'arcobaleno.

Installazione di un bucket hat a Swansea. © Shutterstock
Installazione di un bucket hat a Swansea. © Shutterstock

Dodici anni di cappellini

Facciamo subito un passo indietro. La data di nascita di questa moda risale al 2010, anno in cui il cappellino a secchiello venne originariamente lanciato come parte del merchandising non ufficiale del Galles. Nessuno poteva immaginare che dei semplici bucket hats divenissero così popolari da essere utilizzati ancora oggi, dopo dodici anni, come simbolo della nazionale gallese. Soprattutto Tim Williams, il loro ideatore, che lanciò il prodotto nel suo negozio "Spirit of 58" nel 2010, venendo colto alla sprovvista dalla popolarità che il copricapo ebbe immediatamente. In men che non si dica, anno dopo anno, partita dopo partita, la popolarità dei cappellini è infatti aumentata a dismisura. Oggi, in occasione dei Mondiali in Qatar, in molte città e paesi del Galles si possono addirittura trovare delle particolari installazioni del copricapo. «Ogni nazione ha il suo identificativo - spiega una tifosa alla BBC - e credo che per il Galles non sia più il drago rosso, ma il cappello a secchiello». Un vero e proprio simbolo, quindi. Gli stessi tifosi sottolineano quanto sia indispensabile avere sempre con sé l'accessorio durante ogni partita, mentre diversi negozi di souvenir gallesi dichiarano di aver registrato un notevole aumento delle vendite di bucket hats dopo la qualifica del Galles ai Mondiali in Qatar. 

Buckets hats esauriti

«Dovrei essere orgoglioso quando vedo questi cappelli colorati, ma di solito sono troppo concentrato a guardare il Galles per preoccuparmi di apparire tra la folla», confessa Tim Williams alla BBC, spiegando di non aver mai concepito i bucket hats con l'ottica di trarne un così grande profitto. «Anche altre persone li producono ora. Sono molto utili quando il Galles gioca in climi più soleggiati, perché tutti hanno bisogno di un cappello durante la partita». Ma, a quanto pare, il successo dei bucket hats sembra esplodere proprio in occasioni dei Mondiali di calcio o di altri eventi sportivi di alto livello. La prima volta che il fondatore di Spirit of 58 ha rilevato questa tendenza è stata nel 2016, in occasione degli Europei disputati in territorio francese. Quest'anno, invece, la signora Ceri Hyett del Castle Welsh Crafts di Cardiff ha dichiarato di aver venduto più di 100 capelli solamente nella giornata di lunedì, in occasione della partita del Galles contro gli Stati Uniti. Un numero sempre molto elevato per le scorte di cui dispongono i commercianti, che in pochissimo tempo si sono infatti trovati ad aver esaurito tutti i bucket hats ancora a disposizione nei magazzini. «Il più richiesto è quello che assomiglia a quello ufficiale, ma abbiamo esaurito completamente le taglie per adulti, e al momento non riusciamo a procurarcene di nuovi. Abbiamo ancora le versioni per bambini. Alcuni adulti cercando di infilarsele in testa solo perché non vogliono rinunciare al loro cappellino», confessa la donna alla BBC

Bastoni fra le ruote dal Qatar

Ma torniamo a parlare di quanto accaduto in Qatar negli scorsi giorni. Sfruttando la popolarità del copricapo e cavalcando l'onda delle polemiche sorte nelle scorse settimane, The Rainbow Wall, gruppo ufficiale dei sostenitori LGBTQ+ ha fatto realizzare una versione arcobaleno dei cappellini, con l'intenzione di utilizzarli proprio durante i Mondiali di calcio di Doha. Ovviamente, i bucket hats arcobaleno non sono passati inosservati, e prima ancora che la partita contro gli Stati Uniti iniziasse, le autorità qatariote hanno intimato tutti i tifosi che ne avevano uno indosso a rimuoverlo prima di prendere posto sugli spalti. A poche ore dall'incontro, Ian Davies, proprietario di RCS Teamwear a Llanelli, nonché fornitore dei capelli a secchiello a The Rainbow Wall, ha dichiarato di aver registrato un aumento delle richieste di copricapi arcobaleno subito dopo l'episodio, e di essere pronto a produrne ancora di più. «Nell'ultimo anno e mezzo abbiamo realizzato diversi cappelli a secchiello. Il progetto è andato bene e si sono diffusi rapidamente non solo in Galles, ma anche nel resto del mondo», spiega Ian Davies a Wales Online. «Ad aprile siamo stati contattati dal Rainbow Wall. Avevano apprezzato alcuni dei nostri disegni e volevano che ideassimo qualcosa per loro, e così abbiamo fatto. All'inizio avevano acquistato 500 cappellini. Li hanno venduti così bene e così in fretta che hanno subito proceduto con un secondo ordine. Ora sono tutti esauriti, ma dopo quello che è successo durante la partita di lunedì il Rainbow Wall ci ha richiamati. Ora siamo sommersi di richieste per contribuire a sostenere la comunità di LGTBQ+ producendo nuovi cappellini».

© Twitter
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Le accuse alla FIFA

Ma la FAW, federazione calcistica del Galles, non ha alcuna intenzione di mettere una pietra sopra a quanto accaduto lunedì. Subito dopo l'incontro, ha cominciato a raccogliere informazioni su quanto accaduto allo stadio, decidendo di affrontare la questione direttamente con la FIFA. Secondo quanto riportato da Eurosport, Noel Mooney, a nome della FAW, si è dichiarato «davvero deluso» per la decisione della FIFA che impedisce ai giocatori di indossare la fascia One Love ai Mondiali di Doha, ma anche per la vicenda dei cappellini arcobaleno. «Ero allo stadio e ho iniziato a ricevere diversi messaggi in cui mi dicevano che alle persone venivano confiscati i bucket hats. È qualcosa di semplicemente spaventoso. Stiamo cercando di ottenere chiarimenti in merito, e abbiamo chiesto alla FIFA di farci avere una risposta prima della partita con l'Iran, in modo che i nostri tifosi possano indossare ciò che desiderano», confessa Mooney. «È un brutto momento per noi, perché pensiamo che il messaggio di amore dell'inclusione sia davvero importante da trasmettere, e non possa essere tolto in questo modo». La richiesta ai tifosi, dopotutto, si è verificata nonostante le precedenti rassicurazioni della FIFA. Ai tifosi, infatti, non era stato vietato indossare lacci, magliette e nemmeno portare cappelli color arcobaleno negli stadi. Eppure, le persone in possesso di indumenti o copricapi colorati sono comunque state intimidite e obbligate a rinunciare a questi oggetti.

Anche i laccetti delle scarpe

Laura McAllister, omossessuale e candidata al Consiglio della FIFA, ha raccontato a diversi media inglesi la sua esperienza. «È stato piuttosto pesante e intimidatorio. Sono abbastanza esperta da poter affrontare una situazione del genere, ma se al mio posto ci fosse stata una persona giovane, o una ragazza colta alla sprovvista, l'esperienza sarebbe potuta essere molto più spiacevole», dice ai microfoni della BBC. «Mentre eravamo in coda per entrare allo stadio abbiamo sentito che c'erano stati alcuni problemi per le persone davanti a noi, a cui era stato chiesto di togliersi il cappello per entrare nello stadio». Nonostante il divieto, Laura McAllister ha comunque tentato di accedere alla partita con il suo cappello. Subito, alcuni funzionari si sono riuniti intorno a lei, intimandole di togliere il suo bucket hat arcobaleno. «Ci hanno detto che era un regolamento. Ma io lavoro nel calcio, lavoro con la UEFA e conosco i regolamenti. Così ho chiesto a quale nello specifico si applicasse, ma ovviamente non abbiamo ricevuto risposta». Ma quella dei bucket hats non è l'unica controversia. La ministra degli Affari rurali del Galles, Lesley Griffiths, ha riferito che una persona tra le sue conoscenze è stata costretta a togliersi dei lacci arcobaleno dalle scarpe di ginnastica. 

Questo pomeriggio, finalmente, è arrivata la risposta della FIFA, che conferma quanto richiesto dalla FAW. Nel prossimo incontro con l'Iran di venerdì, i tifosi gallesi avranno il permesso di accedere allo stadio con i loro cappellini arcobaleno. «Tutte le sedi della Coppa del Mondo sono state contattate e istruite a seguire le regole e i regolamenti concordati», si legge in un tweet della FAW, in cui annuncia la decisione della FIFA. Ma per scoprire se i tifosi riusciranno davvero ad accedere alla partita con il loro bucket hat, bisognerà attendere ancora qualche ora.