Guerra

Ramzan Kadyrov alza il tiro: «Jihad su tutta l'Ucraina»

Il leader ceceno annuncia un'offensiva contro l'esercito di Kiev: «Non faremo prigionieri, li bruceremo»
© vk.com/ramzan
Red. Online
26.10.2022 13:30

Qualcuno gli tolga Telegram, verrebbe da dire. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov, una volta di più, ha espresso un’opinione forte sulla guerra. Ribadendo le sue posizioni totalmente anti-ucraine. Non si tratta di rivendicare determinate porzioni di Ucraina. No, agli occhi di Kadyrov la Russia dovrebbe scatenare una vera e propria «jihad» contro l’intero Paese, evidentemente troppo filo-occidentale per lui.

«Il nostro territorio non è Zaporizhzhia, non è Kherson. Il nostro territorio è Odessa, Kiev, Kharkiv. Ogni regione e l’Ucraina nel suo insieme sono il nostro territorio russo». Parole e musica, si fa per dire, che Kadyrov ha affidato a un videomessaggio pubblicato, appunto, su Telegram.

Il secondo annuncio

Kadyrov, alleato di spicco del presidente russo Vladimir Putin, proprio ieri ha auspicato la distruzione delle città ucraine. Ora, sembrerebbe suggerire che le unità sotto il suo comando siano pronte a passare, nuovamente, all’offensiva. E questo nonostante l’offensiva dell’esercito ucraino a nord-est e al sud. «Abbiamo volontari che andranno fino alla fine e abbiamo deciso di non difendere ma di passare all’offensiva» ha tuonato Kadyrov, che sul proprio canale Telegram può vantare 3 milioni di abbonati.

Il secondo discorso nel giro di 24 ore di Kadyrov arriva dopo l’annuncio, da parte delle forze di Kiev, di avere ucciso dozzine di combattenti ceceni, lunedì, nel corso di un attacco nella regione di Kherson. Kadyrov, nel messaggio, non ha confermato le perdite. Preferendo, come detto, una narrativa carica di rabbia e interventismo. «Vi do la mia parola: li attaccheremo ogni giorno. Non faremo prigionieri. Li bruceremo. Non ci fermeremo da nessuna parte».

Le critiche a Mosca...

Il colonnello generale, la sua promozione è freschissima, ha mostrato una certa frustrazione, ancora, nei confronti della leadership militare russa. Rea di non aver fatto abbastanza, finora, per contenere l’esercito di Kiev. «Sono profondamente insoddisfatto della situazione odierna, ma le persone che comandano ai vertici capiscono più di me».

Che Kadyrov non sia propriamente allineato al Cremlino, d’altronde, è oramai noto. Anche il suo vocabolario sembra andare in direzioni differenti. Laddove la narrativa ufficiale parla ancora di operazione militare speciale, lui non si fa problemi a definire l’invasione dell’Ucraina una guerra. A questo giro, Kadyrov – musulmano come la maggior parte dei ceceni – ha aggiunto la componente religiosa. Invitando proprio le reclute provenienti dalle regioni russe a maggioranza musulmana, nel Caucaso, a unirsi a lui. «Questa è una grande jihad a cui tutti dovrebbero prendere parte».

Ma il Cremlino «approva»

Detto questo, secondo gli esperti vi sarebbe una sorta di accordo tacito fra le sparate di Kadyrov e le posizioni del Cremlino. Nello specifico, i funzionari russi starebbero sfruttando l’attivismo dello stesso leader ceceno per reclutare sempre più soldati provenienti da minoranze etniche e religiose. Della serie: se Kadyrov parla di guerra santa contro gli infedeli ucraini, è più facile per la Russia ammassare reclute provenienti da regioni come il Daghestan, dove l’annuncio della mobilitazione parziale da parte di Putin aveva scatenato proteste accesissime.

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