Ramzan Kadyrov vuole «cancellare» le città ucraine

Ramzan Kadyrov, è risaputo, ha una certa propensione per le frasi ad effetto. Martedì, ad esempio, il leader ceceno ha chiesto la distruzione delle città ucraine. Una risposta, ha spiegato, ai crescenti e continui contrattacchi dell’esercito di Kiev, capace di colpire e fare male nelle regioni di confine e, soprattutto, nelle porzioni di Paese che Vladimir Putin ha appena rivendicato attraverso un processo di annessione definito, dalla comunità internazionale, farsa. La Russia, attraverso Kadyrov, sta insomma mostrando i muscoli.
«Abbiamo già dichiarato la legge marziale» ha detto Kadyrov, alleato di punta di Putin, in un messaggio audio pubblicato sul suo canale Telegram. «Ma gli ucraini non sono timidi, sparano. Sono molto insoddisfatto. La nostra risposta è debole».
E ancora: «Se un proiettile arriva nella nostra direzione, nella nostra regione, dobbiamo spazzare via le città ucraine dalla faccia della terra... Così gli ucraini non possono nemmeno pensare di sparare nella nostra direzione».
Fermo, fermissimo sostenitore dell’invasione russa dell’Ucraina, Kadyrov negli ultimi mesi ha criticato con puntualità e costanza l’esercito di Mosca. Esercito che, a suo dire, non ha saputo soddisfare le richieste del leader ceceno, desideroso di battaglie più drastiche. Ad esempio, Kadyrov ha chiesto l’utilizzo di armi nucleari tattiche dopo il ritiro – definito strategico – dei russi nel nord-est e a sud.
Nonostante le critiche, o forse proprio in virtù di queste, Kadyrov, 46 anni, disposto perfino a spedire al fronte i propri figli, è stato promosso da Putin a colonnello generale. Si tratta, leggiamo, del terzo grado di comando più alto della gerarchia militare russa.
Nel suo messaggio audio, pubblicato martedì, Kadyrov ha spiegato che «non dobbiamo guardare a cosa accadrà domani se prendiamo decisioni». Un’allusione, secondo gli esperti, ai suoi precedenti appelli per l’uso di armi nucleari.
I commenti di Kadyrov piovono, è il caso di dirlo, in una settimana particolarmente tesa, con diversi alti funzionari russi che accusano Kiev di aver pianificato l’utilizzo di una non meglio precisata «bomba sporca». Accuse che l’Occidente ha etichettato come pretestuose: in realtà, Mosca starebbe cercando un pretesto per intensificare il conflitto. «Tutto il possibile è già stato fatto. Non ci sarà niente di peggio» ha concluso Kadyrov, a mo’ di rassicurazione, pur mantenendo un’enigmaticità di fondo.