La storia

Ramzan Kadyrov, il ceceno che c'è e non c'è

Dai video propagandistici ai legami con Vladimir Putin: qual è il vero ruolo del «Macellaio» nel conflitto ucraino?
Marcello Pelizzari
31.03.2022 06:00

Adesso, beh, potete pure chiamarlo tenente generale. Ramzan Kadyrov, agli occhi del Cremlino, avrebbe svolto un ruolo fondamentale nell’invasione russa dell’Ucraina. Il condizionale è d’obbligo, sebbene Mosca di questi tempi venda soltanto certezze assolute: il leader ceceno, grande alleato di Vladimir Putin, in realtà starebbe svolgendo compiti molto più «cinematografici» e propagandistici.

Fama guadagnata e costruita

A inizio marzo, quando la Russia ancora credeva in una guerra-lampo, la presenza del sanguinario Kadyrov era stata annunciata in pompa magna. «È alle porte di Kiev» recitavano i vari dispacci di agenzia, riprendendo un suo video. E invece, il cosiddetto «Macellaio» non si trovava nemmeno in Ucraina. Era nella sua Grozny, in Cecenia, impegnato in un incontro istituzionale con il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Nikolai Patrushev.

Tipico di Kadyrov, verrebbe da dire. Quantomeno, a detta degli esperti il 46.enne sa vendersi bene, molto bene attraverso i canali social. Attenzione: la sua violenza e i suoi modi non sono in discussione, anzi. Anni e anni di barbarie in battaglia, ma anche nel reprimere i diritti LGBTQ in Cecenia, lo dimostrano. A proposito dei gay e delle accuse mosse da Novaja Gazeta e Amnesty International, secondo cui Kadyrov aveva aperto un campo di concentramento per torturare gli omosessuali, ad esempio disse più o meno così: «Non si possono perseguitare coloro che semplicemente non ci sono in Cecenia».

Kadyrov, per farla breve, è feroce. Ma questa ferocia è figlia (anche) di una narrazione, come detto, cinematografica da cattivo hollywoodiano. È costruita, oltreché «guadagnata».

I gay? Non si possono perseguitare coloro che semplicemente non ci sono in Cecenia
Ramzan Kadyrov

La «gestione» dei disertori

I ceceni di Kadyrov, in Ucraina, non starebbero dunque combattendo. Non veramente. Secondo diversi media, la Russia sta usando questa forza, bruta, per «gestire» eventuali disertori o per rastrellare quartieri di città conquistate.

Ma le capacità dei ceceni potrebbero venire usate altresì per stanare i membri del Battaglione Azov, nemici giurati di Mosca.

Il mistero su dove si trovi Kadyrov e dove si trovino, di riflesso, i suoi uomini ad ogni modo rimane. Sette giorni fa, avevano affermato di trovarsi a Mariupol dove avrebbero conquistato il municipio. Anche qui, il condizionale è d’obbligo. Per dire: in un video di pochi giorni fa gli uomini di Kadyrov erano concentrati ad assaltare un palazzo. Tutto, a cominciare da alcune frasi sibilline, sembrava costruito ad arte. Narrazione, proprio così.  

Al di là del ruolo, vero o presunto, ricoperto in questa guerra, Kadyrov grazie al conflitto ha potuto rinsaldare il suo legame con il presidente Putin. Non a caso, sin dai primi accenni di invasione il leader ceceno si è mosso per far confluire in Ucraina uomini, uomini e, ancora, uomini. Stando al Guardian, Kadyrov avrebbe pure aperto i cancelli delle sue prigioni ai reclutatori dell’esercito russo.

Macchine da guerra o influencer?

Macchine da guerra assetate di sangue o, molto più prosaicamente, influencer del conflitto desiderosi solo di apparire sui social? Qualsiasi sia la risposta, Mosca nicchia riguardo al loro leader: il ministero della Difesa, in particolare, ha affermato di non avere informazioni particolari in merito alla presenza di Kadyrov nelle zone più calde.

Il Financial Times, per contro, si è domandato se gli stivali Prada (costosi) indossati spesso dal «Macellaio» siano adatti a uno scenario come quello ucraino. Quindi, ha passato in rassegna altre conquiste: il municipio di Mariupol sarebbe, citiamo, un distaccamento periferico mentre in un altro video girato in una stazione di benzina, nel quale Kadyrov sosteneva di trovarsi proprio nella città ucraina, chi filmava si è dimenticato di stringere il campo: alle spalle, infatti, si poteva notare il marchio del distributore. RosNeft, che in Ucraina non è presente. Come, forse, lo stesso Kadyrov.

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