La polemica

Roman Abramovich e gli altri, quando il passaporto portoghese conviene

Una particolare legge del Paese che concede il diritto di cittadinanza a chiunque attesti un'origine ebraica sefardita sarebbe stata usata da oligarchi e miliardari russi
Marcello Pelizzari
30.07.2022 18:00

Mettiamola così: provare origini ebraiche sefardite, per un oligarca russo, può essere vantaggioso. Molto vantaggioso. E questo perché, in Portogallo, dà diritto alla cittadinanza. Lo sa bene Roman Abramovich, l’oramai ex patron del Chelsea. Lo sa, però, anche la procura portoghese che ha appena chiuso un’indagine al riguardo.

A emergere, dagli incarti, è un sospetto più o meno forte: diversi oligarchi e miliardari della Federazione Russa, fra cui anche persone vicine a Vladimir Putin, avrebbero ottenuto con tanta, troppa facilità la nazionalità portoghese. Lo stesso Abramovich, leggiamo, l’ha ricevuta nell’aprile del 2021.

Perché i sefarditi?

Tutto nasce da una legge, per così dire, riparatrice adottata nel 2015, chiamata appunto legge sulla nazionalità: concede il diritto di cittadinanza a chiunque attesti un’origine ebraica sefardita. Ovvero, ai discendenti degli ebrei che furono espulsi dal Portogallo nel 1496 da Manuele I, detto l’Avventuroso o il Fortunato, su spinte spagnole.  

Secondo quanto pubblicato dai media portoghesi, tra il 2015 e il 2021 56.685 ebrei di tutto il mondo, ma perlopiù residenti in Israele, hanno ottenuto la cittadinanza portoghese. Il ministero della Giustizia, per contro, ha respinto solo 300 domande. A beneficiare di questa legge, per molti una scappatoia, come detto sono stati anche uomini d’affari, miliardari e oligarchi russi. Come Andrei Rappoport, già presidente della compagnia energetica statale Federal Grid Company, nel dicembre del 2019. Nel 2018, il Dipartimento del Tesoro americano lo aveva identificato e inserito fra i collaboratori stretti di Vladimir Putin.

Ora, i media portoghesi riferiscono che altri due oligarchi potrebbero ricevere il prezioso passaporto. L’immobiliarista God Nisanov, la cui ricchezza personale ammonta a 4,3 miliardi di dollari, e il re dei diamanti Lev Leviev. Entrambi, quantomeno, hanno depositato la richiesta. Publico e il settimanale Expresso, tuttavia, ritengono che il numero di oligarchi che hanno presentato domanda possa essere più alto.

Un documento ambito

A che cosa serva un passaporto portoghese, o meglio quale sia la sua utilità, è presto detto. Un oligarca russo, a maggior ragione in questo preciso momento storico, può automaticamente godere della cittadinanza europea e beneficiare, altresì, della libera circolazione nell’area Schengen. Di più, il passaporto portoghese consente di visitare 187 Paesi in tutto il mondo senza bisogno di visto. Nel famoso Henley Passport Index, ad esempio, figura al sesto posto.

Per presentare una domanda valida, va da sé, è necessaria una certificazione che attesti le origini sefardite. Nel Paese lo rilasciano due organizzazioni giudaiche, la comunità di Lisbona e quella di Porto. Quest’ultima, però, è sospettata di aver emesso certificazioni in maniera fraudolenta. La procura, non a caso, ha sollevato diversi capi di imputazione, fra cui la falsificazione di atti. A marzo, per questo motivo, era stato arrestato il rabbino Daniel Litvak.

La svolta e i paletti

Il presidente della Repubblica, ad ogni modo, ha preso coscienza della situazione e di quanto l’immagine del Portogallo ne esca rovinata. Rebelo de Sousa ha confermato che la normativa, a settembre, sarà modificata grazie all’inserimento di nuovi paletti, molto più stringenti. Nello specifico, ogni candidato dovrà dimostrare altresì un «legame forte e contemporaneo» con il Paese, attraverso il possesso di proprietà immobiliari ereditate o frequenti viaggi (non esattamente due ostacoli insormontabili per gli oligarchi).

Nata con le migliori intenzioni, agli occhi della politica la legge è diventata perversa prestando il fianco alla mercificazione della nazionalità portoghese.

Resta da capire, concludendo, se Abramovich e gli altri riusciranno a mantenere la cittadinanza lusitana. Più no che sì, stando al testo in preparazione. Nel quale viene sottolineata la natura retroattiva di qualsiasi procedimento giudiziario per abuso.

 

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