Guerra e monumenti

Rotola la testa russa: così finisce l'Amicizia tra i popoli

Installata nel 1982 a Kiev, la statua che rappresenta i legami storici fra l'Ucraina e la Russia è stata smantellata ieri – Klitschko: «Ha un significato completamente diverso ora»
Giacomo Butti
27.04.2022 10:10

È stata una giornata meno tragica, quella di ieri, per le ruspe di Kiev. Abituate ormai, loro malgrado, a scavare fra le macerie della guerra, hanno voluto prendersi la loro rivincita nei confronti dell'invasore russo. Gli operai comunali della capitale ucraina, insieme ai loro mezzi, si sono infatti dati da fare per smantellare un monumento dal significato beffardo: quello dell'«Amicizia tra i popoli» (questo il nome della statua), ucraino e russo.

L'Arco e la statua dell'Amicizia dei popoli nel 2018, quando alcuni attivisti per i diritti umani avevano applicato un adesivo temporaneo raffigurante una crepa. © Olkko/Wikipedia
L'Arco e la statua dell'Amicizia dei popoli nel 2018, quando alcuni attivisti per i diritti umani avevano applicato un adesivo temporaneo raffigurante una crepa. © Olkko/Wikipedia

Ma facciamo un passo indietro. Il 7 novembre 1982 a Kiev, in occasione del 60. anniversario dell'URSS e del 1.500. della città, venne inaugurato il Museo Lenin dell'Unione e l'Arco dell'amicizia dei popoli. Parliamo di un complesso monumentale costituito da tre parti distinte. Un arco di di 50 metri di diametro che torreggia sopra una statua di bronzo di otto metri: due lavoratori, uno ucraino e uno russo, che reggono una stella dell'Ordine sovietico dell'Amicizia tra i popoli. A lato, una stele in granito raffigurante i partecipanti al Concilio di Perejaslav del 1654, nel corso del quale venne stilato il trattato che segnò, sui territori ucraini, il tramonto dell'influenza polacca e l'alba di quella russa. Un insieme di simboli la cui esistenza, per Kiev, è da alcuni anni sempre meno giustificabile.

Sin dal maggio 2016, a due anni dall'annessione russa della Crimea, il governo ucraino aveva annunciato di voler smantellare l'intero complesso: al suo posto sarebbe dovuto sorgere un memoriale ai reduci della guerra nel Donbass. Ma gli anni sono passati senza che l'arco e le statue venissero demolite e la guerra è arrivata. Proprio ieri, dicevamo, si è dunque deciso di accelerare i tempi e cominciare la demolizione, partita proprio dal corpo di quel lavoratore russo. «Ora è chiaro a tutti cos'è questa "amicizia" russa: la distruzione di città ucraine e l'uccisione di decine di migliaia di civili. Sono convinto che un tale monumento abbia un significato completamente diverso ora», ha affermato il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko dando il via libera alle operazioni di smantellamento.

E mentre la testa dell'operaio russo giace per terra, i piani sulla demolizione sono già cambiati. Non tutto andrà distrutto: l'arco, ha fatto sapere Klitshko, rimarrà. Se il progetto dovesse essere approvato dal Consiglio comunale, la struttura sopravvivrà col nome di «Arco della libertà del popolo ucraino» e i colori della bandiera, il giallo e il blu, vi saranno proiettati.

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