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È il messaggio postato su X dal premier spagnolo, segretario generale del Partito Socialista Obrero Spagnolo e presidente dell'Internazionale Socialista che ha inaugurato oggi a Istanbul il Consiglio dell'Internazionale Socialista – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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21:46
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L'ex ostaggio Naama Levy: «A Gaza la cosa che più temevo erano gli attacchi dell'Idf»
Naama Levy, una delle cinque soldatesse di sorveglianza dell'IDF rilasciate a gennaio a seguito dell'accordo per il cessate il fuoco e la presa di ostaggi a Gaza, racconta alle circa 1500 persone presenti in Piazza degli ostaggi che la cosa che temeva di più a Gaza erano gli attacchi aerei israeliani. Lo riporta Times of Israel.
«Arrivano di sorpresa», dice. «Prima senti un fischio, preghi che non ti cada addosso, e poi... il boato, un rumore così forte da paralizzarti, la terra trema».
«Ero convinta ogni volta che quella fosse la mia fine, ed è anche ciò che mi ha messo in maggiore pericolo: uno dei bombardamenti ha fatto crollare parte della casa in cui mi trovavo», racconta. «Il muro a cui mi appoggiavo non è crollato, ed è questo che mi ha salvata».
«Quella era la mia realtà, e ora è la loro realtà», dice. «In questo preciso istante, ci sono degli ostaggi che sentono quegli stessi fischi e boati, tremando di paura. Non hanno dove scappare, solo pregare e aggrapparsi al muro in un'orribile sensazione di impotenza».
Racconta che durante le sue prime settimane di prigionia è stata tenuta da sola, «solo io e i miei carcerieri, costantemente in fuga».
«Sono stati giorni interi senza cibo e con poca acqua. Un giorno, non mi è rimasto niente, nemmeno l'acqua».
«Per fortuna, ha iniziato a piovere. I miei rapitori hanno messo una pentola fuori dalla casa dove ero tenuta prigioniera, e la pioggia l'ha riempita», racconta. «Ho bevuto quell'acqua piovana, che è stata sufficiente per una pentola di riso. È questo che mi ha dato la forza di andare avanti».
19:14
19:14
Raid israeliano a Gaza uccide 9 figli di una dottoressa
Alaa al-Najjar è una dottoressa dell'ospedale «Nasser» di Khan Jounis, nel sud della striscia di Gaza. Venerdì era in servizio e non si è stupita quando ha visto le ambulanze scaricare corpi di bambini martoriati da un attacco israeliano. Per lei, oramai è routine. Ma quando ha visto chi erano quei bambini, la dottoressa 38enne è precipitata nell'incubo. Erano otto dei suoi 10 figli. Il più piccolo di 3 anni, il più grande di 12. Insieme a loro, gravemente ferito, c'era il marito Hamdi, medico anche lui, padre dei piccoli.
Due di loro, di 7 mesi e 2 anni, mancavano all'appello. Erano rimasti sotto le macerie della loro casa, colpita da un raid israeliano. Morti sul colpo. Degli altri otto ricoverati, solo uno, di 11 anni, è sopravvissuto. I medici hanno cercato disperatamente di salvare gli altri, ma non c'è stato nulla da fare.
Il padre, sopravvissuto ma in gravi condizioni, aveva portato la moglie al lavoro all'ospedale, ed era tornato a casa dai bambini. Poco dopo, un razzo israeliano ha centrato la casa degli al-Najjar, in un sobborgo di Khan Younis. L'ennesimo raid dell'aviazione israeliana, che ieri ha reso noto di aver colpito oltre 100 obiettivi nella Striscia: edifici utilizzati da gruppi terroristici, tunnel e siti di lancio dei razzi, ha fatto sapere l'Idf.
Ma per Alaa, uno di quegli obiettivi era la sua famiglia. E se l'è vista morire davanti, nel suo ospedale. Un funzionario del ministero della Sanità di Hamas l'ha descritta come «calma, paziente, composta». Un sanitario addirittura ha detto che ha continuato a lavorare, per aiutare altri feriti. Difficile distinguere la propaganda dalla verità. Impossibile immaginare il dolore di Alaa.
Il resto della cronaca da Gaza non cambia rispetto ai giorni precedenti. Gli aiuti entrano con il contagocce. I raid, secondo fonti palestinesi citate da Al Jazeera, hanno fatto nelle ultime 24 ore 76 morti. Il bilancio complessivo delle vittime (secondo Hamas) è salito a 53.900. Dall'altra parte del fronte, in Israele, il quotidiano Times of Israel ha rivelato una nuova pagina dell'orrore della Striscia. Secondo un rapporto dell'Associated Press, l'Idf usa prigionieri palestinesi come scudi umani per bonificare gli edifici di Gaza. Ayman Abu Hamadan, 36 anni, ha raccontato di essere stato costretto a entrare nelle case della Striscia con una telecamera sulla fronte, per assicurarsi che fossero libere da bombe e uomini armati: «Mi hanno picchiato e mi hanno detto 'non hai altra scelta, fai questo o ti uccideremo'», ha riferito. La versione è stata confermata da un ufficiale israeliano, rimasto anonimo: «Gli ordini spesso arrivavano dall'alto, e quasi ogni plotone impiegava un palestinese per sgomberare una posizione».
Di fronte a una guerra sempre più feroce e sanguinosa, l'opinione pubblica israeliana è sempre più disorientata e disillusa. Un sondaggio del sito N12 rivela che il 53% dei cittadini ritiene che il premier Benjamin Netanyahu non abbia spinto per la liberazione degli ostaggi, soltanto per poter rimanere al potere.
E a confondere e turbare gli israeliani, arrivano anche le false telefonate degli ostaggi. Nella notte fra venerdì e sabato, diversi cittadini hanno dichiarato sui social media di aver ricevuto chiamate sul cellulare da numeri sconosciuti, con messaggi registrati di ostaggi che imploravano aiuto per essere liberati, con suoni di sirene ed esplosioni in sottofondo. La direzione nazionale per la sicurezza informatica sostiene che si tratti di «tentativi di creare panico fra la popolazione» e consiglia di bloccare i numeri sospetti.
16:19
16:19
Sanchez: «La situazione attuale a Gaza è inaccettabile e non resteremo in silenzio»
«La situazione attuale a Gaza è inaccettabile e non resteremo in silenzio». È il messaggio postato su X dal premier spagnolo, segretario generale del Partito Socialista Obrero Spagnolo (Psoe) e presidente dell'Internazionale Socialista, Pedro Sanchez, che ha inaugurato oggi a Istanbul il Consiglio dell'Internazionale Socialista.
«L'indifferenza non è un'opzione. Adesso basta!», ha scritto Sanchez. «Continueremo ad alzare la nostra voce contro la flagrante violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario», ha assicurato.
Nel suo intervento all'assise socialista, ripreso da Tve, Sanchez ha fatto appello a mobilitarsi contro l'aggressione israeliana a Gaza e all'avanzata del nazionalismo e dell'estrema destra, che sta minando le istituzioni internazionali e «il senso globale di comunità».
«Dobbiamo esigere che Israele fermi urgentemente l'operazione militare di occupazione di Gaza. Gaza appartiene e continuerà ad appartenere ai Palestinesi. Lo spostamento forzato o l'espulsione delle persone dalla loro terra è deplorevole e costituisce una violazione del diritto internazionale», ha detto il leader socialista.
E ha ricordato che «difendere la giustizia umanitaria non è contro nessuno» nel riferirsi alle accuse di antisemitismo fatte da membri del governo di Benjamin Netanyahu contro i Paesi che hanno criticato i crimini di guerra a Gaza. «Difendiamo i valori che ci definiscono come esseri umani», ha esortato Sanchez, nel ricordare che «la pace non si può ottenere attraverso la forza e la sofferenza umana».
Poi, ha criticato il nazionalismo e «l'ideologia di estrema destra che è in auge nel mondo». Ma anche la nuova amministrazione statunitense, che ha abbandonato gli Accordi sul clima di Parigi o l'Organizzazione mondiale della Salute, «mettendo il futuro del pianeta a rischio».
14:13
14:13
Raid a Gaza sulla casa di una dottoressa: morti 9 dei 10 figli
Un attacco aereo israeliano su Gaza ha colpito la casa di una dottoressa e ucciso nove dei suoi dieci figli: lo afferma l'ospedale di Khan Younis, come riporta BBC.
L'ospedale Nasser ha dichiarato che uno dei figli della dottoressa e suo marito sono rimasti feriti, ma sono sopravvissuti. Graeme Groom, un chirurgo britannico che lavora in ospedale, ha dichiarato di aver operato il figlio di 11 anni, l'unico sopravvissuto.
Un video condiviso dal direttore del ministero della Salute gestito da Hamas e verificato dalla BBC mostra piccoli corpi ustionati estratti dalle macerie di un attacco a Khan Younis venerdì.
12:12
12:12
Gli israeliani usano i palestinesi per sgomberare gli edifici
I soldati israeliani stanno sistematicamente utilizzando i detenuti palestinesi come scudi umani per sgomberare gli edifici dalle bombe a Gaza. Lo ha denunciato l'Associated Press, che cita testimonianze di palestinesi e informatori israeliani.
Vestito in uniforme militare con una telecamera fissata alla fronte, Ayman Abu Hamadan è stato costretto a entrare nelle case della Striscia di Gaza per assicurarsi che fossero libere da bombe e uomini armati, ha raccontato all'Associated Press.
Quando un reparto militare aveva finito con lui, veniva passato a quella successiva. «Mi picchiavano e mi dicevano: 'Non hai altra scelta: fai questo o ti uccidiamo'», ha raccontato il 36enne, descrivendo le due settimane e mezzo in cui è stato trattenuto la scorsa estate dall'esercito israeliano nel nord di Gaza.
Gli ordini spesso provenivano dall'alto e a volte quasi ogni plotone impiegava un palestinese per sgomberare le posizioni, ha affermato un ufficiale israeliano, che ha parlato sotto condizione di anonimato per timore di rappresaglie.
Diversi palestinesi e soldati hanno dichiarato all'Ap che le truppe israeliane stanno sistematicamente costringendo i palestinesi ad agire da scudi umani a Gaza, inviandoli in edifici e tunnel per verificare la presenza di esplosivi o militanti. Questa pericolosa pratica è diventata sistematica durante i 19 mesi di guerra, hanno affermato.Gli ordini spesso provenivano dall'alto e a volte quasi ogni plotone impiegava un palestinese per sgomberare le posizioni, ha affermato un ufficiale israeliano, che ha parlato sotto condizione di anonimato per timore di rappresaglie.
Diversi palestinesi e soldati hanno dichiarato all'Ap che le truppe israeliane stanno sistematicamente costringendo i palestinesi ad agire da scudi umani a Gaza, inviandoli in edifici e tunnel per verificare la presenza di esplosivi o militanti. Questa pericolosa pratica è diventata sistematica durante i 19 mesi di guerra, hanno affermato.
Gli ordini spesso provenivano dall'alto e a volte quasi ogni plotone impiegava un palestinese per sgomberare le posizioni, ha affermato un ufficiale israeliano, che ha parlato sotto condizione di anonimato per timore di rappresaglie.
08:39
08:39
Gli USA allentano le sanzioni alla Siria
L'amministrazione del presidente degli USA Donald Trump ieri in serata ha emesso l'ordine di iniziare ad allentare le sanzioni contro la Siria, segnando un importante cambiamento di politica dopo che l'inquilino della Casa Bianca si era impegnato a revocare le misure nel suo incontro con il leader Ahmed al-Sharaa, conosciuto comunemente come Abu Mohammed al-Jolani, nel suo recente viaggio in Medio Oriente.
Lo si legge in una nota del Dipartimento del tesoro americano, riportato per intero dall'emittente televisiva Cnn, nel quale si parla di «opportunità per un nuovo inizio».
I funzionari dell'amministrazione di Trump, ricorda Cnn, avevano condotto per mesi incontri discreti per preparare il terreno all'allentamento delle sanzioni, aiutando la nazione a riprendersi da anni di guerra devastante e a ricostruirsi dopo la caduta del leader deposto Bashar al-Assad.
«La brutalità del regime di Assad contro il suo stesso popolo e il sostegno al terrorismo nella regione - scrive nel comunicato il Tesoro - sono giunti al termine e un nuovo capitolo si apre per il popolo siriano. Il governo degli Stati Uniti si impegna a sostenere una Siria stabile, unita e in pace con se stessa e con i suoi vicini.
L'esenzione dalle sanzioni statunitensi è stata estesa al nuovo governo siriano, a condizione che il paese non offra un rifugio sicuro alle organizzazioni terroristiche e garantisca la sicurezza delle sue minoranze religiose ed etniche. Gli Stati Uniti continueranno a monitorare i progressi e gli sviluppi della Siria.
La Siria ha salutato la revoca formale delle sanzioni da parte degli Stati Uniti come un »passo positivo« che contribuirà alla ripresa postbellica. »La Repubblica araba siriana accoglie con favore la decisione del governo americano di revocare le sanzioni imposte alla Siria e al suo popolo per lunghi anni«, si legge in un comunicato del Ministero degli esteri di Damasco, nel quale si aggiunge che si tratta di un »passo positivo nella giusta direzione« per ridurre le difficoltà umanitarie ed economiche in Siria, martoriata da quattordici anni di guerra.
08:31
08:31
Il punto alle 8
L'emittente araba Al Jazeera afferma che almeno otto persone sono morte in attacchi israeliani avvenuti questa notte nella Striscia di Gaza.
L'esercito israeliano, nel frattempom, ha riferito che 83 camion che trasportavano aiuti umanitari, tra cui cibo, attrezzature mediche e medicinali, sono entrati a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom venerdì, dopo le ispezioni di sicurezza.
L'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) dal canto suo ha dichiarato che giovedì 100 camion di aiuti sono entrati a Gaza dal valico israeliano di Kerem Shalom, ma solo 35 hanno proseguito verso diversi punti di approvvigionamento a Gaza a causa delle ispezioni di sicurezza.