Africa

Se il colpo di Stato complica gli affari di Air France

La compagnia di bandiera francese ha già dovuto rinunciare ai voli per Burkina Faso, Mali e Niger – Quest'ultimo colpo di Stato crea non pochi problemi al vettore, da sempre presente nella regione
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Red. Online
30.08.2023 16:15

L'elenco, ora, comprende anche il Gabon. L'ultimo Paese africano, dopo Mali, Burkina Faso e Niger, ad aver subito un colpo di Stato. Uno sviluppo degli eventi che, inevitabilmente, avrà ripercussioni non solo politiche. Ma anche umanitarie e, pensando alla Francia e al netto del suo passato coloniale, commerciali. Nello specifico, Parigi ha mantenuto una forte presenza, in termini di interessi economici, tanto nel Paese quanto, allargando il campo, nella regione. E il contraccolpo, ora, potrebbe essere pesante. Soprattutto per Air France, la compagnia di bandiera, che aveva fatto dell'Africa Occidentale, come spiega il quotidiano economico La Tribune, una vera e propria roccaforte.

Una delle prime misure intraprese dai golpisti, leggiamo, è stata quella di chiudere le frontiere. Senza tuttavia specificare se la chiusura riguardava altresì l'aria o, meglio, i collegamenti aerei internazionali. Sia il sito web dell'aeroporto di Libreville, la capitale del Gabon, sia il sito specializzato FlightRadar24, mentre scriviamo queste righe, riporta che il volo in arrivo oggi da Parigi e quello in partenza verso Charles-de-Gaulle sono stati cancellati. La compagnia francese, al momento, si è limitata a dire che sta monitorando di continuo la situazione. Pronta, va da sé, a modificare i suoi piani di volo. La priorità, visto il momento, va data alla sicurezza degli equipaggi e dei passeggeri.

Difficile, ora come ora, capire quanto le turbolenze nella regione colpiranno le compagnie aeree e, appunto, Air France. Di certo, il vettore francese aveva appena riguadagnato slancio in Gabon dopo la lunga, lunghissima parentesi pandemica. Alla fine di giugno, infatti, i collegamenti fra Parigi e Libreville erano tornati ad avere una cadenza quotidiana. Come nel 2019, l'ultimo anno prima dell'emergenza sanitaria. Di più, la stampa locale aveva spiegato come il collegamento tra Libreville e Parigi, in servizio da settant'anni, fosse un fiore all'occhiello per il vettore francese. Una «destinazione privilegiata», nonché una delle cinque più redditizie dell'intera rete. Anche perché, a eccezione di Ethiopian o Turkish, non c'è mai stata concorrenza vera.

I voli per il Burkina Faso e il Mali, per contro, sono stati sospesi fino al prossimo 10 settembre. Quelli per il Niger, invece, a tempo indeterminato. La chiusura dello spazio aereo nigerino ha pure allungato i tempi di volo per Johannesburg (40 minuti) e N'Djamena, in Ciad (due ore).

Un contraccolpo, appunto, per Air France. Che in Africa, nel 2022, ha fatto molto bene. Non a caso, l'anno scorso Africa e Medio Oriente hanno rappresentato il terzo mercato della compagnia dopo Europa e Nordamerica, con un fatturato di oltre 3,2 miliardi di euro. Per il 2023, la compagnia aveva pure previsto un rendimento superiore del 6% rispetto al 2022. Ora, però, sono piovuti colpi di Stato in serie.