Corea del Sud

Seul festeggia: per la prima volta da nove anni torna a crescere il numero di bambini nati

In fondo alle classifiche mondiali di natalità e fecondità, il Paese asiatico ha registrato, nel 2024, un leggero aumento nel numero di nascite rispetto all'anno precedente – Un segnale positivo, ma non ancora una tendenza: «Servono incentivi»
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Red. Online
26.02.2025 12:30

Novità in Corea del Sud. Per la prima volta da nove anni a questa parte, nel 2024 il di bambini nati in Corea del Sud è tornato a salire. Una bella notizia per un Paese che, da tempo, si trova in fondo alle classifiche mondiali dei tassi di natalità (numero annuo di nascite ogni mille abitanti) e che solo un anno prima – nel 2023 – si era visto costretto a chiudere numerose cliniche pediatriche per mancanza di pazienti.

Qualche numero

Nell'anno appena trascorso, si legge sull'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, sono nati in totale 238.300 bambini, con un aumento del 3,6% rispetto al minimo storico di 230.000 toccato proprio nel 2023.

Il numero di bambini nati annualmente in Corea del Sud, secondo i dati forniti da Statistics Korea, era in calo dal 2015, quando – con 438.400 unità – era quasi il doppio di quello attuale. Per quanto piccola, insomma, la crescita rappresenta un'importante inversione di tendenza per una Paese che, negli ultimi anni, aveva visto nella bassa natalità una delle principali sfide del governo. 

L'aumento di nascite, peraltro, è confermato anche nei dati relativi al tasso di fecondità totale – ovvero il numero medio di figli che, in previsione, una donna potrebbe avere nel corso della sua vita –, dove il numero ha registrato una ripresa per la prima volta in nove anni, raggiungendo lo 0,75 nel 2024, rispetto allo 0,72 registrato un anno prima. Un exploit che va oltre le attese del governo di Seul, le cui previsioni si attestavano, per l'anno appena concluso, a 0,74.

Le ragioni

Ma perché questa inversione? Secondo l'agenzia di statistica sudcoreana, il fenomeno sarebbe da attribuire a tre fattori: l'aumento dei matrimoni nel post-pandemia, l'evoluzione dell'atteggiamento, in Corea del Sud, verso la genitorialità e una serie di cambiamenti demografici, come l'aumento della popolazione dei trentenni, fascia d'età chiave per lo sviluppo della natalità.

Secondo Statistics Korea, un numero maggiore di coppie si è sposato a partire dalla seconda metà del 2022 fino alla prima metà del 2023, dopo aver ritardato le celebrazioni a causa dei blocchi imposti durante le prime fasi della pandemia da COVID-19. Ma «la tendenza all'aumento dei matrimoni iniziata dopo la pandemia COVID-19 è proseguita», anche nel 2024, ha dichiarato Park Hyun-jeong, funzionario di Statistics Korea, citato da Yonhap. Tanto che, ha fatto sapere Park, nell'anno appena trascorso il numero di nozze celebrate è stato il più alto dal 1996: 222.422 coppie si sono sposate nel 2024, un aumento del 14,9% rispetto all'anno precedente che segna anche l'incremento annuale più consistente da quando l'agenzia ha iniziato a compilare i dati nel 1981.

Secondo l'agenzia demografica, avrebbe avuto un forte impatto anche l'entrata in gioco della fascia di popolazione nata fra il 1991 e il 1995, nella quale il numero di nascite è fortemente cresciuto. Per le donne che hanno da poco compiuto i 30 anni il numero di nascite è di 70,4 ogni 1000, mentre per chi si avvicina ai quaranta è di 46. Solo 20,7 per le ventenni.

Non una tendenza

Per quanto accolti con favore dal governo sudcoreano, dati odierni non cambiano la realtà di un Paese il cui numero di nascite rimane, ancora, bassissimo. Dal 2018, Seul è l'unico membro dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ad avere un tasso di fecondità inferiore a 1. Seul mira a riportare il numero oltre l'unità entro il 2030 e per questo ha introdotto una serie di politiche a sostegno del matrimonio e dell'educazione dei figli, tra cui sussidi economici per gli sposi e l'ampliamento dell'assistenza all'infanzia. 

Gli esperti hanno valutato l'attuale ripresa come un segnale positivo dopo quasi un decennio di declino, ma hanno messo in guardia dal ritenere il fenomeno una vera e propria tendenza. L'agenzia di statistica stima che il numero di donne in età fertile e la popolazione trentenne diminuiranno a partire dal 2027, limitando potenzialmente ulteriori aumenti del tasso di natalità. La speranza è allora che nuove politiche governative e cambiamenti sociali possano incentivare la crescita: «Sebbene si preveda una diminuzione del numero di donne in età fertile, fattori come le politiche governative e l'evoluzione dei valori sociali possono ancora influenzare i tassi di fecondità», ha dichiarato Park.