La confessione

«Sì, abbiamo interferito con le elezioni USA e continueremo a farlo»

Yevgeny Prigozhin, soprannominato il cuoco di Vladimir Putin, fondatore fra le altre cose del gruppo Wagner, ha ammesso che la Russia ha cercato e cerca tuttora di influenzare la politica interna americana
Prigozhin, a destra, assieme al presidente russo Putin. © Wikipedia
Red. Online
07.11.2022 16:30

È ricco, influente, legato a doppio filo al presidente russo Vladimir Putin, sotto sanzioni occidentali. Parliamo di Yevgeny Prigozhin, l’imprenditore-oligarca che, fra le altre cose, ha fondato e controlla il famigerato Wagner Group. Lunedì, lo stesso Prigozhin ha ammesso candidamente di aver interferito nelle elezioni statunitensi. E di voler continuare il suo lavoro di disturbo.

«Signori, abbiamo interferito, stiamo interferendo e interferiremo», ha affermato Prigozhin, accusato di gestire una cosiddetta fabbrica di troll per influenzare l'esito delle votazioni in diversi Paesi occidentali, in una dichiarazione citata dalla sua squadra. «Attentamente, precisamente, chirurgicamente e nel modo in cui lo facciamo, nel modo in cui possiamo», ha quindi scherzato Prigozhin, soprannominato «il cuoco di Putin» per via dei tanti banchetti organizzati al Cremlino tramite le sue attività nella ristorazione.

61 anni, Prigozhin ha risposto alla richiesta di commentare un rapporto pubblicato da Bloomberg. Secondo il rapporto, la Russia avrebbe interferito e starebbe interferendo con le elezioni di midterm negli Stati Uniti. Elezioni importantissime, dal momento che daranno forma al resto del mandato del presidente di Joe Biden e, soprattutto, potrebbero aprire la strada a una nuova discesa in campo di Donald Trump.

Prigozhin non è nuovo a confessioni di ampia portata. Lo scorso settembre, ad esempio, aveva confermato di aver fondato il gruppo di mercenari Wagner. I cui membri, lo ricordiamo, sono stati attivi su più fronti di guerra. Ucraina compresa.

Per anni, il gruppo Wagner era stato «solo» sospettato di svolgere un ruolo attivo in quelle che potremmo definire ambizioni geopolitiche di Mosca. Il Cremlino, fino all’evidenza, ha negato ogni legame mentre la presenza di soldati del citato gruppo Wagner era stata segnalata, fra i vari posti caldi, in Siria, Libia, Mali e Repubblica Centrafricana.

Quest’ultimo annuncio è stato interpretato da vari analisti come la prova che il «cuoco», in un prossimo futuro, punta a un ruolo politico di rilievo in Russia. Prigozhin, va ricordato, era stato sanzionato a suo tempo proprio per il sospetto che si fosse intromesso nelle elezioni presidenziali americane del 2016. Quelle che incoronarono, indovinate un po', Donald Trump.

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