Strage a Bondi Beach, i due killer addestrati nelle Filippine?

Hanno fatto un viaggio nelle Filippine, un mese prima della strage, e lì potrebbero aver ricevuto un addestramento militare. È l’ipotesi al vaglio delle autorità australiane, le quali stanno cercando di ricostruire il passato dei due uomini che lo scorso weekend hanno sparato sulla folla a Bondi Beach, nota spiaggia di Sydney, uccidendo almeno 15 persone.
Il commissario di polizia del Nuovo Galles del Sud, Mal Lanyon, ha spiegato che Naveed Akram, 24 anni, e suo padre Sajid, 50 anni, si erano recati nel Paese asiatico, a Davao, sull’isola di Mindanao, aggiungendo che gli investigatori hanno trovato ordigni esplosivi artigianali e due bandiere dell'ISIS in un'auto intestata al figlio, parcheggiata non lontano dal luogo in cui è avvenuta la sparatoria, durante la festa ebraica di Hanukkah.
«Le ragioni per cui si sono recati nelle Filippine, lo scopo della loro visita e dove si sono recati quando erano lì sono al momento oggetto di indagine», ha sottolineato Lanyon.
Stando all'emittente pubblica ABC, un funzionario antiterrorismo australiano ritiene che la coppia abbia seguito un addestramento di tipo militare mentre si trovava nelle Filippine meridionali il mese scorso.
Citato dal Guardian, Clarke Jones, un accademico dell'Australian National University (ANU) che ha lavorato con estremisti incarcerati nelle Filippine, ha spiegato che per i turisti è difficile addestrarsi con gruppi terroristici, generalmente radicati nel sud del Paese, a causa del loro isolamento geografico e della pericolosità dei viaggi in quelle aree. Tuttavia, nelle Filippine i due assassini potrebbero aver ricevuto altri tipi di addestramento privato, non per forza legato ai gruppi di estremisti locali.
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha riferito ai giornalisti: «Sembra che ci siano prove che tutto ciò sia stato ispirato dall'ISIS». L'isola di Mindanao, nel sud delle Filippine, è una zona in cui sono attivi diversi gruppi radicali islamisti, alcuni dei quali in passato si erano affiliati allo Stato Islamico.
La coppia ha ucciso almeno 15 persone a colpi di fucile, mentre altre 25 delle circa 40 ferite sono ancora ricoverate in ospedale. Durante l'attacco dello scorso weekend sono stati colpiti anche alcuni agenti di polizia intervenuti per fermare il massacro.
Sajid, indiano di 50 anni, era entrato in Australia nel 1998 con visto turistico e si era poi stabilito nel Paese dove ha aperto un negozio. Naveed è invece nato in territorio australiano, ha seguito studi religiosi e faceva il muratore, occupazione persa da qualche mese.
Naveed è stato arrestato e portato in un ospedale di Sydney con ferite gravi, mentre suo padre è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco dalla polizia, dopo esser stato disarmato da un passante, poi rimasto ferito anch'egli in maniera non grave.
Naveed era già finito nel mirino delle autorità australiane nel 2019, per presunti legami con organizzazioni terroristiche, ma stando ad Albanese, «la valutazione ha evidenziato che non vi erano indicazioni di alcuna minaccia in corso o di un suo eventuale ricorso alla violenza».
Le autorità stanno cercando di capire se il viaggio, insieme all'ottenimento del porto d'armi da parte di Sajid e all'acquisizione di sei armi da fuoco, e ai presunti legami di Naveed con un possibile estremismo islamico nel 2019, siano elementi di intelligence che avrebbero dovuto essere intrecciati prima della strage.
