Il caso

Su Facebook impazza ancora il Putin amante delle coccole

C’è un leader del Cremlino che sorride, accarezza gli animali e ama la pace – Il guaio? A questa narrazione credono migliaia e migliaia di utenti
Marcello Pelizzari
11.04.2022 21:01

C’è un Vladimir Putin che sorride, accarezza gli animali e, soprattutto, ama la pace. Lo trovate sui social, Facebook in particolare. Parliamo dei tanti, tantissimi gruppi pro-Putin che popolano la creatura di Mark Zuckerberg. Ne ha parlato la BBC, che ha indagato sul fenomeno assieme ai ricercatori dell’Institute for Strategic Dialogue (ISD).

Il consenso

I numeri, innanzitutto. Gli esperti dell’ISD hanno identificato e tracciato le attività di 10 gruppi che sostengono il leader del Cremlino, per un totale di 650 mila membri. Nell’ultimo mese, hanno sottolineato i ricercatori, sono stati pubblicati 16.500 post e sono state registrate 3,6 milioni di interazioni.

L’obiettivo dei gruppi, per contro, è quello di promuovere Putin come un eroe. E una figura positiva ancorché forte. Non a caso, nelle immagini postate spesso il presidente russo tiene in braccio dei cuccioli o, qui parliamo di fotomontaggi, cavalca animali selvatici come orsi e leoni.

Dal 24 febbraio, giorno dell’invasione, c’è stato un aumento (quasi) vertiginoso di iscritti: i nuovi membri, infatti, sono 100 mila.

Alla base, beh, vi sarebbe un’operazione di astroturfing. Ovvero, citiamo Wikipedia, «la creazione a tavolino di un supposto consenso proveniente dal basso, della memoria o della storia pregressa di un’idea, un prodotto o comunque qualsiasi bene oggetto di promozione (bene di consumo, candidato alle elezioni, etc.)». E ancora: «La tecnica di astroturfing si affida spesso a persone retribuite con modalità non trasparenti, affinché esse producano artificialmente un’aura positiva intorno al bene da promuovere». In questo caso, il bene si chiama Vladimir Putin.

Comportamenti strani

A stupire i ricercatori sono altresì i comportamenti di alcuni amministratori. Uno, ad esempio, afferma di trovarsi in Siria e utilizza tre account separati che, in arabo, pubblicano alla stessa ora ogni giorno.

Ma c’è anche chi si è attivato dalla Cambogia, spingendo i contenuti in lingua khmer e generando 4 mila condivisioni.

Vi sono, va da sé, forti legami fra i vari gruppi ed è facilmente intuibile uno schema coordinato.

La domanda, a questo punto, scatta in automatico: i gruppi hanno qualcosa a che fare con le pratiche del Cremlino sui social? Sì, no, forse. A differenza di altre campagne condotte da Mosca sul web, non vi sono tracce di un coinvolgimento diretto russo. Non evidenti, quantomeno.

Di sicuro, la narrazione pro-Putin su Facebook si poggia sulla realtà: nonostante l’invasione, la guerra e l’orrore, infatti, il cosiddetto putinismo resiste in diversi angoli del mondo, Europa compresa.

Contattata dalla BBC, Meta – la società madre di Facebook – ha garantito di lavorare giorno e notte per sradicare la disinformazione legata alla guerra in Ucraina.

Il profilo fake

La BBC, ad ogni modo, si è spinta oltre. Individuando anche diversi account che, letteralmente, imitano Vladimir Putin. Il quale, lo ricordiamo, è fra i pochi leader mondiali a non avere un account social ufficiale a suo nome. Addirittura, la leggenda narra che sia talmente paranoico da non possedere nemmeno uno smartphone.

Stando alla versione ufficiale, sbandierata da Dmitry Peskov, Putin non ha bisogno dei social media poiché «non gli danno nulla».

Detto ciò, alcuni buontemponi (eufemismo) hanno colmato il vuoto creando profili fake del presidente russo. Una pagina Facebook aveva perfino radunato oltre 3 milioni di follower prima di essere rimossa per furto d’identità poco dopo l’invasione dell’Ucraina. Curiosamente, un numero significativo di seguaci si è unito durante la pandemia quando la pagina parlava di vaccini anti-COVID di fabbricazione russa.

Di recente, invece, sulla pagina era possibile trovare messaggi che fungevano da megafono alla narrazione del Cremlino. Altra curiosità: fra i commentatori, molti ritenevano che quei post fossero stati scritti dal vero Putin.

Un post dedicato alla famigerata operazione speciale in Ucraina e, citiamo, al «mantenimento della pace» ha ricevuto 200 mila condivisioni e apprezzamenti.

Terza curiosità: nei vari post il fake Putin taggava di continuo i gestori dei gruppi, fra cui gli amministratori identificati dall’ISD.

Un cortocircuito, già. Che evidentemente ha contribuito a costruire il sostegno alla Russia durante queste settimane di guerra.

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