L'analisi

Svezia-NATO: perché si parla (di nuovo) di Gotland?

Occupata dalla Russia zarista nel 1808 e «visitata» da due bombardieri strategici russi nel 2013, l'isola è tornata a ricoprire un ruolo strategico come ai tempi della Guerra Fredda
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Marcello Pelizzari
12.07.2023 14:45

Gotland. Se n’è parlato poco, in questi giorni. Ma l’isola è tornata di stretta, strettissima attualità dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha garantito alla Svezia un ingresso rapido, il più rapido possibile, nella NATO (Ungheria permettendo, certo).

L’isola, la seconda più grande del Mar Baltico, appartiene alla Svezia. È considerata un gioiellino turistico, sebbene rappresenti pure un crocevia strategico. A maggior ragione ora, con l’entrata oramai imminente di Stoccolma nell’Alleanza Atlantica. Gotland, infatti, si trova a circa 90 chilometri a Est dalla terraferma svedese e a circa 130 dagli Stati baltici. Alla NATO, se vogliamo, interessa soprattutto che dalle sue coste sia possibile esercitare ulteriore pressione su Kaliningrad, l’exclave russa incastrata fra Lituania e Polonia dove ha sede la flotta baltica, nonché sul Golfo di Finlandia e, quindi, San Pietroburgo.

Quei due bombardieri russi...

E dire che c’è stato un tempo, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, in cui Gotland era rimasta addirittura indifesa. Nel 2005, addirittura, il governo svedese ritirò tutte le forze militari dall’isola. Con il passare degli anni, complici alcune visite non proprio amichevoli e turistiche da parte dei russi, cominciarono a levarsi voci sempre più insistenti, anche da parte di altri Paesi: per favore, rimettete qualcuno a difendere quel lembo di terra. E questo perché, come aveva spiegato il Centro per l’analisi politica europea (CEPA), un think tank che riunisce ex militari, politici, attivisti e giornalisti, «se la Russia si impadronisse di Gotland in caso di crisi, potrebbe dominare la regione del Mar Baltico e rendere estremamente difficile qualsiasi rafforzamento degli Stati baltici via mare o via aerea». Ahia.

Lo spavento più grosso, in questo senso, risale al 29 marzo 2013, quando due Tupolev TU-22M3 – dei bombardieri strategici – scortati da quattro Sukhoi Su-27 si avvicinarono tanto, troppo a Gotland nell’ambito di un’esercitazione o, se preferite, un finto bombardamento: arrivarono a sole 24 miglia. Parentesi: alle forze aeree svedesi era stato il fine settimana libero per le vacanze pasquali, quelle antiaeree di Gotland, invece, erano state soppresse da tempo.

La difesa, di nuovo

L’episodio non passò inosservato. E spinse la Svezia, già allora, a darsi da fare. Nel 2016 venne inviata sull’isola una compagnia di 150 soldati, mentre due anni più tardi venne riattivato il reggimento di guarnigione: 400 uomini, un battaglione meccanizzato con blindati CV90 e Leopard 2 oltre a un battaglione anfibio della Guardia Nazionale. Parola d’ordine sicurezza, insomma.

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, nel 2022, la Svezia aveva dichiarato che avrebbe speso circa 160 milioni di dollari per ripristinare le infrastrutture militari dell’isola. Le difese antiaeree, per contro, erano state riattivate già nel 2021.

Di più, nel 2022 le truppe svedesi si sono pure addestrate con i Marines statunitensi e altre forze alleate nell’ambito dell’esercitazione BALTOPS. L’esercitazione prevedeva, fra le altre cose, l’atterraggio di un C-130 Hercules su una strada rurale a nord di Visby, il principale centro abitato dell’isola. Lo scorso aprile, in occasione dell’esercitazione Aurora, la più grande mai tenuta in Svezia da 25 anni a questa parte, a Gotland si sono addestrate unità britanniche e polacche.

L'occupazione russa del 1808

La difesa di Gotland è legata anche a ragioni storiche. L’isola, infatti, nel 1808 fu brevemente occupata dalle truppe russe durante la guerra di Finlandia, combattuta dagli eserciti dell’Impero russo e del Regno di Svezia dal febbraio del 1808 al settembre del 1809, nel contesto delle guerre napoleoniche. Uscita sconfitta dal conflitto, la Svezia fu infine costretta a firmare il trattato di Fredrikshamn e, di riflesso, a cedere i territori dell’attuale Finlandia all’Impero russo.

Per gli abitanti di Gotland, il passato è una vera e propria costante. Le coste dell’isola sono costellate di vecchie mitragliatrici risalenti alla Seconda guerra mondiale, ad esempio, mentre gli ultimi mesi hanno avuto lo stesso sapore della Guerra Fredda, quando l’importanza strategica di Gotland non era certo in discussione.

Per quanto un’invasione russa di Gotland, oggi, sia impensabile, è evidente che il futuro ingresso della Svezia nella NATO rappresenta un deterrente importante. Della serie: Vladimir Putin, se caso, ci penserebbe due volte. Il colonnello Magnus Frykvall, a capo del reggimento presente sull’isola, era stato chiarissimo al riguardo con Reuters: un conto è attaccare un Paese NATO, un altro un Paese che non fa parte della NATO.

«Gotland – aveva detto l’ex capo della Guardia Nazionale svedese Rutger Banholtzun a Reuters – è una portaerei. Chi controlla l’isola, controlla gran parte del Mar Baltico».

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