Tensioni all'ONU: «Per gli USA la risoluzione su Gaza non è vincolante»

Il braccio di ferro al Consiglio di Sicurezza ONU continua. Dopo l'adozione della risoluzione che chiede un «cessate il fuoco immediato per il Ramadan che porti ad un cessate il fuoco duraturo e sostenibile» a Gaza, passata con 14 voti a favore e l'astensione degli Usa, Washington mette in dubbio il valore vincolante del documento. Sia l'ambasciatrice americana all'ONU Linda Thomas-Greenfield che il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby hanno sottolineato che si tratta di una risoluzione «non vincolante», affermazione contestata da diversi Paesi membri.
Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, infatti, sono vincolanti ai sensi del diritto internazionale, ed è proprio questa la differenza dai documenti adottati dall'Assemblea Generale, che invece hanno valore simbolico ma sono 'non binding' (non vincolanti, appunto). Secondo gli esperti legali, questo potrebbe voler dire che se Israele non rispetta la richiesta di interrompere le operazioni militari, gli Usa non permetteranno ai membri del Consiglio di Sicurezza di imporre sanzioni allo Stato ebraico. I membri con diritto di veto infatti (compresi gli Stati Uniti) possono opporsi a qualsiasi misura di applicazione.
«Penso che sia abbastanza chiaro che se Israele non rispetta la risoluzione, l'amministrazione di Joe Biden non permetterà ai membri del Consiglio di Sicurezza di imporre sanzioni», ha commentato Richard Gowan, esperto delle Nazioni Unite presso l'International Crisis Group. D'altronde, Israele ha violato numerose risoluzioni dell'organo ONU, tra cui una del 2016 che chiede di interrompere la costruzione di insediamenti in Cisgiordania.