Dopo Baltimora

Tra usura e incidenti, quanti sono i ponti «critici» negli Stati Uniti?

Il crollo del Francis Scott Key Bridge a fine marzo ha riacceso i riflettori sulla sicurezza dei viadotti, in particolare di quelli americani – Da un rapporto di Bloomberg spiccano 17.000 strutture da monitorare
©JIM LO SCALZO
Red. Online
04.05.2024 16:30

Le immagini del crollo del Francis Scott Key Bridge a Baltimora hanno fatto il giro del mondo. Ma, soprattutto, hanno riacceso vecchie preoccupazioni legate alla sicurezza dei ponti, soprattutto negli Stati Uniti. Lo scorso 26 marzo, la struttura è crollata nel fiume Patapsco, dopo che la nave mercantile Dali, battente bandiera di Singapore, ha colpito uno dei piloni. Un incidente, certo, ma non solo. Anche gli avvenimenti degli ultimi anni nelle vicinanze, tra cui il crollo del ponte Morandi a Genova, ci ricordano che, in più occasioni, i ponti sono stati teatro di angoscianti sinistri. Crollando, trascinando con sé tutti i mezzi che, per ironia della sorte, stavano circolando sul ponte in quel momento. Auto, camion, moto, autobus. Ma, soprattutto, persone, vite umane. 

Ponti troppo vecchi

Alla luce della tragedia a Baltimora, Bloomberg ha deciso di vederci chiaro e di stilare una lista dei ponti americani considerati più pericolosi, poiché a rischio crollo. Il dato che ne è emerge è preoccupante. Secondo l'indagine, sono almeno 17.000 i ponti «critici» sul suolo americano. Si tratta, grossomodo, del 3% degli oltre 600.000 viadotti presenti nel Paese. Di questi, circa 1.700 si trovano su una via navigabile. Ciò significa che, come accaduto con il Francis Scott Key Bridge, sotto la struttura possono esserci navi e altre imbarcazioni. 

Il problema, secondo gli esperti, è da ricondurre al periodo di costruzione della maggioranza di ponti statunitensi. Molti, infatti, sono stati progettati tra il 1950 e il 1960, durante il boom di costruzione delle autostrade. Alcuni, addirittura, risalgono al 1940. A causa della loro «vecchiaia», dunque, la situazione si fa sempre più pericolosa. Ma, secondo quanto emerge dall'indagine di Bloomberg, in molti casi non sono ancora state adottate le giuste misure per mettere in sicurezza la struttura e, soprattutto, chi ci circola sopra.

Nello specifico, tra i 17.000 ponti «critici» ce ne sono 300 ritenuti in «cattive condizioni», a causa delle significative carenze in almeno uno dei tre elementi strutturali: l'impalcatura che sostiene la carreggiata, la sovrastruttura – ossia la parte superiore del ponte che sostiene la carreggiata – oppure la sottostruttura, che sostiene il ponte dal basso. 

Di questi 300 – secondo i recenti rapporti di ispezione – ce ne sono 14 in cui tutte e tre le strutture sono considerate «in condizioni scadenti o gravi». E volendo andare nel dettaglio, sulla metà di questi ponti, in media, circolano circa almeno 10.000 mezzi al giorno. Tra questi, ci sono il Calcasieu River Bridge in Louisiana, l'Harlem Ave in Illinois, il Lockport nello Stato di New York e il Wanamaker Ave in Pennsylvania.

Tra usura e incidenti

Tuttavia, sebbene parlare di «criticità» possa, inevitabilmente, allarmare, secondo gli esperti di ingegneria, la maggior parte dei ponti statunitensi si può considerare «sicura da percorrere». La situazione, tendenzialmente, dovrebbe essere tenuta sotto controllo grazie ad alcuni interventi di manutenzione necessari. Ciò che preoccupa, però, è la combinazione tra usura e incidenti. Proprio come accaduto a Baltimora. 

Infatti, non sono solo le imbarcazioni che circolano nei fiumi sotto ai ponti a preoccupare. Potenzialmente, strutture ritenute già «troppo deboli» potrebbero collassare anche a causa di condizioni meteorologiche estreme, o per incidenti di diverso tipo, tra cui quelli tra veicoli, ma anche incendi ed esplosioni. 

Per questo motivo, il governo federale richiede un'accurata ispezione dei ponti «critici» due volte l'anno, facendo particolare attenzione alla sottostruttura del ponte (dunque a colonne di supporto e fondamenta), dal momento che sono proprio i danni a questa parte della struttura a causarne, potenzialmente, il collasso totale. 

Preoccupazioni per il Calcasieu

Ciononostante, come detto, ci sono alcuni viadotti che richiedono un monitoraggio e una manutenzione più meticolosi, per scongiurare una catastrofe simile a quella avvenuta a Baltimora. È il caso del ponte Calcasieu in Louisiana, nominato in precedenza. Dall'analisi di Bloomberg, infatti, emergono dettagli da non sottovalutare. Tanto per cominciare, il Calcasieu è considerato il ponte più trafficato tra quelli ritenuti critici. Ogni giorno, infatti, viene percorso, in media, da circa 86.600 veicoli. Proprio per questo, le sue condizioni meritano di essere monitorate con particolare attenzione.

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 Secondo la valutazione degli esperti, al Calcasieu è stato assegnato un punteggio di 3 su 9, durante un'ispezione avvenuta nel dicembre del 2022. Ciò significa che tutti gli elementi principali sono ritenuti in gravi condizioni. Bloomberg descrive la strada che lo attraversa come «la più ripida della Louisiana», composta da due strette corsie di marcia in ciascuna direzione, nessuna banchina di sicurezza e solo un «guardrail ornamentale». Non solo. Il ponte in questione è stato anche teatro di numerosi incidenti mortali, al punto da aver un tasso di incidenti superiore del 66% a quello nazionale. E proprio per questa sua caratteristica, considerando la pericolosissima combinazione tra usura e sinistri, questo, tra i tanti ponti critici, risulta essere quello più preoccupante.