Stati Uniti

«Trump è come Voldemort»: ancora caos al dibattito TV repubblicano

Insulti, volgarità, teorie del complotto: poco edificante lo spettacolo andato in onda questa notte – A spuntarla Nikki Haley, sempre più sola al secondo posto dietro a Donald Trump
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Red. Online
07.12.2023 13:45

Manca poco: una quarantina di giorni e le elezioni primarie statunitensi avranno ufficialmente inizio con il caucus dell'Iowa (che cos'è il caucus? Ne abbiamo parlato in dettaglio qui). Allora, i cittadini americani saranno chiamati a scegliere il candidato del proprio partito: scegliere chi otterrà il ticket per correre per il premio finale, la Casa Bianca. Una semifinale, insomma. Il processo elettivo durerà fino a giugno, mentre fra luglio a settembre i partiti terranno le convention di nomina per dichiarare ufficialmente i nomi dei propri candidati. Manca poco, dicevamo, e lo scontro fra chi vuole mettere le mani su questo biglietto d'oro si sta facendo sempre più acceso. I dibattiti televisivi fra i candidati presidenziali repubblicani, in particolare, non mancano di dare spettacolo e anche il quarto evento, tenutosi la scorsa notte, è stato segnato da scontri verbali, insulti e tante teorie del complotto. Un altro incontro caotico, dunque, dove a spiccare – più che le capacità dialettiche dei partecipanti – è stata, ancora, l'assenza di Donald Trump.

Haley al secondo posto

Come già al terzo appuntamento, la candidata Nikki Haley – già governatrice della Carolina del Sud e ambasciatrice USA all'ONU – è stata attaccata duramente dai suoi avversari, intimoriti, evidenziano gli analisti, per la sua crescente forza nello scacchiere. Secondo i più recenti sondaggi, Haley si troverebbe al secondo posto nelle preferenze repubblicane, dietro solamente a Donald Trump. Ad accanirsi contro la 51.enne, in particolare, l'imprenditore bio-tech Vivek Ramaswamy (grande sostenitore di Trump) e il governatore della Florida Ron DeSantis. I due l'hanno accusata di essere finanziata e quindi condizionata dai ricchi donatori di Wall Street. Ramaswamy l'ha definita «corrotta» (anche alzando un cartello con questa scritta), guadagnandosi i fischi della folla presente all'incontro. Fra i temi più caldi affrontati nel corso della serata, sicuramente la politica estera: è proprio sulla questione degli aiuti all'Ucraina (al centro di una proposta di legge affossata dal Congresso) che il dibattito si è davvero acceso. Con Haley sempre in grado di difendersi e sminuire gli attacchi degli avversari: «Sono solo gelosi. Amo tutta questa attenzione». 

Battibecchi anche fra Chris Christie, ex governatore del New Jersey e Ramaswamy. Dopo l'ennesimo insulto a Haley, Christie è intervenuto contro l'imprenditore bio-tech definendolo «il più odioso fanfarone d'America». «Questa è una donna intelligente e realizzata», ha detto il candidato. «Dovresti smettere di insultarla», ha aggiunto, rimproverando l'uso di attacchi personali invece che politici. Una reprimenda per nulla apprezzata da Ramaswamy, che ha risposto: «Fai un favore a tutti, scendi dal palco, goditi un buon pasto e lascia questa gara», alludendo all'obesità del rivale.

Ma l'imprenditore non si è fermato qui, andando a dare il proprio sostegno, in mezzo alle volgarità, a teorie cospirative di estrema destra. Suggerendo, ad esempio, che l'assalto del 6 gennaio a Capitol Hill «fu un inside job». O che la teoria della "grande sostituzione" è realtà e che le elezioni del 2020 sono state rubate dalle Big Tech.

E Donald?

E Donald? Il 77.enne, come già fatto recentemente, ha deciso di dare buca all'evento. Irriducibile anti-Trump, Chris Christie ha preferito prendersela proprio con il tycoon, accusando i suoi rivali di essere «troppo timidi» nei suoi confronti e di «avere paura di offenderlo». Addirittura, lo ha paragonato al Lord Voldemort di Harry Potter, «l'oscuro signore che non deve essere nominato e che terrorizza il mondo». «Non ha il fegato di venire qui... è un uomo arrabbiato, un dittatore, un bullo non idoneo a fare il presidente», ha denunciato, ammonendo che «sarà condannato e gli elettori non lo voteranno». Timidezza confermata da DeSantis che, pur provando a criticare Trump per l'età e alcune mancate promesse, si è rifiutato di dire se sia idoneo alla presidenza e ha escluso il rischio di una deriva autoritaria. Haley invece ha raccolto la sfida, lanciando un messaggio a Trump e agli elettori repubblicani: «Dobbiamo fermare il caos, ma non è possibile sconfiggere il caos democratico con il caos repubblicano. E questo è ciò che ci dà Donald Trump. Il mio approccio è diverso: niente drammi, niente vendette, niente piagnucolii».