Il caso

Trump fa causa al Wall Street Journal: «Voglio dieci miliardi di risarcimento»

Il presidente americano ha mantenuto le promesse: è scattata la denuncia per Dow Jones, News Corp, Rupert Murdoch e i due giornalisti che hanno scritto l'articolo in cui è comparsa una lettera indirizzata a Epstein firmata dal tycoon
©Thomas Krych
Red. Online
19.07.2025 09:30

La tensione è alta. Per non dire altissima. Le minacce, insomma, sono diventate realtà: Donald Trump nelle scorse ore ha fatto causa al Wall Street Journal, News Corp e Rupert Murdoch in Florida per diffamazione e calunnia. Il presidente statunitense, neanche a dirlo, non ha apprezzato la pubblicazione di una sua lettera scritta a Jeffrey Epstein per il suo 50. compleanno. Una lettera definita «oscena», che il giornale ha condiviso gettando benzina sul fuoco sul caso. E scatenando le ire del tycoon. 

Per Trump - che ha fortemente negato di essere l'autore della lettera - la denuncia non è altro che un tentativo «di contrastare le fake news». Ma, come rivelato dalla CNN, si tratta anche di un'azione legale da cui, verosimilmente, il tycoon potrebbe ottenere ben 10 miliardi di dollari di risarcimento.

Nello specifico, il presidente statunitense ha presentato la causa presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per la Florida meridionale, nominando come imputati Dow Jones, News Corp, Rupert Murdoch e i due giornalisti del Journal che hanno scritto l'articolo, Khadeeja Safdar e Joe Palazzolo. Come rivelano i media statunitensi, in una denuncia di 18 pagine, il suo avvocato accusa il Journal e i suoi giornalisti di averlo diffamato, inventando «questa storia per denigrare il carattere e l'integrità del Presidente Trump e ritrarlo in modo ingannevole sotto una falsa luce». A seguire, come anticipato, vengono chiesti 10 miliardi di dollari di danni.

«Abbiamo appena intentato una causa contro tutte le persone coinvolte nella pubblicazione del falso, maligno, diffamatorio,  articolo pieno di FAKE NEWS in quell'inutile straccio che è il Wall Street Journal», ha aggiunto Trump in un post su Truth. 

Il Wall Street Journal risponde: «Ci difenderemo»

Dal canto suo, il proprietario del Wall Street Journal ha dichiarato che il giornale si difenderà «vigorosamente» contro la denuncia. «Abbiamo piena fiducia nel rigore e nell'accuratezza delle nostre informazioni e ci difenderemo con vigore contro tutti gli attacchi giudiziari», ha affermato in una nota un portavoce Dow Jones, il gruppo che possiede il Wall Street Journal. 

La lettera

Trump, è risaputo, conosceva Epstein. E non sono poche le foto, riemerse negli ultimi anni, che lo ritraggono con il finanziere pedofilo. La lettera a lui attribuita, pubblicata dal Wall Street Journal, contiene diverse righe di testo dattiloscritto incorniciate dalla sagoma di una donna nuda, che sembra disegnata a mano con un pennarello spesso. Un paio di piccoli archi indicano il seno della donna, mentre la firma del futuro presidente è una sinuosa scritta «Donald» sotto la vita, a evocare i peli pubici. Questa la chiusa: «buon compleanno e che ogni giorno possa essere un altro meraviglioso segreto».

«Il Wall Street Journal ha pubblicato una lettera falsa, presumibilmente indirizzata a Epstein. Queste non sono le mie parole, non è il mio modo di parlare» aveva dichiarato Trump in un primo momento, sottolineando di «non fare disegni di donne nude». «Ho detto a Rupert Murdoch che era una truffa, che non avrebbe dovuto pubblicare questa storia falsa. Ma l'ha fatto, e ora farò causa a lui e al suo giornale di terza categoria». Minacce diventate realtà, nel giro di poche ore.