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Trump: «I dazi sui farmaci? Probabilmente alla fine del mese»

Il presidente USA dichiara: «Partiremo con tariffe più basse per dare alle società farmaceutiche un anno di tempo per adeguarsi»
©Evan Vucci
Red. Online
16.07.2025 12:00

Donald Trump, parlando a Pittsburgh a margine di un evento, ha affermato che molto probabilmente dal primo agosto farà scattare dazi sui farmaci importati negli USA. Subito dopo, ha aggiunto il presidente americano, potrebbero scattare i dazi anche sui semiconduttori. Lo riporta l'agenzia Bloomberg.

«Scatteranno probabilmente alla fine del mese», ha affermato il presidente americano: «Partiremo con tariffe più basse - ha quindi spiegato - per dare alle società farmaceutiche un anno di tempo per adeguarsi. E se non lo faranno, arriveranno dazi molto, molto più pesanti in futuro. Lo stesso schema e una tempistica simile - ha aggiunto - sarà adottata per i produttori di semiconduttori».

l dazi a tre cifre ventilati da Trump per la farmaceutica hanno procurato un «colpo al cuore» alle aziende del settore in Ticino. Il presidente americano ha annunciato una tariffa «molto alta, magari del 200%» durante un incontro di gabinetto alla Casa Bianca, facendo crollare i titoli in Borsa.  

«È sicuramente un segnale preoccupante, se lo scenario dovesse concretizzarsi il contraccolpo per le nostre aziende sarebbe certamente importante» aveva commentato al CdT il presidente di Farma Industria Piero Poli (Rivopharm). Il settore farmaceutico in Ticino genera un fatturato di 2,6 miliardi, con una 60ina di aziende e poco meno di 4mila occupati.

La minaccia dei dazi va comunque commisurata al peso effettivo del mercato americano rispetto a quello europeo. Secondo il presidente di Farma industria Ticino Piero Poli, infatti, «circa il 12% della produzione ticinese è destinata all’export verso gli Stati Uniti, mentre la quota restante viene esportata quasi interamente in Europa, che continua a rappresentare il mercato di riferimento».

Negli scorsi mesi, le grandi case farmaceutiche svizzere hanno comunque annunciato investimenti miliardari negli Stati Uniti, a cominciare da Novartis che investirà 23 miliardi in 5 anni. L’azienda basilese intende costruire sei nuovi centri di produzione e uno di ricerca a San Diego. Un’operazione da 4.000 posti di lavoro di cui 1.000 specializzati. Anche la rivale Roche ha annunciato l’intenzione di espandersi nel mercato americano, senza tuttavia rivelare l’entità dell’investimento.

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