Trump intende imporre nuove sanzioni contro la Russia?

«Putin è impazzito, sta uccidendo molte persone senza motivo». Il pesante attacco sferrato da Mosca tra sabato e domenica non ha lasciato indifferente il presidente USA Donald Trump, anzi. Il tycoon, a sorpresa, ha duramente criticato Vladimir Putin e, in tutta risposta, Mosca ha intensificato i bombardamenti sul nemico, con un lancio record di 355 droni kamikaze. Un affronto a Kiev, certo, ma pure a Trump, che sta vedendo sfumare la promessa fatta in campagna elettorale di porre fine al conflitto.
Il Cremlino, dopo aver bombardato duramente il Paese invaso nel febbraio 2022, ha comunque cercato di smorzare i toni, attraverso il suo portavoce Dmitry Peskov: «Questo è un momento molto cruciale, che è naturalmente accompagnato da un sovraccarico emotivo da tutte le parti e da reazioni emotive». Peskov ha poi sottolineato come Mosca sia «molto grata» al capo della Casa Bianca per il suo continuo impegno nei colloqui di pace. Ma dietro a queste parole al miele, non c'è altro che il timore di nuove sanzioni americane contro la Russia.
Trump, nelle scorse ore, ha infatti minacciato di inasprire le restrizioni contro Mosca e, secondo il Wall Street Journal, starebbe seriamente valutando l'ipotesi di imporre sanzioni già da questa settimana, nel tentativo di spingere lo «zar» a negoziare un cessate il fuoco.
Il presidente USA, scrive ancora il WSJ, sarebbe stanco degli scarsi risultati ottenuti nei negoziati di pace e starebbe valutando addirittura di abbandonare la questione se un ultimo tentativo non dovesse andare in porto.
I recenti attacchi in Ucraina hanno portato a un rapido deterioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Russia, raggiungendo probabilmente il punto più basso in questi mesi di telefonate e colloqui. Trump si è insediato alla Casa Bianca credendo di trovarsi in una posizione privilegiata per trattare con Putin, convinto dunque di poter porre fine al conflitto in tempi brevi. Lo stesso presidente USA ha sottolineato ancora una volta come il suo rapporto con il suo omologo russo sia sempre stato ottimo.
Da quando ha iniziato a mediare tra Mosca e Kiev, Trump non è mai riuscito a ottenere concessioni da parte di Putin che potessero portare a un accordo di pace o essere prese in considerazione da Kiev. Di più, lo zar ora ha pure intensificato i bombardamenti sull’Ucraina, con un aumento delle vittime civili. Poche ore dopo i commenti al veleno di Trump, la Russia ha lanciato il suo più grande assalto missilistico e di droni contro l'Ucraina, nella notte tra lunedì e domenica. Secondo l'aeronautica militare di Kiev, Mosca avrebbe lanciato 355 droni kamikaze e almeno 9 missili da crociera. Il Cremlino, dal canto suo, ha definito la pioggia di bombe come una rappresaglia per i gli attacchi di droni ucraini in territorio russo.
L’Europa, intanto, sta cercando di mettere ulteriore pressione su Putin. Ieri il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato che Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito non avrebbero più imposto restrizioni sull'uso da parte di Kiev di armi fornite da alleati occidentali. Tradotto: ora l’Ucraina potrà colpire posizioni militari più in profondità nel territorio russo. Finora, il Paese di Volodymyr Zelensky ha potuto utilizzare missili a lungo raggio contro le truppe nemiche solamente entro una certa distanza.
Tornando a Trump, in questi mesi, il suo atteggiamento nei confronti di Putin è cambiato più volte, ma mai si era spinto a un attacco come quello di domenica. Il tycoon ha parlato apertamente di possibili nuove sanzioni e ha usato parole dure nei confronti del leader russo, non risparmiando stoccate pure a Volodymyr Zelensky e Joe Biden.
Per settimane, il presidente USA ha resistito alle pressioni internazionali di punire Putin per non aver accettato un cessate il fuoco: suoi alleati storici, come il senatore repubblicano Lindsey Graham, gli hanno consigliato di adottare misure più severe contro la Russia per spingere il leader del Cremlino a negoziare seriamente.
Pure il Senato statunitense sta aumentando le pressioni su Mosca. Lindsey Graham e il deputato democratico Richard Blumenthal hanno presentato una proposta per imporre nuove sanzioni alla Russia e dazi doganali elevati sui Paesi che acquistano petrolio, gas e uranio russi, ottenendo il sostegno di oltre 80 senatori.
Cosa farà dunque il presidente americano? Durante la sua prima amministrazione, Trump aveva fornito armi a Kiev per supportarla contro i separatisti sostenuti dalla Russia, mentre durante la campagna elettorale ha affermato che con lui alla Casa Bianca il conflitto non sarebbe mai iniziato. Trump ha poi ripetutamente affermato di poter porre fine ai combattimenti in tempi brevi, anche grazie ai suoi buoni rapporti con Putin. I continui bombardamenti sull'Ucraina raccontano un'altra storia, e la fine della guerra sembra tutt'altro che vicina. Il Cremlino lo ha detto chiaramente: il processo di pace è «complesso e c'è bisogno di tempo».