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Il presidente statunitense, a Sharm El Sheikh, ha affermato che il piano «è già entrato nella fase due» – Oggi, i venti ostaggi israeliani ancora in vita sono stati rilasciati da Hamas e consegnati alla Croce Rossa a Gaza – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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21:23
21:23
«In Israele crimini sistematici contro i prigionieri palestinesi»
«I nostri prigionieri liberati hanno rivelato le forme più orribili di tortura psicologica e fisica a cui sono stati sottoposti per oltre due anni, in una scena che incarna le più dure espressioni di sadismo e fascismo dell'epoca moderna».
Lo scrive Hamas in una nota riportata da Al Jazeera dove esorta le organizzazioni per i diritti umani e quelle umanitarie ad agire contro quelli che definisce «crimini sistematici di Israele contro i prigionieri».
Il movimento palestinese definisce «la liberazione dei prigionieri un risultato nazionale e una tappa luminosa della nostra lotta» e ha rivolto le proprie congratulazioni «ai prigionieri liberati, alle loro famiglie resilienti e alle masse del nostro fiero popolo palestinese per il traguardo della loro liberazione».
20:56
20:56
La fase 2 e quel ruolo per Hamas
La fase 2 dell'accordo per Gaza è iniziata. Donald Trump lo ufficializza al summit di Sharm el-Sheikh dove sotto la regia di Usa ed Egitto una trentina di leader, soprattutto di Paesi arabi ed europei, prendono l'impegno di costruire un nuovo futuro di pace per il Medio Oriente.
Intenzioni che verranno messe alla prova dei fatti sin da subito, sui primi scogli come il mantenimento della sicurezza nella Striscia, dove il presidente statunitense ha aperto a un ruolo per Hamas come forza di polizia palestinese: «Vogliono porre fine ai problemi e lo hanno detto apertamente, e abbiamo dato loro l'approvazione per un periodo di tempo».
Il Board per l'amministrazione transitoria è un altro dei temi che ha dominato i colloqui sul Mar Rosso, e a guadagnarsi la prima nomination di Trump è l'egiziano Abdel Fattah al-Sisi, padrone di casa che ha dato a tutti appuntamento a novembre al Cairo per una conferenza sulla ricostruzione.
L'Italia vuole essere in prima fila su questo dossier, inevitabilmente legato a doppio filo con la stabilizzazione di Gaza, con il governo di Roma pronto a «implementare la presenza» dei carabinieri se verrà approvata una risoluzione Onu che lo richiederà, come chiarisce Meloni al termine della giornata. La premier italiana affronta questi temi nelle riunioni con gli altri leader nell'attesa dell'arrivo a Sharm di Trump, atterrato oltre tre ore più tardi del previsto per la sua visita in Israele.
È lui l'inevitabile protagonista: saluta uno ad uno i leader su un palco con una grande scritta «Peace 2025», e tiene il discorso introduttivo alla cerimonia di firma dell'accordo, che serve a suggellare in mondovisione un'intesa per il cessate il fuoco a Gaza che nelle ore precedenti ha iniziato a essere implementato.
Una superflua dimostrazione plastica di come il destino di questa partita geopolitica dipenda in prima battuta dalle mosse di Washington, anche se il presidente Usa ringrazia in modo particolare chi ha agito da mediatore nella lunga trattativa ospitata nelle scorse settimane sempre a Sharm: al-Sisi (che ha insignito The Donald con il Collare del Nilo, massima onorificenza egiziana), ma anche l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani.
Trump avrebbe voluto portare con sé a Sharm anche Benjamin Netanyahu. Da Israele chiama al-Sisi per suggerire, e la presidenza egiziana annuncia la partecipazione sia del primo ministro israeliano sia del presidente dell'Anp Abu Mazen. Ma nel giro di un'ora il viaggio è cancellato, «a causa dell'inizio della festività di Simchat Torah», la stessa in cui si consumò la strage del 7 ottobre. Dietro le quinte, in ore concitate, Erdogan e il premier iracheno Muhammad Sudani minacciano di lasciare il summit se sarà presente Netanyahu.
Piccoli grandi segnali che non mancano gli ostacoli geopolitici. Per superarli, il piano di Trump è allargare gli Accordi di Abramo ad altri Paesi arabi, come l'Iran, che ha risposto 'no grazie' all'invito al vertice. «La mano dell'amicizia e della cooperazione è sempre aperta», il messaggio a Teheran di Trump. Fra le sue prossime mosse, la composizione del Board chiamato a guidare la transizione a Gaza. «Tutti vogliono farne parte, meglio così», sorride il presidente americano, che non nasconde i dubbi su Tony Blair: «L'ho sempre apprezzato ma voglio scoprire se è una scelta accettabile per tutti».
Anche l'Italia vuole giocarsi le sue carte, anche se, avverte Meloni, «questo è il tempo del lavoro, non della prima fila». Emmanuel Macron assicura che la Francia avrà un «ruolo tutto particolare» al fianco dell'Autorità palestinese nel governo di Gaza, e annuncia di aver già avviato la pianificazione di una «conferenza umanitaria per Gaza» che Parigi «co-organizzerà».
20:00
20:00
«Trasformiamo questo momento storico in un nuovo inizio»
«Faccio un appello al popolo di Israele: fateci trasformare questo momento storico in un nuovo inizio, e lavoriamo insieme per un futuro migliore per i nostri Paesi».
Lo ha detto il presidente dell'Egitto Abdel Fattah al-Sisi, in una dichiarazione al summit di Sharm el-Sheikh, sottolineando che la pace non è costruita solo dai governi ma anche dai popoli, «quando riconoscono che gli avversari di ieri possono essere i partner del futuro».
18:56
18:56
«Ok a Hamas come forza di polizia per un periodo»
Un giornalista ha chiesto al presidente Donald Trump quale fosse il suo messaggio a Hamas in seguito alle notizie secondo cui il gruppo svolgerà un ruolo di forza di polizia palestinese: «Abbiamo dato loro l'approvazione per un periodo di tempo», ha detto il presidente americano.
«Vogliono porre fine ai problemi e lo hanno detto apertamente, e abbiamo dato loro l'approvazione per un periodo di tempo. Penso che andrà tutto bene», ha aggiunto.
18:55
18:55
Il ritorno dei prigionieri palestinesi a Gaza: «Un sogno»
Dopo 735 giorni di stenti, fame, raid e bombe, gli abitanti di Gaza hanno finalmente tirato un sospiro di sollievo con l'entrata in vigore della tregua.
E oggi, dopo quasi due anni di dolore, hanno ritrovato anche attimi di felicità nel vedere amici, figli, sorelle e mariti tornare dalle prigioni israeliane, dove hanno trascorso settimane e mesi in condizioni difficilissime.
Alcune famiglie non credevano che i propri cari fossero ancora vivi. E la festa, all'arrivo dei bus dei prigionieri palestinesi scambiati con gli ostaggi israeliani, è scoppiata a Ramallah così in diverse località della Striscia. Chi scendeva da quei pullman veniva acclamato e, in alcuni casi, portato in trionfo come un eroe.
Spari in aria, urla di gioia, drappelli di persone aggrappate ai finestrini degli autobus, bandiere: «È una sensazione bellissima, una giornata indimenticabile», ripeteva un uomo sulla cinquantina pronto a riabbracciare il figlio fermato tempo fa - secondo il suo racconto - ad un check point e mai tornato a casa. «Non credevo che sarei riuscita a rivederla, mi sembra un sogno», racconta una donna anziana tra le lacrime, in attesa di riabbracciare la figlia.
Sono tanti, quasi duemila i prigionieri usciti dalle carceri. Ci sono donne, alcuni adolescenti, ma anche 250 ergastolani condannati per attentati e omicidi. Altri 1.722 sono stati invece incarcerati dal 7 ottobre di due anni fa, ma non coinvolti nell'attacco di Hamas. Tra questi ultimi anche 22 minorenni.
Alcuni sono stati riportati a Ramallah, altri nella Striscia, altri ancora saranno esiliati all'estero, soprattutto in Turchia e Qatar. Tra loro non c'erano i 'Big Seven' che Hamas rivendicava, tra cui Marwan Barghouti. Ma neanche i due medici Hussam Abu Safiya e Marwan Al Hams, dirigenti di ospedali a Gaza accusati da Israele di essere affiliati ad Hamas, ma «senza prove» secondo le numerose ong per i diritti umani che ne chiedono la liberazione.
Sono stati rilasciati dalla prigione in Israele e inviati a Gaza attraverso i confini israeliani a est della città di Khan Younis, tutti sono stati portati all'ospedale Naser nella città per un primo controllo medico e poi dimessi per tornare dalle loro famiglie.
«Durante questi mesi non siamo mai riusciti ad avere contatti con loro», racconta una coppia in attesa di rivedere due dei loro cinque figli, confermando che ai detenuti non era consentito nessun contatto esterno. «Ora hanno bisogno di aiuto, hanno subito torture psicologiche e fisiche», denuncia una donna in attesa del marito.
Le famiglie si sono radunate al Nasser in attesa dei controlli medici dei loro cari per i quali è stato allestito un ospedale da campo adiacente all'edificio principale dell'ospedale. «Provo qualcosa di indescrivibile: c'è gioia, dolore, felicità, tristezza. Un insieme di sensazioni difficile da raccontare. Ma tutto passerà quando lo rivedrò. Stasera potremmo di nuovo sedere a tavola con i nostri bambini e provare a dimenticare questo incubo», spiega una giovane donna. I suoi tre bimbi attaccati al vestito e i suoi occhi puntati su quel bus che le sta riportando il marito.
18:40
18:40
Trump ha firmato l'accordo di pace per Gaza
Donald Trump ha firmato l'accordo di pace per Gaza a Sharm el Sheik. Poco dopo è toccato al presidente egiziano al Sisi, con cui co-presiede il vertice egiziano sul futuro della Striscia, al presidente turco Erdogan e al premier del Qatar, tutti Paesi mediatori dell'accordo. Il pubblico ha tributato un applauso.
«Ciò che abbiamo realizzato insieme in questi ultimi giorni cambierà la storia e sarà ricordato per sempre», ha detto Trump ai leader, secondo gli estratti anticipati dalla Casa Bianca.
«Questo è il giorno per cui le persone in questa regione e in tutto il mondo hanno lavorato, lottato, sperato e pregato», ha aggiunto. «Con l'accordo storico che abbiamo appena firmato, le preghiere di milioni di persone sono state finalmente esaudite. Insieme, abbiamo realizzato l'impossibile. Finalmente, abbiamo la pace in Medio Oriente», ha sottolineato.
«I primi passi verso la pace sono sempre i più difficili, e oggi li abbiamo compiuti insieme. Tutto lo slancio ora è rivolto verso una pace grande, gloriosa e duratura», ha proseguito Trump.
17:36
17:36
Consegnati alla Croce Rossa i primi due corpi di ostaggi israeliani
L'IDF ha affermato i resti di due ostaggi deceduti sono stati consegnati alla Croce Rossa a Gaza. Lo riporta Sky News.
Secondo l'esercito, si «continuerà» con il trasferimento di altre due salme, aggiungendo che Hamas «è tenuta a rispettare l'accordo e a compiere gli sforzi necessari per restituire tutti i caduti». In precedenza, Hamas aveva dichiarato che i corpi di quattro ostaggi sarebbero stati consegnati oggi nell'ambito dello scambio di prigionieri con Israele.
17:29
17:29
«Il giorno più importante per la pace Medio Oriente degli ultimi 50 anni»
«Il giorno più importante per la pace in Medio Oriente in 50 anni»: lo ha detto il segretario di stato USA Marco Rubio partecipando all'incontro tra Donald Trump e il presidente egiziano a Sharm el Sheik per la firma dell'accordo su Gaza.
17:06
17:06
Trump: «La fase due dell'accordo a Gaza è già iniziata»
«La fase due dell'accordo a Gaza è già iniziata». Lo ha detto Donald Trump a Sharm El Sheikh. Il presidente statunitense ha detto di volere l'omologo egiziano al-Sisi all'interno del consiglio per la pace per Gaza. «Molti leader vogliono farne parte», ha aggiunto il leader di Washington.
16:14
16:14
Istanbul ha fatto pressioni per impedire la presenza di Netanyahu a Sharm
La Turchia ha esercitato pressioni per impedire la presenza di Netanyahu al vertice su Gaza: lo dicono fonti diplomatiche all'Afp.
15:42
15:42
Le brigate al-Qassam annunciano la consegna dei corpi di quattro ostaggi
Le brigate armate al-Qassam di Hamas hanno dichiarato che oggi consegneranno i corpi di quattro ostaggi israeliani. Lo riporta Sky News. Guy Iluz, Yossi Sharabi, Bevin Joshi e Daniel Peres saranno consegnati ma non è chiaro l'orario.
14:56
14:56
«Svolta su Gaza dopo incontro diretto inviati Trump-Hamas»
La svolta per l'ok alla prima fase dell'accordo di pace per Gaza è avvenuta mercoledì scorso quando lo stallo dei colloqui indiretti tra Israele e Hamas è stato sbloccato da un incontro diretto a Sharm el Sheik tra gli emissari di Trump - l'inviato Steve Witkoff e Jared Kushner - e i dirigenti del gruppo estremista. Un incontro sollecitato dai mediatori arabi e autorizzato dallo stesso presidente americano. Lo riporta Axios ricostruendo il retroscena.
14:34
14:34
Trump chiede a Herzog di graziare Netanyahu
Il presidente statunitense Donald Trump ha chiesto al suo omologo israeliano Isaac Herzog di concedere la grazia al premier Benjamin Netanyahu, incriminato nel 2019 con l'accusa di corruzione e frode. Rivolgendosi a Herzog nel suo discorso sulla pace in Medio Oriente alla Knesset (il parlamento dello Stato ebraico) Trump ha affermato: «Ho un'idea (...), perché non gli concedi la grazia?».
Trump ha proseguito dicendo che «questo non era nel discorso». «Sembra semplicemente avere molto senso», ha aggiunto.
13:46
13:46
Mentre parla Trump alzano il cartello «genocidio»: 2 espulsi
Momenti di caos e urla alla Knesset, il parlamento dello Stato ebraico, durante il discorso del presidente statunitense Donald Trump: Ayman Aadil Odeh e Ofer Kassif sono stati allontanati dopo aver sventolato un cartello con la scritta «genocidio».
Odeh è un politico arabo israeliano, Kassif è un politico di estrema sinistra israeliano.
13:30
13:30
Solo 4 salme oggi verranno restituite
Le famiglie degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza dal movimento islamista Hamas affermano di essere rimaste «scioccate e sconvolte» nel ricevere oggi l'informazione che solo quattro salme delle 28 vittime rapite e trattenute da Hamas saranno restituite.
«Questa è una palese violazione dell'accordo da parte di Hamas. Ci aspettiamo che il governo israeliano e i mediatori agiscano immediatamente per correggere questa terribile ingiustizia. Le famiglie stanno attraversando giorni particolarmente difficili, colmi di profondo dolore. Non abbandoneremo nessun ostaggio. I mediatori devono far rispettare i termini dell'accordo e assicurare che Hamas paghi un prezzo per questa violazione».
13:29
13:29
«Con Trump sono possibili accordi con i Paesi arabi»
Con il presidente statunitense Donald Trump, «Israele può firmare nuovi trattati di pace con i paesi arabi o musulmani», ha detto oggi il premier israeliano Benjamin Netanyahu nel suo intervento alla Knesset, il parlamento dello Stato ebraico.
«Grazie presidente Trump»: così Netanyahu ha iniziato il suo discorso a fianco del presidente degli USA. «Il nome di Trump sarà ricordato nella storia. È il più grande amico che lo Stato di Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca. Nessun presidente americano ha mai fatto tutto questo per Israele».
«Voglio dare la mia mano a tutti coloro che sono alla ricerca di un percorso di pace come noi, nessuno vuole più la pace del popolo di Israele. È venuto il momento di creare ed espandere il cerchio della pace», ha poi affermato Netanyahu.
«Ora bisogna occuparsi del disarmo di Hamas in modo che non sarà più una minaccia per Israele».
«Lei - ha aggiunto rivolgendosi a Trump che gli sedeva vicino - ha sostenuto la mia idea di mandare le truppe nelle loro roccaforti. Avevamo ragione, Hamas si è arresa. Lei ha cambiato la situazione».
«Abbiamo pagato un prezzo altissimo per la guerra ma sappiamo che nostri nemici hanno capito quanto potenti e risoluti siamo, hanno capito che l'attacco 7 ottobre (2023) è stato un errore catastrofico, e questo è la base della pace, la pace grazie alla forza».
12:43
12:43
Trump: «La vittoria di Israele porti pace in Medio Oriente»
«Israele ha vinto tutto ciò che si poteva ottenere con la forza delle armi. Ora è il momento di trasformare queste vittorie contro i terroristi sul campo di battaglia nel premio finale: pace e prosperità per l'intero Medio Oriente». Lo si legge negli estratti del discorso del presidente statunitense Donald Trump alla Knesset - il parlamento dello Stato ebraico - diffusi dalla Casa Bianca.
«Insieme abbiamo dimostrato che la pace non è solo una speranza che possiamo sognare, ma una realtà su cui possiamo costruire, giorno dopo giorno, persona dopo persona, nazione dopo nazione».
«Ci riuniamo in un giorno di profonda gioia, di speranza crescente, di fede rinnovata e, soprattutto, un giorno per rendere il nostro più profondo ringraziamento all'Onnipotente Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Dopo tanti anni di guerre incessanti e pericoli senza fine, oggi il cielo è sereno, le armi tacciono, le sirene non suonano più e il sole sorge su una Terra Santa finalmente in pace. È l'alba storica di un nuovo Medio Oriente», recita un altro estratto.
«L'attenzione su Gaza deve concentrarsi interamente sul ripristino dei fondamenti della stabilità, della sicurezza, della dignità e dello sviluppo economico, affinché possano finalmente avere la vita migliore che i loro figli meritano».
12:29
12:29
Netanyahu cancella il viaggio a Sharm
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha indicato che non potrà partecipare al vertice per un'intesa tra lo Stato ebraico e il movimento islamista Hamas a Sharm el-Sheikh, in Egitto, a causa del via alla festività di Simchat Torah, che inizia questa sera. Lo riferisce l'ufficio del premier.
Il massacro di cittadini israeliani da parte di milizie del movimento islamista palestinese Hamas del 7 ottobre 2023 è avvenuto proprio durante la festività di Simchat Torah.
11:49
11:49
Bus con prigionieri palestinesi arrivati a Ramallah
Gli autobus che trasportano alcuni dei prigionieri palestinesi rilasciati da Israele sono arrivati a Ramallah, in Cisgiordania, scrive la rete televisiva satellitare qatariota Al Jazeera sul proprio sito.
Una folla enorme sta accogliendo i prigionieri: una marea umana, come mostrano le immagini, è accalcata attorno ai bus dai quali ad uno ad uno stanno scendendo gli ex detenuti.
Altri bus sono partiti dalla prigione del Negev, nel sud di Israele, per dirigersi a Gaza.
Tutti i detenuti palestinesi che dovevano essere liberati nell'ambito dell'accordo sono stati rilasciati dalle prigioni israeliane, ha dichiarato un portavoce dell'esercito dello Stato ebraico al quotidiano in linea The Times of Israel.
11:40
11:40
Il DFAE accoglie con favore la liberazione degli ostaggi
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha espresso soddisfazione per la liberazione di tutti gli ostaggi ancora in vita, rapiti in Israele e trattenuti nella Striscia di Gaza. «Un momento di sollievo e speranza, che segna un passo decisivo nella Fase 1 del Piano a 20 punti», si legge in un post pubblicato dal dipartimento di Ignazio Cassis su X.
La Svizzera invita tutte le parti coinvolte a rispettare pienamente i propri impegni, si legge nella nota del DFAE. Ciò include la consegna dei corpi di tutti gli ostaggi deceduti, la garanzia di un accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari e la cessazione definitiva delle ostilità.
Secondo resoconti dei media, oggi tutti gli ostaggi trattenuti dal movimento islamista Hamas nella Striscia di Gaza sono tornati in Israele dopo 738 giorni di prigionia. Gli ultimi 20 sono stati consegnati stamane da Hamas al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).
L'esercito israeliano, tuttavia, ritiene improbabile che Hamas possa consegnare entro la giornata di oggi - e quindi entro la scadenza di 72 ore dal cessate il fuoco concordata nell'ambito della tregua - i corpi di tutti i 28 ostaggi deceduti.
In totale, nell'ambito degli attacchi terroristici condotti da Hamas e altre organizzazioni estremiste palestinesi il 7 ottobre 2023, più di 250 persone furono rapite da Israele e portate a Gaza.
11:35
11:35
Europa: soddisfazione dei governi per la liberazione ostaggi
Vari leader, soprattutto europei, hanno espresso la loro grande soddisfazione per la liberazione degli ostaggi israeliani da parte del movimento islamista palestinese Hamas. Viene promesso sostegno per la pace e la ricostruzione a Gaza.
«Siamo pronti a contribuire al successo» del piano di pace per Gaza «con tutti gli strumenti a nostra disposizione. In particolare, fornendo sostegno al buon governo e alla riforma dell'Anp (Autorità nazionale palestinese, attualmente al potere in Cisgiordania)», scrive sulla rete sociale X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
«Saremo una forza attiva all'interno del gruppo dei donatori palestinesi. E forniremo finanziamenti dell'UE per la ricostruzione di Gaza», aggiunge, definendo una «pietra miliare» l'accordo di pace e «un momento di sollievo per il mondo intero» il rilascio degli ostaggi.
Dal canto suo, l'alta rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas annuncia, pure su X, che dopodomani riaprirà la missione di sorveglianza dell'UE al valico di Rafah, tra la Striscia di Gaza e l'Egitto. La missione «può svolgere un ruolo importante nel sostegno al cessate il fuoco», scrive Kallas.
La Francia avrà un «ruolo tutto particolare» al fianco dell'Anp nel governo di Gaza, ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per rappresentare la Francia al vertice per l'accordo tra Israele e Hamas.
Nelle prossime settimane, Parigi coorganizzerà «una conferenza umanitaria per Gaza con l'Egitto, per consentire la ripresa duratura delle operazioni umanitarie e la ricostruzione», ha aggiunto Macron. «La Francia è pronta e ha cominciato i lavori di pianificazione».
«Questo giorno è innanzitutto il giorno della liberazione degli ostaggi», ha anche affermato Macron. «Condivido la gioia e le emozioni di tante famiglie che ritroveranno i loro figli.
Il ministro degli esteri tedesco, Wolfgang Wadephul, dal canto suo ha definito la giornata di oggi »molto commovente«. »È un momento di gioia, ma anche di angoscia, perché naturalmente sappiamo che alcuni torneranno soltanto da morti«, ha anche commentato a Berlino. »È molto commovente: fra alcuni dei liberati ci sono anche cittadini tedeschi«. »Noi daremo il nostro contributo (alla pace). La Germania sarà decisiva per la ricostruzione. Questo è già concordato nel governo«.
»Oggi è una giornata storica. Gli ostaggi sono stati liberati: un risultato straordinario, frutto della determinazione della diplomazia internazionale e dell'attuazione della prima parte del piano di pace del presidente americano Donald Trump«, afferma sulle reti sociali la premier italiana Giorgia Meloni.
»Ora si apre una nuova fase: consolidare il cessate il fuoco e dare piena attuazione all'accordo per costruire un futuro di pace e stabilità duratura«. »L'Italia continuerà a sostenere con convinzione questo percorso, nella consapevolezza che la pace si costruisce con i fatti, non con le parole«.
»Ora dobbiamo garantire una pace duratura e un futuro sicuro per l'intera regione«, ha dichiarato il premier britannico Keir Starmer su X dopo il suo arrivo in Egitto per partecipare al vertice di Sharm el Sheikh. »Il Regno Unito sta fornendo ulteriori aiuti umanitari ai civili di Gaza e guiderà gli sforzi per accelerarne la ricostruzione«, ha aggiunto il primo ministro riferendosi al precedente annuncio di uno stanziamento di 20 milioni di sterline (21,4 milioni di franchi) in aiuti umanitari per la Striscia da parte di Londra.
»Mi chiedevo se avrei mai visto questo giorno. È profondamente gratificante sapere che così tante famiglie avranno finalmente i loro cari a casa. Oggi, a venti famiglie è risparmiato il dolore insopportabile di non sapere se rivedranno mai più i loro cari«, scrive su X l'inviato speciale statunitense Steve Witkoff.
»Ma anche in questo momento di sollievo e felicità, il mio cuore si stringe per coloro i cui cari non torneranno vivi. Riportare le loro salme a casa è un dovere e un atto di dignità che onora la loro memoria per sempre«, aggiunge. »Sono profondamente grato per lo spirito indomito del presidente Trump. Questo giorno non sarebbe stato possibile senza di lui«.
La Cina accoglie con favore e dà il »benvenuto« al rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas, ha detto il portavoce del ministero degli esteri Lin Jian sollecitando »una stabilità duratura« nella regione.
11:19
11:19
Netanyahu e Abu Mazen al vertice per l'accordo Israele-Hamas, media
Sia il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen che il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu parteciperanno al vertice per un'intesa tra lo Stato ebraico e il movimento islamista Hamas a Sharm el-Sheikh, in Egitto, «per consolidare l'accordo di cessate il fuoco a Gaza e riaffermare il loro impegno a rispettarlo». Lo annuncia su Facebook il portavoce della presidenza egiziana, Mohamed Ibrahim Abdel Khaleq El-Shennawy.
10:02
10:02
Hamas rilascia gli altri 13 ostaggi
Il movimento islamista palestinese Hamas ha rilasciato gli altri tredici ostaggi nell'area di Khan Younis. Sono stati consegnati alla Croce Rossa, come si vede nei video rilanciati da varie emittenti televisive. Tutti i rapiti ancora in vita sono stati quindi liberati.
L'emittente qatariota Al Araby sta ad esempio filmando da lontano. Secondo il reporter in diretta streaming, il trasferimento degli ostaggi alla Croce Rossa non sta avvenendo a Khan Younis, ma in un'area meno popolata tra la parte meridionale e quella centrale della Striscia.
Con la consegna degli ultimi tredici ostaggi alla Croce Rossa, non ci sono più ostaggi vivi nelle mani di Hamas a Gaza, dopo 738 giorni, dal 7 ottobre 2023.
Stando alle immagini, i tredici sono in grado di camminare autonomamente, senza aiuto. I convogli della Croce Rossa si stanno dirigendo al punto di incontro per consegnarli agli ufficiali dell'esercito israeliano.
Intanto, stando a quanto riferisce il canale televisivo israeliano Channel 12 (Keshet 12), Hamas ha informato i mediatori che restituirà le salme di diversi ostaggi morti oggi nel pomeriggio.
08:57
08:57
I primi sette ostaggi sono in territorio israeliano
L'esercito israeliano ha confermato che i sette ostaggi rientrati «hanno attraversato il confine con lo Stato di Israele poco tempo fa». L'IDF ha aggiunto che gli ostaggi «sono attualmente in viaggio verso il punto di accoglienza iniziale nel sud di Israele, dove si riuniranno con le loro famiglie».
08:47
08:47
Trump è atterrato in Israele
Mentre prosegue la liberazione degli ostaggi israeliani, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è arrivato in Israele. L'aereo di Trump, l'Air Force One, è appena atterrato all'aeroporto Ben Gurion, alla periferia di Tel Aviv, per iniziare il suo breve viaggio nel Paese.
Ad accoglierlo ci sono diverse figure chiave, tra cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e sua moglie Sara, l'inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff, il consigliere Jared Kushner e sua moglie, nonché figlia di Trump, Ivanka Trump.
07:53
07:53
Israele conferma il rilascio dei primi sette ostaggi
Israele, tramite le sue Forze di difesa (IDF), ha confermato il rilascio dei primi sette ostaggi: «Secondo le informazioni fornite dalla Croce Rossa, sette ostaggi sono stati trasferiti sotto la loro custodia e sono in viaggio verso le forze IDF e ISA nella Striscia di Gaza. L'IDF è pronta a ricevere altri ostaggi che dovrebbero essere trasferiti alla Croce Rossa in seguito».
07:48
07:48
Chi sono i sette ostaggi appena liberati
Siamo ancora in attesa di una conferma ufficiale da parte dell'esercito israeliano, ma i media dello Stato Ebraico riportano che questi sono i sette ostaggi israeliani consegnati da Hamas e ora trasferiti dalla Croce Rossa fuori da Gaza: Eitan Mor, Gali Berman, Ziv Berman, Matan Angrest, Omri Miran, Alon Ehal, Guy Gilboa Dallal.
07:42
07:42
Le parole di Hamas e di Herzog
Il movimento islamista palestinese Hamas rilascia gli ostaggi israeliani. Sette di loro sono stati consegnati da Hamas alle squadre della Croce Rossa nel nord di Gaza. Stanno bene e stanno in piedi autonomamente, confermano fonti israeliane e arabe.
«Dichiariamo il nostro impegno nei confronti dell'accordo raggiunto e dei relativi calendari, a condizione che Israele li rispetti», afferma Hamas in una nota subito dopo il rilascio dei primi sette ostaggi israeliani.
«Questa è una mattina di grande speranza e grande preghiera. Una mattina in cui ci aspettiamo e desideriamo vedere tutti a casa, fino all'ultimo», ha dichiarato il presidente di Israele Isaac Herzog.
07:12
07:12
Hamas ha rilasciato i primi ostaggi
Sette ostaggi israeliani sono stati consegnati da Hamas alla Croce Rossa a Gaza, scrive Haaretz.
06:58
06:58
Tra i primi ostaggi da liberare ci sono Eitan Mor, Gali e Ziv Berman, Matan Angrest, Omri Miran e Alon Ahel
Secondo i media israeliani, tra gli ostaggi che dovrebbero essere liberati nella prima fase figurano Eitan Mor, Gali e Ziv Berman, Matan Angrest, Omri Miran e Alon Ahel. I sei dovrebbero essere rilasciati dalla città di Gaza.
06:53
06:53
La Croce Rossa verso il punto d'incontro a Gaza nord
L'IDF rende noto che la Croce Rossa si sta dirigendo al punto d'incontro nel nord della Striscia di Gaza dove saranno rilasciati numerosi ostaggi.
06:42
06:42
A centinaia confluiscono in Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv
Dall'alba di oggi centinaia e centinaia di persone stanno confluendo in Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv in attesa del rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas.
06:36
06:36
Le famiglie degli ostaggi sono in viaggio
Le famiglie degli ostaggi sono in viaggio per raggiungere il centro di accoglienza iniziale di Re'im, dove i loro cari saranno condotti dopo il trasferimento da parte di Hamas. Lo riferiscono i media israeliani.
06:34
06:34
Messaggio di Bibi e Sara Netanyahu per gli ostaggi
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e sua moglie Sara hanno allegato un biglietto personale per gli ostaggi che stanno tornando, insieme al kit di accoglienza preparato per loro e che troveranno nella stanza di ospedale che li accoglierà.
Sul biglietto c'è scritto: «A nome di tutto il popolo di Israele, bentornato! Ti abbiamo aspettato, ti abbracciamo. Sara e Benjamin Netanyahu». Lo rende noto l'ufficio del primo ministro. Il kit include, tra le altre cose, abbigliamento e oggetti personali, un computer portatile, un telefono cellulare e un tablet.
06:19
06:19
Hamas pubblica la lista dei 20 ostaggi vivi in via di rilascio
L'ala militare di Hamas ha pubblicato l'elenco dei 20 ostaggi che saranno rilasciati vivi oggi.
L'elenco non è diverso da quello noto in Israele: Bar Kuperstein, Eviatar David, Yosef Haim Ohana, Segev Kalfon, Avitan Or, Elkana Buchbot, Maxim Harkin, Nimrod Cohen, Matan Tsengauker, David Cuneo, Eitan Horn, Matan Engerst, Eitan Mor, Gali Berman, Ziv Berman, Omri Miran, Alon Ohel, Guy Gilboa-Dalal, Rom Breslavsky e Ariel Cune.
06:19
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Il rilascio avverrà in due fasi
Le famiglie sono state informate che il rilascio degli ostaggi israeliani avverrà in due fasi, una prima alle 8 (le 7 ora italiana) e una seconda tra le 9 e le 10. Lo riferiscono i media israeliani.
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Il punto alle 6
Alcune famiglie che vivono lontano dal sud di Israele hanno ricevuto messaggi di iniziare a dirigersi verso la base di Re'im al confine con la Striscia di Gaza in vista del previsto rilascio dei loro parenti, riportano i media dello Stato ebraico.
Secondo l'emittente Channel 12, i rilasci avverranno in due fasi a partire dalle 8 ora locale (le 7 in Italia). Alle 10 gli ostaggi ancora in vita saranno rilasciati da Khan Younis e da altre aree dell'enclave palestinese, riporta il media israeliano.
I veicoli della Croce rossa, nel frattempo, sono arrivati al punto d'incontro a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, in vista della consegna degli ostaggi da parte di Hamas. Lo riferiscono i media israeliani citando Al-Jazeera.