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Trump ordina la fine delle sanzioni contro la Siria

La notizia ha scatenato la standing ovation del Business Forum di Riad – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Trump ordina la fine delle sanzioni contro la Siria
Red. Online
13.05.2025 06:22
23:20
23:20
Macron «aperto» a ridiscutere accordi di cooperazione con Israele

Emmanuel Macron si è detto stasera «aperto» a rimettere in discussione la cooperazione fra l'Unione europea e Israele in relazione alla situazione a Gaza. Parlando in diretta Tv a Tf1, Macron ha detto di essere «aperto» a una revisione degli «accordi di cooperazione»: accordi che riguardano fra l'altro l'assenza di dazi su alcuni prodotti.

23:19
23:19
Idf: «L'ordine di evacuazione da Gaza segue un lancio di razzi»

L'ordine di evacuazione per la popolazione del nord di Gaza diramato da Israele, segue il lancio di alcuni razzi da parte di Hamas contro il territorio israeliano: lo ha detto il portavoce in lingua araba delle forze armate.

"Questo è un ultimo avvertimento, preliminare di un attacco!, ha dichiarato il portavoce Avichai Andraee sui social. L'Idf "colpirà con forza tutte le zone da dove sono stati lanciati dei razzi. Per la vostra sicurezza dovete raggiungere immediatamente i ripari conosciuti di Gaza City", ha aggiunto.

23:18
23:18
L'Idf ordina l'evacuazione immediata di zone del nord di Gaza

L'esercito israeliano (Idf) ha ordinato l'immediata evacuazione di alcune zone del nord della Striscia di Gaza da parte dei civili: un'azione che normalmente preannuncia un attacco imminente.

20:41
20:41
Hamas: «Almeno 28 morti nei raid israeliani su Khan Yunis»

La protezione civile palestinese ha denunciato almeno 28 morti dopo gli attacchi israeliani nei pressi dell'ospedale europeo di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. «Finora sono state estratte dalla zona 28 persone morte», ha detto all'agenzia Afp il portavoce della Protezione civile, Mahmoud Bassal, citando fonti locali.

«Secondo quanto riferito dai residenti e dai vicini, più di 20 persone risultano ancora disperse nella casa della famiglia al-Afghani», vicino all'ospedale, ha affermato.

20:41
20:41
Francia: «Nessuno ci detterà la linea sullo Stato palestinese»

«Nessuno detterà alla Francia la sua linea» sul riconoscimento di uno Stato palestinese: lo ha detto oggi il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot dopo le minacce del suo omologo israeliano contro i Paesi che faranno questa scelta.

«La Francia lo farà - ha spiegato il ministro dell'Europa e degli Affari esteri davanti all'Assemblée Nationale - perché la Francia crede in una soluzione politica duratura per la regione, nell'interesse della sicurezza di Israele e della sicurezza dei palestinesi».

«Qualsiasi tentativo (di riconoscimento) unilaterale nuocerà alle prospettive future di un processo bilaterale e ci spingerà a prendere, in risposta, misure unilaterali», aveva messo in guardia domenica il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, al termine di un incontro con il nuovo ministro tedesco, Johann Wadephul, a Gerusalemme.

Sono 150 i Paesi che riconoscono lo Stato palestinese, nel maggio 2024 si sono aggiunti Irlanda, Norvegia e Spagna, seguiti dalla Slovenia a giugno. Il presidente Emmanuel Macron copresiederà con l'Arabia Saudita una conferenza internazionale alle Nazioni Unite a giugno per rilanciare la soluzione a due Stati, palestinese ed israeliano. E spera, nell'occasione, di «far scattare una serie di riconoscimenti» di uno Stato palestinese, in particolare da parte della Francia, ma anche il riconoscimento di Israele da parte di di diversi Paesi del mondo arabo-musulmano.

«Il nostro obiettivo - ha sottolineato oggi Barrot - è mettere insieme il maggior numero possibile di Paesi che potrebbero riconoscere lo Stato di Palestina e altri che potrebbero normalizzare le loro relazioni con Israele, affinché questa decisione che spetta alla Francia renda possibile l'esistenza di uno Stato di Palestina».

20:08
20:08
L'ONU denuncia la scelta di Israele di registrare terreni in Cisgiordania

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati, Volker Turk, si è detto oggi «allarmato» dalla decisione presa domenica dal gabinetto di sicurezza israeliano di riprendere la registrazione dei terreni nell'Area C della Cisgiordania occupata. Lo riporta Al Jazeera.

Gli accordi di Oslo del 1993 firmati tra l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) e Israele prevedevano la suddivisione della Cisgiordania in tre aree: l'area A, pari al 18% del territorio affidata ai palestinesi, l'area B, pari al 22% affidata a un controllo congiunto, e la C, pari al 60%, affidata al controllo israeliano ma di fatto a maggioranza palestinese.

L'agenzia delle Nazioni Unite ha affermato che «Israele presumibilmente cerca di stabilire definitivamente la registrazione della proprietà terriera a favore dei coloni israeliani» attraverso il processo di registrazione dei terreni, sospeso nel 1968.

La sua ripresa «sembra essere l'ultimo strumento utilizzato da Israele per acquisire terreni palestinesi e consolidare l'annessione illegale della Cisgiordania», ha affermato.

«Se perseguita, la registrazione dei terreni da parte della potenza occupante si tradurrebbe probabilmente in un'ulteriore espropriazione di terreni e risorse naturali palestinesi, in violazione dei diritti di proprietà dei palestinesi, nonché di altri diritti come il diritto all'alloggio, al riparo, al cibo e ai benefici per i coloni e gli insediamenti israeliani».

20:07
20:07
Scontri in Libia, azzerata la milizia di al Kikli

Alta tensione a Tripoli in una notte che potrebbe segnare una svolta nella travagliata storia della Libia post-Gheddafi: sono almeno 6 i morti nei combattimenti tra milizie rivali scoppiati dopo l'uccisione, in circostanze ancora non completamente chiarite, di Abdel Ghani al Kikli, uno dei più potenti signori della guerra del Paese.

I media libici riferiscono che Kikli, noto come Gheniwa, leader della milizia Apparato di Supporto alla Stabilità (Ssa), è stato colpito a morte nel corso di un incontro di mediazione che in realtà sarebbe stato una vera e propria imboscata.

Nell'agguato «sono stati uccisi anche alcuni suoi fedelissimi, mentre altri sono riusciti a fuggire», scrivono i media locali. Nel frattempo una potente coalizione di gruppi armati, agli ordini del governo di unità nazionale (Gnu), guidata dalla 444/a divisione affiancata dalle milizie di Misurata e Zintan, lanciava l'operazione per la conquista della principale base di Gheniwa, nel quartiere di Abu Salim.

Dopo una notte di violenti combattimenti la formazione di Kikli è stata di fatto smantellata. Con l'arrivo del giorno a Tripoli è tornata la calma, il traffico è regolare e quasi tutti i negozi sono aperti. Il premier del governo di unità, Abdelhamid Dbeibah, ha sottolineato che il blitz è «un passo decisivo verso l'eliminazione dei gruppi irregolari».

Nei pressi di Abu Salim «sono stati recuperati sei cadaveri», recita una nota dei servizi di soccorso, che non precisa a quale gruppo appartengano. Il quartiere, un tempo roccaforte inviolabile dei fedelissimi di Gheddafi, era il fulcro dell'impero politico ed economico di Gheniwa, divenuto padre padrone della porta d'ingresso meridionale della capitale libica a colpi di violenze di ogni genere.

Una rete di potere che si è estesa fino al controllo della compagnia elettrica nazionale e di una fetta del sistema sanitario nazionale, grazie a una vera e propria campagna di rapimenti di personale medico da ospedali, cliniche e laboratori, sostituito con elementi collegati al gruppo. Negli ultimi due anni sono poi spuntate le motovedette con le insegne della milizia, considerata la più violenta in chiave anti-migranti, che gestiva anche il centro di detenzione al-Nasr a Zawiya, dove sono state accertate dall'Onu torture sistematiche e «terrificanti abusi».

Lo scorso marzo Gheniwa era finito sotto la luce dei riflettori scatenando le polemiche per un suo 'avvistamento' in Italia, dove era sbarcato per andare a salutare il ministro libico dell'Interno, Adel Jumaa, ricoverato in una clinica romana dopo essere rimasto ferito in un'attentato lo scorso febbraio.

La notte di fuoco a Tripoli, si apprende, è stata seguita da vicino dal governo italiano. Si conferma che al momento la situazione nella capitale è tornata alla normalità. Fonti qualificate che seguono il dossier libico sostengono che al Kikli era entrato in rotta con la leadership libica proprio per i suoi traffici illeciti, e che la neutralizzazione della milizia può essere un vantaggio per la stabilizzazione del Paese.

18:50
18:50
Wafa: «Civili uccisi in raid Idf vicino a un ospedale di Khan Yunis»

Diversi civili sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti in una serie di attacchi aerei israeliani nei pressi dell'Ospedale Europeo di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa.

«Gli aerei da guerra israeliani - riporta un corrispondente - hanno effettuato pesanti bombardamenti intorno all'ospedale, causando vittime civili, tra cui morti e feriti, e altri dispersi. Anche l'ospedale ha subito danni negli attacchi».

18:41
18:41
Allarme a Tel Aviv per il lancio di un missile dallo Yemen

Suonano le sirene d'allarme a Tel Aviv per un missile lanciato dallo Yemen dalle milizie Houthi. L'esercito israeliano specifica che l'allarme sta risuonando in diverse aree del Paese.

18:39
18:39
Trump: «Auspico la normalizzazione dei rapporti tra l'Arabia Saudita e Israele»

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto al Business Forum di Riad che è suo «fervido desiderio» che l'Arabia Saudita «si unisca presto agli Accordi di Abramo», l'intesa del 2020 che ha stabilito le relazioni diplomatiche tra Israele, gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein.

Trump ha poi proseguito dicendo: «Voglio un accordo con l'Iran ma diversamente non avremo altra scelta che infliggere la massima pressione, portando a zero l'export del petrolio iraniano. Ora spetta a Teheran decidere ma la nostra offerta non durerà per sempre». Il presidente statunitense ha riscosso un lungo applauso quando ha promesso che l'Iran «non avrà mai l'arma nucleare».

Riguardo all'Ucraina, Trump si aspetta «buoni risultati» dai colloqui di giovedì in Turchia sulla pace. «L'Occidente non si faccia trascinare in una guerra infinita in Europa», ha aggiunto Trump a Riad.

Parlando della situazione nella Striscia di Gaza e incassando un grande applauso, il presidente degli Stati Uniti ha detto che la gente di Gaza merita un futuro migliore«. »Riporteremo a casa altri ostaggi a Gaza«, ha poi promesso.

Alla fine dell'intervento di Trump al Saudi-Us Investment Forum di Riad, durante il quale ha anche annunciato che ordinerà la fine delle sanzioni contro la Siria, scatenando una standig ovation, è partita la canzone 'Ymca' dei Village People, diventata la colonna sonora della campagna elettorale del tycoon. Un altro omaggio dei padroni di casa al presidente statunitense accolto con tutti gli onori.

18:35
18:35
Trump ordina la fine delle sanzioni contro la Siria

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che ordinerà la fine delle sanzioni contro la Siria. La notizia ha scatenato la standing ovation del Business Forum di Riad. «Ho già avviato la normalizzazione dei rapporti con Damasco», ha aggiunto.

18:26
18:26
Raid di Israele su un ospedale a Gaza, obiettivo Mohammed Sinwar

L'esercito e l'aeronautica israeliani hanno lanciato un attacco di precisione poco fa a Kahn Younis, nel sud di Gaza, sull'ospedale europeo. Secondo indiscrezioni dei media locali l'obiettivo era l'attuale leader di Hamas, Mohammed Sinwar, fratello del defunto capo dell'organizzazione eliminato dalle Forze di difesa israeliane (Idf).

18:16
18:16
Delegazione israeliana al Cairo per la ripresa dei negoziati per Gaza

Una delegazione israeliana di alto livello ha lasciato il Cairo oggi pomeriggio a bordo di un aereo privato diretto all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, dopo una breve visita in Egitto durata diverse ore, durante la quale sono ripresi i negoziati per un accordo di scambio di prigionieri fra Israele e Hamas. Lo riferiscono fonti egiziane.

«La delegazione comprendeva sette alti funzionari israeliani incaricati dei negoziati e ha completato le formalità di viaggio a bordo dell'aereo privato Hawker 800XP che li attendeva all'aeroporto del Cairo.

La delegazione - ha riferito la fonte - ha tenuto negoziati con alti funzionari di una delle agenzie di sicurezza incaricate del dossier al fine di raggiungere un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, attuare un accordo di scambio di prigionieri e detenuti tra le fazioni palestinesi e Israele e dare seguito al meccanismo per la fornitura di aiuti umanitari e soccorsi alla popolazione della Striscia di Gaza, in seguito al rilascio, ieri, da parte di Hamas, del soldato con doppia cittadinanza americana e israeliana, Idan Alexander».

18:14
18:14
Trump: «Possiamo raggiungere la pace in Medio Oriente»

«Dopo tanti decenni di conflitto, finalmente è alla nostra portata raggiungere quel futuro che le generazioni prima di noi potevano solo sognare: una terra di pace, sicurezza, armonia, opportunità, innovazione e successi proprio qui in Medio Oriente». Lo si legge negli estratti del discorso di Donald Trump al Business Forum a Riad diffusi dalla Casa Bianca.

«Sono qui non solo per condannare le scelte passate dei leader iraniani, ma per offrire loro una nuova e migliore strada verso un futuro molto più promettente», dice Trump, secondo le anticipazioni del discorso.

La mia amministrazione è pronta ad aiutare il Libano a costruire un futuro di sviluppo economico e pace con i suoi vicini«, continua, secondo gli estratti, il presidente Usa.

»In Siria, che ha conosciuto tanta miseria e morte - dice Trump secondo le anticipazioni del suo discorso diffuse dalla Casa Bianca - , c'è un nuovo governo in cui dobbiamo tutti sperare affinché riesca a stabilizzare il Paese e mantenere la pace«. Trump incontrerà domani a Riad il presidente siriano Ahmed Hussein al-Sharaa (al Jolani).

»Davanti ai nostri occhi - sottolinea Trump- una nuova generazione di leader sta trascendendo gli antichi conflitti e le stanche divisioni del passato e sta forgiando un futuro in cui il Medio Oriente è definito dal commercio, non dal caos; dove esporta tecnologia, non terrorismo; e dove persone di nazioni, religioni e credi diversi costruiscono città insieme, non si bombardano a vicenda«.

»È fondamentale che il mondo intero prenda atto che questa grande trasformazione non è stata causata da interventisti occidentali che si sono presentati con lezioni su come vivere o come governare i propri affari«, sottolinea il presidente statunitense.

»Le scintillanti meraviglie di Riad e Abu Dhabi non sono state create dai cosiddetti 'costruttori di nazioni', dai neoconservatori o dalle organizzazioni no-profit liberali come quelle che hanno speso miliardi di dollari per non riuscire a sviluppare Kabul e Baghdad«, attacca il tycoon.

»Al contrario - insiste Trump - la nascita di un Medio Oriente moderno è stata favorita dagli stessi abitanti della regione, che hanno sviluppato i propri Paesi sovrani, perseguendo le proprie visioni uniche e tracciando il proprio destino a modo proprio«. »I cosiddetti 'costruttori di nazioni' hanno distrutto molte più nazioni di quante ne abbiano costruite e gli interventisti intervenivano in società complesse che non capivano«, dichiara ancora il presidente degli stati Uniti.

»Come presidente degli Stati Uniti, la mia preferenza sarà sempre per la pace e la collaborazione, ogni volta che questi risultati possono essere raggiunti«, indica ancora Trump. »Come ho dimostrato più volte, sono disposto a porre fine ai conflitti del passato e a creare nuove partnership per un mondo migliore e più stabile, anche se le nostre differenze possono essere profonde«, aggiunge. »Se le nazioni responsabili di questa regione coglieranno questo momento, metteranno da parte le divergenze e si concentreranno sugli interessi che le uniscono, allora tutta l'umanità resterà presto stupita da ciò che vedremo qui, nel centro geografico del mondo e cuore spirituale delle sue più grandi fedi«.

17:36
17:36
Casa Bianca: «Trump incontra domani il presidente siriano»

La Casa Bianca ha annunciato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrerà domani il presidente siriano Ahmed Hussein al-Sharaa (al Jolani) a Riad. «Il presidente ha accettato di salutare il Presidente siriano mentre sarà in Arabia Saudita domani», si legge in una nota.

17:31
17:31
Axios, previsto incontro fra Trump e Jolani a Riad

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dovrebbe incontrarsi con il presidente siriano Ahmed Hussein al-Sharaa (al Jolani) a Riad: lo afferma un reporter di Axios citando fonti a conoscenza dei dettagli. La notizia era stata anticipata ieri da media siriani.

14:34
14:34
«Entreremo con forza a Gaza nei prossimi giorni»

«Nei prossimi giorni entreremo con tutte le nostre forze per completare l'operazione e sconfiggere Hamas», ha detto Netanyahu durante un incontro con i riservisti che si è svolto ieri.

«Non ci sarà alcuna situazione in cui fermeremo la guerra. Un cessate il fuoco temporaneo potrebbe verificarsi, ma andremo fino in fondo», ha aggiunto, secondo una nota dell'ufficio del primo ministro.

13:18
13:18
L'agenda di Trump a Riad tra visita di Stato e affari

Giornata fitta di appuntamenti per Donald Trump, arrivato a Riad per l'attesa visita in Medio Oriente che oltre che in Arabia Saudita lo porterà in Qatar e negli Emirati Arabi Uniti.

Prima tappa del presidente americano al palazzo reale saudita dal principe ereditario Mohammad bin Salman, per un faccia a faccia dedicato soprattutto ai temi legati alla situazione di Gaza e al dossier del nucleare iraniano. Poi, accompagnato da Elon Musk, Trump partecipa al Saudi-Us Investmemt Forum, l'occasione per stringere accordi e alla quale sono presenti anche big della Silicon Valley e di Wall Street come il fondatore di Meta Mark Zuckerberg, il guru di Nvidia Sam Altman e il numero uno di BlacRok Larry Fink.

La giornata, secondo il programma ufficiale, si chiuderà con una cena di Stato con i membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo al quale partecipano Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti. Ma non è escluso che nel corso della visita a Riad Trump possa incontrare il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, il presidente libanese Joseph Aoun e il presidente siriano Ahmed al-Sharaa.

Il tycoon partirà poi alla volta di Doha e di Abu Dhabi. In Qatar è saltato l'incontro con l'ostaggio israelo-americano Edan Alexander liberato ieri dai miliziani di Hamas: il militare rapito il 7 ottobre dovrà passare i primi giorni dopo la liberazione sotto osservazione in ospedale per i controlli medici necessari.

Infine, la grande incognita del viaggio di Trump: la possibile tappa a Istanbul per l'eventuale faccia a faccia Putin Zelensky che, con la mediazione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, potrebbe rappresentare una svolta sul fronte della guerra ucraina.

11:04
11:04
L'ONU accusa Israele: «Usa la fame come arma di guerra»

L'Onu accusa Israele di usare la fame nella Striscia di Gaza palestinese come «un'arma di guerra». A rilanciare la denuncia è il numero uno dell'Unrwa, l'agenzia che assiste profughi e civili palestinesi, intervistato in visita a Londra dalla Bbc.

«Non ho più parole per descrivere la miseria e la tragedia della gente di Gaza, che da due mesi non riceve più alcun aiuto», ha detto Philippe Lazzarini. «La fame dilaga, le persone sono allo stremo, possiamo aspettarci che dalle prossime settimane la gente muoia più per la mancanza di cibo che per i bombardamenti», ha aggiunto, evocando uno stop «agli aiuti umanitari usato come arma di guerra».

06:22
06:22
Il punto alle 6.00

Israele ha lanciato nella notte un attacco aereo contro l'ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.

Secondo l'emittente tv al Jazeera, i morti sono almeno due: uno è il giornalista palestinese Hassan Eslaih. Eslaih si trovava nel reparto ustionati, dove era stato ricoverato il mese scorso in seguito ad un attacco dell'IDF a una tenda per i media situata fuori dallo stesso ospedale. 

L'Ufficio governativo per i media di Gaza ha confermato la morte del giornalista Hassan Eslaih e ha dichiarato di condannare «con la massima fermezza il fatto che le forze israeliane prendano sistematicamente di mira, uccidano e assassinino i giornalisti palestinesi».

Eslaih è stato «assassinato» mentre era in cura presso il Nasser Medical Complex e la sua uccisione ha portato a 215 il numero di giornalisti morti dall'inizio della guerra.

«Riteniamo l'occupazione israeliana, l'amministrazione statunitense e i Paesi che partecipano al crimine di genocidio, come il Regno Unito, la Germania e la Francia, pienamente responsabili di aver commesso questo crimine atroce e brutale», ha aggiunto.