Un drone Gerbera della Russia è stato ritrovato anche in Lettonia

Ricordate Gerbera, il drone a basso costo «made in China» usato dalla Russia in Polonia? Ecco, lo stesso tipo di velivolo è «comparso» sulla costa nord-occidentale della Lettonia, come confermato dalle Forze armate dell'ex repubblica sovietica lo scorso 19 settembre. Andiamo con ordine: il relitto, o meglio parte di uno stabilizzatore verticale, è stato trascinato a riva dalle correnti presso la parrocchia di Varve, a Ventspils, ed è stato prontamente segnalato alle autorità.
Il 19 settembre, appunto, dopo che una squadra di bonifica degli ordigni esplosivi (EOD) ha messo in sicurezza e analizzato l'oggetto, il ministro della Difesa lettone Andris Spruds ha confermato che il relitto apparteneva a un drone esca russo Gerbera. «Possiamo confermare che i detriti portati a riva sono la coda di un drone esca russo, il Gerbera» ha dichiarato Spruds. «Gli specialisti sul posto hanno confermato che l'oggetto non è esplosivo. Le Forze armate continuano a collaborare con la Polizia di Stato».
Il Gerbera, originariamente sviluppato come esca, di solito viene impiegato per sopraffare e saturare le difese aeree nemiche durante l'impiego dei (più sofisticati) droni Shahed. Tuttavia, diversi droni Gerbera recuperati negli ultimi anni sono stati trovati con, a bordo, carichi esplosivi. Come interpretare, uscendo dalla notizia secca, questo ritrovamento? La Russia davvero sta testando le difese dell'Europa e, allargando il campo, della NATO? Il Gerbera, negli ultimi mesi, è stato più volte identificato nei cieli dei Paesi del cosiddetto fianco orientale dell'Alleanza. Non solo: il relitto ritrovato a Ventspils aveva dei numeri di serie corrispondenti ai droni che, pochi giorni prima, avevano violato lo spazio aereo polacco e lituano. Tanto la Polonia quanto la Lituania, talvolta, si sono viste costrette a usare missili aria-aria per neutralizzare questi droni a basso costo. Non a caso, Varsavia e Vilnius hanno esortato la NATO a intensificare gli aiuti, affinché simili incidenti non diventino la normalità. In risposta, la NATO ha lanciato l'operazione Eastern Sentry, riunendo le risorse aeree di diversi stati membri per rafforzare la deterrenza e, se necessario, intercettare ulteriori violazioni.