Insider da davos

«Una hard Brexit? Non credo proprio»

Gli esperti di finanza al Forum vedono molto più probabile un divorzio posticipato.
Erica Lanzi
25.01.2019 06:00

Anche in assenza di rappresentanti del Governo britannico, in questi giorni a Davos le discussioni sulla Brexit non potevano non tenere banco nei discorsi ufficiali e non ufficiali. Soprattutto i dirigenti sembrano non temere che l’attuale impasse politica tra Regno Unito e UE si risolverà con uno scontro tra i due fronti. Lunedì sera il presidente del CdA di UBS Axel Weber ha spiegato che «diventa sempre più improbabile che arriveremo a una hard Brexit». In sede separata, un altro esponente dei quadri bancari ci spiega: «Leggendo i media si percepisce una preoccupazione molto maggiore rispetto a quella degli specialisti finanziari e degli stessi clienti. Nessuno si aspetta veramente un ‘no deal’». L’orologio però intanto fa tic tac, e come ha detto il commissario europeo Moscovici dalle Alpi grigionesi: «L’UE è in attesa, è pronta al dialogo, ma la palla ora è nel campo britannico. Spetta a loro dirci dove vogliono andare». Uno degli scenari ipotizzati dai finanzieri è che il Parlamento britannico decida di disattivare l’articolo 50 del Trattato con l’UE, quello che definisce le modalità con cui un Paese può uscire volontariamente dall’Unione, e il cui unico dettaglio quantificabile sono i due anni necessari dal ricorso dell’articolo (che scadono a marzo) al fine di concludere nuovi accordi. In questo modo salterebbe la scadenza del termine ultimo per raggiungere un’intesa. Come tutte le soluzioni drastiche non a tutti sembra però probabile. Infatti interpelliamo un altro manager dell’alta finanza che ribatte: «Mi sembra più plausibile una posticipazione dei termini negoziali stabiliti dal Trattato di Lisbona. Anche se per questo ci vuole l’accordo di tutti i 28 Paesi membri». Proprio mercoledì Theresa May ha ribadito che un rinvio della Brexit non risolverebbe nulla e l'unico modo di evitare l'incubo del 'no deal' è dire sì a un accordo. Che è come dire che il toro va preso per le corna. Fatto è che proprio mercoledì sera la sterlina contro dollaro è schizzata ai massimi da novembre, dopo che John McDonnell, il cancelliere «ombra» dello scacchiere, ha dichiarato che una proposta per evitare il ‘no deal’ ritardando la data dell’uscita dall’UE della Gran Bretagna riceverebbe con grande probabilità il supporto dei laburisti.

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