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Wikipedia «diffonde notizie false»

I motori di ricerca russi dovranno informare gli utenti della piattaforma che l'enciclopedia online racconta falsità sulla guerra in Ucraina – Lo ha deciso Rozkomnadzor
Marcello Pelizzari
21.07.2022 12:15

A inizio marzo, quando la guerra in Ucraina era ancora agli inizi, avevamo scritto di come Wikipedia, in Russia, con coraggio stesse resistendo alla furia repressiva del Cremlino. Continuando a informare i cittadini della Federazione e, soprattutto, rifiutando la narrazione di Vladimir Putin. Il risultato? Uno sguardo veritiero sul conflitto.

Il Cremlino, nel frattempo, non ha mollato la presa. Anzi, mercoledì il regolatore statale delle comunicazioni, Rozkomnadzor, ha affermato che i motori di ricerca russi, ora, dovranno informare gli utenti di Wikipedia che l’enciclopedia online «diffonde notizie false» sull’invasione dell’Ucraina.

Le «falsità»

Lo stesso regolatore, a maggio, aveva chiesto a Wikipedia di cancellare le «informazioni inaffidabili» riguardanti la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina, che il portale invece ha definito a giusta ragione guerra sin dal principio.

«A causa della mancata rimozione delle informazioni illegali da parte dell’organizzazione no-profit americana Wikimedia Foundation, Inc., Roskomnadzor ha deciso di applicare una misura coercitiva dei motori di ricerca su Internet informando gli utenti che l’entità straniera viola la legislazione russa», si legge in una nota.

E adesso? Che succederà? La Safe Internet League, associazione vicina, anzi vicinissima al Cremlino, questa settimana ha dichiarato di aver scovato 16,6 milioni di messaggi che diffondono «falsità» su diverse piattaforme circa l’invasione russa dell’Ucraina. Tra queste piattaforme, va da sé, è stata citata anche Wikipedia.

«Tutto ciò accade su YouTube, Twitch, TikTok e Wikipedia» ha dichiarato a tal proposito la responsabile dell’associazione Yekaterina Mizulina, figlia della senatrice conservatrice Yelena Mizulina, di cui possiamo immaginare le posizioni politiche. «I bambini vanno a guardare video innocui e si scontrano con una raffica di video con violenza e crudeltà, falsi sull’operazione speciale, bugie esplicite sul nostro Paese». E ancora: «Questo tipo di contenuto è pericoloso per la psiche dei bambini».

Online, ma fino a quando?

Le autorità russe hanno tentato, a lungo invero, di sviluppare e costruire un’alternativa nazionale a Wikipedia. Il tutto partendo, appunto, da un presupposto piuttosto diffuso nella Federazione Russa: la famosa enciclopedia online è piena zeppa di pregiudizi.

Il timore che la Russia possa bloccare del tutto Wikipedia è cresciuto a dismisura nel mezzo del conflitto, complice – come detto – una repressione senza precedenti. Il dissenso, di qualsiasi tipo, è punito con anni e anni di galera. Per legge sono previste pene pesanti per ogni diffamazione contro l’esercito russo e contro la diffusione di, citiamo, false informazioni.

Dall’inizio dell’invasione, Wikimedia Foundation è stata multata per un totale di 5 milioni di rubli, circa 88 mila euro. Niente a confronto della maximulta rifilata a Google, 21,1 miliardi di rubli (circa 369 milioni di euro) per non aver rimosso contenuti che la Russia giudica illegali, ma bisogna considerare altresì che parliamo di una fondazione senza scopo di lucro.

Ad oggi, Wikipedia rimane accessibile in Russia nonostante dieci anni fa fosse stata inserita in un registro governativo di siti web proibiti.

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