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Da Roma al confronto con Washington, passando per le pressioni di Trump e le rivendicazioni di Putin: l’Ucraina tra negoziati, tensioni internazionali e calo del consenso interno - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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11:15
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«Noi lavoriamo per la pace, non per una tregua»
«Noi lavoriamo per la pace, non per una tregua». Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo alla proposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di un cessate il fuoco che porti alla sospensione degli attacchi reciproci sulle strutture energetiche.
Per la Russia, ha affermato il portavoce, citato da Interfax, la «priorità assoluta» è «una pace stabile, garantita, duratura, raggiunta tramite la firma dei documenti appropriati».
Peskov, citato dalla Tass, ha anche affermato che quanto detto dal presidente americano Donald Trump nell'intervista a Politico sul non ingresso dell'Ucraina nella NATO, sui territori e sulla perdita di terreno di Kiev sono «in linea» con la posizione della Russia.
Il portavoce della presidenza russa ha ribadito che il presidente degli Stati Uniti ha affrontato le cause profonde del conflitto in Ucraina. «Il presidente Trump ha toccato le cause profonde di questo conflitto in molti modi», ha detto, aggiungendo che il Cremlino ha esaminato attentamente l'intervista, in particolare la sezione riguardante l'accordo sull'Ucraina. «Certamente, per molti versi - ha sottolineato Peskov - sono coerenti con la nostra comprensione».
09:44
09:44
Lavrov avverte l’Europa: «Mosca pronta a reagire a truppe UE in Ucraina»
Il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov ha avvertito che la Russia risponderebbe a un eventuale di dispiegamento di truppe europee in Ucraina.
Mosca, ha affermato Lavrov, non ha «nessuna intenzione di entrare in guerra con l'Europa», ma è pronta a reagire a un eventuale di dispiegamento di truppe europee nel paese vicino.
Il ministro russo, citato dalle agenzia Ria e Tass, ha contestato quella che ha definito la «cecità politica senza speranza» dell'Unione europea, che si illude sulla possibilità di sconfiggere la Russia.
08:58
08:58
Mosca attacca Zelensky sulle elezioni: «Una scena da teatro di marionette»
La promessa del presidente Volodymyr Zelensky di tenere elezioni in Ucraina se gli occidentali ne garantiranno la sicurezza sembra una scena del teatro delle marionette. Lo ha detto la portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova.
Zelensky dice di volere «l'indipendenza» dell'Ucraina, ma «chiede che altri paesi garantiscano la possibilità di tenere elezioni, e al contempo chiama queste elezioni 'democratiche'», ha detto Zakharova a Radio Sputnik, ripresa dalla Tass, affermando che ciò assomiglia al «teatro di Karabas-Barabas», ossia il tirannico capo di un teatro delle marionette in una favola di Aleksej Tolstoj.
06:09
06:09
Abbattuti 20 droni ucraini durante la notte
La scorsa notte i sistemi di difesa antiaerea russi hanno abbattuto 20 droni ucraini, tra cui uno sulla regione di Mosca. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca. «La scorsa notte - spiega il ministero -, sono stati intercettati o distrutti 20 droni ucraini, tra cui 16 sulla regione di Bryansk Region, due su quella di Kaluga Region, e uno ciascuno su Belgorod e Mosca».
06:07
06:07
Il punto alle 06:00
La giornata diplomatica di Volodymyr Zelensky a Roma, con incontri prima con Papa Leone XIV e poi con la premier Giorgia Meloni, ha fatto da cornice a una fase decisiva dei negoziati sul futuro dell’Ucraina. A Castel Gandolfo il Papa ha ribadito che nessun accordo di pace è realistico senza il coinvolgimento dell’Europa, sottolineando la necessità di garanzie di sicurezza credibili e affrontando con Zelensky il tema del rimpatrio dei bambini deportati. Il presidente ucraino ha poi proseguito i colloqui a Palazzo Chigi.
Parallelamente, Zelensky ha chiarito alcuni elementi centrali della posizione ucraina. Ha definito «un’idea russa» – e non americana – l’ipotesi che l’Ucraina possa cedere senza combattere le zone occupate del Donetsk come parte di un accordo di pace, ribadendo che Kiev difenderà i propri territori e che la Russia continuerà a fare pressioni per ottenere concessioni territoriali. Il presidente ha inoltre annunciato l’elaborazione di tre documenti negoziali con Stati Uniti ed Europa, base del futuro piano di pace che verrà inviato domani a Washington.
Zelensky ha riconosciuto che gli USA non sono ancora pronti a sostenere l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, motivo per cui Kiev lavora a un sistema di garanzie bilaterali di sicurezza “simili all’Articolo 5”. Ha anche aperto alla possibilità di una tregua sugli attacchi alle infrastrutture energetiche, se Mosca dovesse interrompere i bombardamenti che continuano a colpire centrali e reti elettriche ucraine.
Sul piano geopolitico, emergono segnali contrastanti. Putin ha riaffermato che il Donbass è «territorio russo, un fatto storico», mentre secondo il Financial Times Mosca avrebbe orchestrato attacchi ibridi in Europa, tra cui tentativi di far esplodere pacchi DHL destinati a voli cargo diretti negli Stati Uniti. Al tempo stesso, fonti citate dal quotidiano riferiscono che gli inviati di Donald Trump avrebbero chiesto a Zelensky una risposta in «pochi giorni» alla proposta di pace americana, che includerebbe concessioni territoriali, con l’obiettivo di chiudere un accordo entro Natale.
Sul fronte europeo, l’UE insiste sul proprio ruolo nei negoziati e sul tema delle garanzie di sicurezza. Resta invece bloccata la discussione sull’utilizzo dei beni russi congelati per finanziare la ricostruzione ucraina: dopo il rifiuto del Giappone di aderire al meccanismo proposto da Bruxelles, anche Washington appare riluttante.
Infine, sul piano interno, un nuovo sondaggio mostra un consenso in calo per Zelensky: il 20,3% degli ucraini lo voterebbe oggi, pur restando il candidato più popolare. La fiducia nel presidente, salita al 90% all’inizio dell’invasione russa, rimane elevata ma non più unanime.
